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Crisi di governo, Mattarella non accoglie le dimissioni di Draghi: "Si presenti in Parlamento"

Dopo le tensioni e la decisione del M5s di non partecipare al voto, il presidente del Consiglio ha deciso di rimettere le sue dimissioni al presidente della Repubblica Mattarella. Tutte le notizie della giornata

Canettieri, Caruso, De Rosa, Montenegro, Sicilia

In corso il Consiglio nazionale M5s. Nelle chat dei parlamentari "gelo" alla notizia delle dimissioni

E' in corso in questo momento il Consiglio nazionale del Movimento cinque stelle. La riunione è stata convocata alla luce delle dimissioni di Mario Draghi poi respinte dal capo dello Stato, Sergio Mattarella. Inoltre diverse fonti all'interno dell'ambiente grillino hanno confermato all'Adnkronos la mancanza di commenti e reazioni in seguito all'apertura formale della crisi di governo. La notizia delle dimissioni del presidente del Consiglio dopo il mancato sostegno pentastellato alla fiducia sul Dl Aiuti è stato accolta con ''gelo'' nelle chat dei parlamentari del Movimento.

Brunetta: "Mercoledì giorno della verità. Le forze politiche devono chiedere a Draghi di continuare"

"Con dolore abbiamo ascoltato le parole pronunciate dal presidente Draghi in Consiglio dei ministri." Così comincia la nota del ministro per la pubblica amministrazione, Renato Brunetta, che prosegue: "Comprendiamo e rispettiamo le sue decisioni, ma abbiamo, altresì, il dovere di esperire qualsiasi tentativo che possa portarlo a un ripensamento. Bene, dunque, ha fatto il presidente Mattarella a respingere le sue dimissioni e a invitarlo a presentarsi in Parlamento per rendere comunicazioni." "Le forze politiche che hanno a cuore il bene del paese devono sentire la responsabilità di chiedergli di continuare la sua azione e quella del suo governo." ha continuato il ministro, sottolineando che l'Italia, in questi difficili momenti, non può fare a meno di Draghi. "Mercoledì sarà il giorno della verità, davanti agli italiani."

Letta: "Cinque giorni per lavorare sulla fiducia a Draghi"

Il segretario del partito democratico ha commentato via Twitter la decisione di Sergio Mattarella di non accogliere le dimissioni di Mario Draghi. "Ora ci sono cinque giorni per lavorare affinché il Parlamento confermi la fiducia al governo Draghi e l’Italia esca il più rapidamente possibile dal drammatico avvitamento nel quale sta entrando in queste ore" ha commentato Enrico Letta riferendosi all'idea di creare una maggioranza da proporre al premier per rimanere. 

Mattarella non accoglie dimissioni e invita Draghi a riferire alle Camere

"Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa sera al Palazzo del Quirinale il Presidente del Consiglio dei Ministri, Prof. Mario Draghi, il quale ha rassegnato le dimissioni del Governo da lui presieduto. Il Presidente della Repubblica non ha accolto le dimissioni e ha invitato il Presidente del Consiglio a presentarsi al Parlamento per rendere comunicazioni, affinché si effettui, nella sede propria, una valutazione della situazione che si è determinata a seguito degli esiti della seduta svoltasi oggi presso il Senato della Repubblica". Lo riferisce il Quirinale in una nota.



Meloni: "Elezioni subito. Con dimissioni Draghi legislatura finita"

“Con le dimissioni di Draghi per Fratelli d’Italia questa legislatura è finita. Questo Parlamento non rappresenta più gli italiani. Daremo battaglia affinché si restituisca al popolo italiano quello che i cittadini di tutte le altre democrazie hanno: la libertà di scegliere da chi farsi rappresentare. Elezioni subito”. Lo scrive su Facebook la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.



Insieme per il futuro: "Lavoriamo per una solida maggioranza a sostegno di questo governo"

La nota dei capigruppo di Insieme per il Futuro: "La figura del presidente Mario Draghi è preziosa e fondamentale per il nostro Paese, adesso serve un chiaro segnale dal Parlamento. Lavoriamo affinché mercoledì in Aula emerga una solida maggioranza a sostegno di questo governo. È il momento della maturità e del senso di responsabilità. Non possiamo permettere che l’Italia vada incontro a un collasso economico e sociale". 

