(foto Ansa)

oggi la segreteria

Il Pd si divide sui tempi del congresso. Letta: "Proposte del governo sconcertanti"

Luca Roberto

I dem hanno fatto il punto riunendo la segreteria del partito. Domani con la Direzione si tracceranno le tappe per l'elezione del nuovo segretario (entro marzo). Boccia: "Ci vuole dibattito, leader non si sceglie in provetta". Meloni: "I tempi rimangono gli stessi"

Hanno discusso per tre ore, al Nazareno, Enrico Letta e gli altri componenti della sua segretreria. Obiettivo: arrivare alla Direzione nazionale di domani, la seconda convocata dalla sconfitta alle elezioni, con le idee chiare. Sia sul percorso da portare avanti in Parlamento, all'opposizione del governo Meloni, sia sul calendario degli appuntamenti che dovranno condurre a una "rifondazione del Pd". E infatti domani sarà pure una giornata simbolica: quella in cui il congresso, che confluirà nell'elezione di un nuovo segretario, prenderà ufficialmente il via. Perché dalle 11 in poi, sempre nella sede di Sant'Andrea delle Fratte, si fisseranno le date che scandiranno i prossimi mesi della vita interna al partito.

Con una specifica però. Il percorso congressuale dovrà legarsi all’agenda del Pd nel paese e in Parlamento, dove i dem sono relegati in un ruolo che non sono così abituati a interpretare. E le cui difficoltà si sono viste anche nell'insedimento del nuovo esecutivo, capace di appropriarsi di una serie di tematiche che per adesso il Pd ha deciso di tralasciare. Fatto sta che nell'incontro preparatorio di oggi, allargato alle capogruppo Debora Serracchiani e Simona Malpezzi, all'allestimento del congresso sono stati dedicati solo gli ultimi minuti, racconta chi vi ha preso parte. E anche il coordinatore del Pd Marco Meloni, fedelissimo di Letta e addentro alle questioni di prammatica organizzativa, ha liquidato le richieste di fornire informazioni più dettagliate. "I tempi rimangono gli stessi, decideremo domani in Direzione, sarà un percorso di apertura e di rinnovamento, un lavoro da fare insieme a quello di opposizione'', ha detto a margine della segreteria. Mentre gli esponenti della cosiddetta sinistra interna come il coordinatore enti locali Francesco Boccia, che sognano di tirarla più per le lunghe favorendo un'interlocuzione con il M5s di Giuseppe Conte, s'affrettavano a dire che "un segretario non si sceglie in provetta".

 

Insomma, domani si capirà se l'indizione del primo atto formale, e cioè la convocazione dell'Assemblea nazionale secondo il funzionamento dello statuto, finirà per scontentare qualcuno. Come aveva specificato lo stesso Letta nella prima Direzione, a inizio ottobre, le primarie e l'elezione del nuovo segretario non potranno avvenire oltre la fine dell'inverno. Il segretario, carte del partito alla mano, spera di chiudere entro la seconda metà di febbraio. Ma è possibile anche che si slitti a marzo. 

Per il resto, Letta oggi ha voluto esprimere una valutazione sulla stretta attualità politica. "Sono sconcertato per le prime mosse del governo. Tutto avrei pensato tranne che la prima misura di politica economica fosse l’innalzamento del tetto del contante. Nella condizione di emergenza che stiamo vivendo, con l’inflazione alle stelle e la recessione alle porte, aumentare questa soglia significa fare una scelta dissennata che peggiorerà la situazione con l’unico effetto di far aumentare il nero e far diminuire le entrate fiscali”, ha analizzato. Dando mandato ai suoi di fare un'opposizione rispetto alle aree di competenza. Per non parlare del rapporto con le altre forze di minoranza in Parlamento, apparso logoro, soprattutto dopo l'intervento di Matteo Renzi ieri al Senato. "Il Pd non deve perdere tempo ad inseguire chi evidentemente non vuole fare gioco di squadra ed essere invece molto forte nel lavoro in Parlamento, a partire dalla legge di bilancio e nell’individuazione delle battaglie nel paese", è la linea che detta il leader dem. 

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