 

Lega: "Italia e Draghi vittime di 5 stelle e Pd. Nessuna paura del voto"

"La Lega è stata leale, costruttiva e generosa per un anno e mezzo, ma da settimane il presidente Draghi e l’Italia erano vittime dei troppi No del Movimento 5 Stelle e delle forzature ideologiche del Partito Democratico. La Lega condivide la preoccupazione per le sorti del Paese: è impensabile che l’Italia debba subire settimane di paralisi in un momento drammatico come questo, nessuno deve aver paura di restituire la parola agli italiani". È la posizione del Carroccio, espressa in una nota.

 

Pd: a lavoro perché mercoledì si ricrei maggioranza Draghi in Parlamento

"Da adesso al lavoro perché mercoledì alle Camere si ricrei la maggioranza e il governo Draghi possa ripartire. Il paese piomba in una crisi gravissima che non può permettersi". Così fonti del Nazareno.

 

Draghi al Quirinale per presentare le dimissioni 

Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, è appena giunto al Quirinale per presentare le dimissioni al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

 

Renzi: "Lavoriamo a un Draghi bis"

"Draghi ha fatto bene, rispettando le Istituzioni: non si fa finta di nulla dopo il voto di oggi. I grillini hanno fatto male al Paese anche stavolta. Noi lavoriamo per un Draghi-Bis da qui ai prossimi mesi per finire il lavoro su PNRR, legge di Bilancio e situazione ucraina". Lo ha scritto su Twitter il leader di Italia Viva Matteo Renzi. 

 

Draghi si dimette: "Non ci sono più le condizioni". Stasera salirà al Colle

"Voglio annunciarvi che questa sera rassegnerò le mie dimissioni nelle mani del Presidente della Repubblica". Lo ha detto Mario Draghi in una nota pubblicata poco dopo l'inizio del Consiglio dei ministri. "Le votazioni di oggi in Parlamento sono un fatto molto significativo dal punto di vista politico. La maggioranza di unità nazionale che ha sostenuto questo governo dalla sua creazione non c’è più. È venuto meno il patto di fiducia alla base dell’azione di governo". 

 

 

Convocato Cdm alle 18,15 

A quanto si apprende il Consiglio dei ministri è stato convocato alle 18,15. In questa sede il presidente del Consiglio dovrebbe riferire ai suoi ministri cosa intende fare dopo il voto di questo pomeriggio al Senato a cui il M5s ha deciso di non partecipare. Secondo indiscrezioni Draghi non ha presentato le sue dimissioni al presidente Mattarella: i due avrebbero avuto un incontro "interlocutorio".

 

Castellone (M5s): nuova fiducia a Draghi se accoglie nostre richieste. D'Incà: "Nessuna novità"

"Una nuova fiducia a Draghi la daremmo se nel programma politico fossero inclusi temi per noi prioritari", quelli contenuti nella lettera in nove punti consegnata da Conte al premier. Lo ha detto la presidente dei senatori del Movimento cinque stelle Mariolina Castellone a Rainews24.

Tuttavia, riferisce un altro grillino, il ministro D'Incà: "Non ho sentito nessuno. Non ci sono novità". Questa mattina il titolare del dicastero per i Rapporti con il Parlamento aveva tentato in extremis una mediazione con Draghi, provando a evitare la fiducia sul dl Aiuti. Un tentativo risultato vano.
 

 

Conte: "Risposte vere o nessuno può avere i nostri voti" (17.00)

"Se qualcuno ha operato una forzatura, si assuma la responsabilità". Lo ha detto il presidente del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte parlando con i cronisti nel tragitto dalla sua abitazione alla sede del Movimento 5 stelle in via Campo Marzio.

"Il Movimento 5 stelle ha dato sostegno a questo governo sin dall'inizio per la transizione ecologica e la giustizia sociale. Questi sono i pilastri - ha spiegato l'ex premier. Se poi si crea una forzatura e un ricatto per cui si mettono norme contro la transizione ecologica in un decreto che non c'entra nulla, voi capite che noi, per nessuna ragione al mondo, daremo voti per nuove trivellazioni, per costruire centrali a carbone, per costruire inceneritori, non è nel nostro Dna".

"Noi chiediamo ovviamente di rispettare un programma definito all'inizio, transizione ecologica e questione sociale, che è esplosa. O si danno risposte vere, strutturali, importanti, oppure nessuno può avere i nostri voti", ha aggiunto il leader dei grillini. 

 

Terminato l'incontro Draghi-Mattarella (16.15)

Il premier Mario Draghi ha lasciato il Quirinale ed è tornato Palazzo Chigi, il colloquio con il capo dello stato è durato circa un'ora. Nel frattempo il Cdm, previsto inizialmente per le 15.30, è saltato. Non ci sono ancora notizie su un'eventuale nuova convocazione. 
 

Conte: "Non voteremo mai nuovi inceneritori". E fonti grilline assicurano: "Grillo è in linea totale" (15.40)

"Da altri forzature e ricatto. Non voteremo mai nuovi inceneritori", dopo la conferenza stampa di ieri, Conte è tornato a ribadire le motivazioni che hanno spinto i grillini a non partecipare al voto di fiducia in Senato sul dl Aiuti. Una decisione, assicurano fonti grilline all'AdnKronos, rispetto a cui il fondatore Beppe Grillo "è in linea totale": le stesse fonti spiegano che in questi giorni i contatti sono stati continui. 

A convincere Grillo, che in un primo momento si era detto contrario alla prospettiva di rompere con il governo sul termovalorizzatore, "l'insofferenza toccata con mano nel blitz a Roma - spiega un volto noto del Movimento - . Ha capito che non ne potevamo più. E anche la base: Grillo ha fiuto oltre ad avere un occhio attento sui commenti sui social. Ha capito che la base è insofferente né più né meno di noi parlamentari".
 

Draghi al Quirinale, dimissioni più vicine. Mattarella proverà a fargli cambiare idea (15,20)

Dopo il voto di fiducia sul dl Aiuti, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha lasciato in auto Palazzo Chigi per raggiungere il Quirinale, dove è in corso un colloquio con Mattarella. Il Cdm previsto inizialmente per le 15,30 e avente all'ordine del giorno provvedimenti di ordinaria amministrazione, è stato annullato. 

Con tutta probabilità, il premier si reca dal capo dello stato con l'intenzione di dimettersi. D'altra parte, negli scorsi giorni Draghi ha più volte ripetuto che non avrebbe guidato un esecutivo senza il Movimento 5 stelle, nè un altro tipo di esecutivo sostenuto da una nuova maggioranza. La caduta del governo è sempre più vicina. L'ultima speranza è rappresentata proprio dal presidente della Repubblica che proverà a far cambiare idea all'ex banchiere, appellandosi alla responsabilità, al Pnrr e allo scenario di grande difficoltà, economica e sociale, che si fa sempre più prossimo.
 

Votata la fiducia: 172 sì, 39 no. Il M5s non ha partecipato al voto (15.15)

Come annunciato ieri sera da Conte, Il M5s non partecipato al voto di fiducia sul dl Aiuti. 172 i voti favorevoli, 39 contrari

 

Al via seconda chiama su fiducia in Aula Senato Roma (15,05)

È iniziata nell'Aula del Senato la seconda chiama per appello nominale della votazione sulla fiducia posta dal governo sul decreto Aiuti

Giorgetti: "Governo finito? Beh, ci sono sempre i tempi supplementari..."

"Governo finito? Beh, ci sono sempre i tempi supplementari...". Così il ministro per lo sviluppo Economico, il leghista Giancarlo Giorgetti intercettato dai cronisti nei pressi del Senato.

 

Nordio: "Draghi si dimette e le elezioni non sono un dramma. Amato premier? Non ci credo" (15,05)
 

Nordio, Nordio. Draghi torna indietro ?
“Assolutamente no”. 
Dunque si dimette?
“Assolutamente si”.
Uno sfascio?
“La politica”
Ma un politico torna indietro…
“Appunto, un politico. Draghi non lo è”. 
Pronto al governo Amato? 
“Non ci credo”
Voto?
“La penso come il Foglio. Non sarebbe un dramma”.
Ma insomma lei che ci fa al Senato?
“Ero venuto per discutere di un’inziativa di governo”
L’iniziativa c’è ma il governo quasi no.
“Ecco…”
(Carmelo Caruso)

 

I responsabili del draghicidio si prendono la scena, Ma Fedeli (Pd): "La maggioranza c'è" (14.55)
 

I draghicidi si prendono la scena. Paola Taverna con le zeppe spiega alle vicedirettrici dei giornali progressisti le ragioni del draghicidio. Valeria Fedeli del Pd spera ancora: “La maggioranza c’è”. Mentre qui si disfa un governo , Ignazio La Russa già pensa a comporre quello del 2023. Si porta a spasso Carlo Nordio che FdI voleva eleggere presidente della Repubblica. La Giustizia ? A lui!. All’Economia, anticipa La Russa: “Ovviamente Tremonti”. Poi si fa serio “non ci faranno votare”. Tra pochi minuti ci sarà Cdm. Non c’è ordine del giorno. 

Tosato (Lega): "Se non si riesce ad andare avanti, si vada al voto"

Noi voteremo fiducia. Togliere fiducia al governo è legittimo, toglierla su questo provvedimento è da irresponsabili". Così Paolo Tosato della Lega nelle dichiarazioni di voto sulla fiducia al dl Aiuti al Senato. "Non voglio dare giudizi ma una richiesta mi sento di farla: non mettete a rischio questo e il prossimo decreto". Ma qualora non si riescisse ad andare avanti "si prenda atto e si vada al voto, i problemi del paese non possono attendere" le dinamiche "macchinose della politica", ha aggiunto Tosato.

 

Castellone (M5s): "Non partecipiamo al voto, ma la nostra posizione non è contro il governo"
 

"Noi oggi non partecipiamo al voto a questo provvedimento, ma questa nostra posizione si sottrae alla logica di fiducia al Governo. Dire che si indebolisce l'azione del Governo, quando si sta cercando di indicare con chiarezza una linea politica, è falso". Sono le parole della capogruppo grillina in Senato, Mariolina Castellone, confermando in Aula la non partecipazione al voto di fiducia sul Dl aiuti.

"Si vuole strumentalizzare la situazione - ha affermato - e dare a noi la colpa del momento di sofferenza che il Paese sta vivendo, ma bisogna rispondere al malessere che sta montando in maniera chiara e precisa". 

Castellone ha sottolineato "tre concetti: responsabilità, stabilità  e dignità". Spiegando: "Responsabilità non è tacere, non far finta che i problemi non esistono e irresponsabileè chi non dà risposte al paese".  La capogruppo ha poi aggiunto che  la "stabilità si costruisce sull'azione che il governo mette in campo", mentre la dignità "è quella di un gruppo parlamentare e forza politica leale".

Bernini (Forza Italia): "Nascerà una nuova maggioranza di governo"

"Se qualcuno non voterà la fiducia nascerà una nuova maggioranza di governo". Lo ha detto nel corso delle dichiarazioni di voto in Senato per il dl Aiuti la senatrice di Forza Italia Anna Maria Bernini. "Non abbiamo paura delle elezioni, non abbiamo paura di niente", ha concluso nel suo intervento. "Non possiamo restare appesi, come accaduto troppe volte per il governo precedente, alle riflessioni notturne di Conte, c'è un paese in crisi, una pandemia, un'emergenza economica e sociale".

 

Malpezzi (Pd): "Serve una verifica parlamentare sulla fiducia al governo"

"Come Partito Democratico non possiamo che prendere atto della scelta del M5S che ha annunciato la non partecipazione al voto di fiducia di una forza di maggioranza. Una scelta che noi riteniamo sbagliata e che non ci lascia indifferenti nel merito e nel metodo". Così la presidente dei senatori del Pd Simona Malpezzi nella dichiarazione di voto sul dl Aiuti. 

"Riteniamo indispensabile un chiarimento tra tutti noi in Parlamento, alla luce del sole, sulla volontà di tutta questa maggioranza, di tutta questa maggioranza di continuare insieme questa necessaria esperienza di governo. Necessaria per il paese sia chiaro. Quindi, non su un provvedimento, ma sul futuro immediato di questo paese. Ogni forza politica dovrà dire cosa vuole fare rispetto alla prosecuzione di questa esperienza di governo, in una condizione - ed è sotto gli occhi di tutti - che per i cittadini è complessa e difficile".

 

Renzi: "Sì al Draghi bis. Conte inadatto a fare il barricadero. Raggi sarebbe quella giusta"

Il senatore Matteo Renzi si lascia andare alla buvette del Senato dopo l’intervento in Aula. “Il partito che ha meno interesse elettorale ad andare a votare è il Pd”, dice mentre dietro di lui c'è il senatore dem Antonio Misiani, che annuisce. “Più in generale - continua Renzi - chiunque è responsabile e capisce la situazione di emergenza non vuole le urne. Se io fossi in Draghi convocherei una conferenza stampa e metterei dei paletti con le cose da fare - Pnrr, legge di bilancio e poche altre cose - e chiederei chi ci sta. Personalmente mi libererei anche di qualche ministro e farei un governo bis, ma anche senza questo, penso che la strada sia quella”.

“Anche perché - aggiunge - per i 5 stelle è più logico andare all’opposizione. Certo Conte è veramente inadatto a fare quella roba lì. La Raggi sarebbe quella giusta, sarà qual che sarà, ma ha una storia, una sua coerenza. Non Conte con la pochette che fa il barricadero"

 

 

Adesso i partiti pensano ad Amato premier (13.40)

Non hanno un piano a ma pensano al piano b. Non si è ancora votata la fiducia, Mario Draghi non è ancora salito al Colle, ma i partiti pensano a Giuliano Amato premier. A Palazzo Chigi dicono: “E menomale che non lo vogliono perdere”. L’idea che Draghi si possa dimettere è seria, serissima. Così come elezioni a ottobre e avere Giorgia Meloni premier. Al Foglio, Giuseppe Provenzano, il vicesegretario dei due mondi del Pd (copyright Andrea Orlando) dice “non mi sembra”.

Si racconta che dietro l’operazione Amato ci sia la filiera Conte-Salvini-D’Alema. Dalle parti di Di Maio lo chiamano il “patto del Papeete”. Ricorda molto la serata “Belloni”, la sera in cui Conte e Salvini si servirono di una valente signora dell’istituzioni per risolvere il loro Quirinale crociato. Avanti verso la sfracello. Amato. 

 

Renzi: "Draghi vada avanti. Basta con i ricatti M5s" (13.25)

"Draghi parli al paese dicendo le cose che vanno fatte da qui alle elezioni e vada avanti senza i grillini. Basta coi ricatti dei Cinque stelle, torniamo a correre", ha detto il senatore di Italia viva

Letta: "Disponibili a continuare con Draghi. Ma pronti al voto se non ci sono le condizioni" (13.20)

"Noi siamo disponibili a una continuazione di questo governo Draghi ma non siamo disponibili a tirare avanti purchessia. Se non ci saranno le condizioni, se altri partiti della maggioranza si sfileranno, allora la parola passerà agli italiani. E noi saremo pronti ad andare davanti agli italiani con il nostro progetto": è la posizione del Pd, espressa dal suo segretario Enrico Letta, in un incontro con la stampa a Milano.

"C'è bisogno di un chiarimento politico di fronte al paese, in Parlamento: per noi quella è la strada principale. Si vada in Parlamento ad ascoltare il presidente del Consiglio e ogni partito della maggioranza si assuma le sue responsabilità", ha continuato il leader dei democratici. "Ascolteremo le parole di Draghi, diremo la nostra e cioè che si è aperta una fase dove gli ultimi 9 mesi di questa legislatura possono essere ben utilizzati per una svolta sociale", ha detto ancora Letta, con una stoccata al M5s. 

"Ognuno si assumerà le proprie responsabilità e sulla base di questo poi deciderà se la legislatura continua oppure no. Noi, per essere chiari, seguiremo come abbiamo sempre fatto, lo spirito collaborativo delle istituzioni", ha concluso. 
 

 

Le tempistiche del voto di fiducia al Senato (12.50)

Dopo il tentativo fallito di mediazione con Draghi, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà, ha posto la questione di fiducia nell'aula del Senato sul Dl Aiuti. Iniziano ora le dichiarazioni di voto (la cui durata e' stimata in circa un'ora e 40 minuti) prima della chiama dei senatori che dovrebbe svolgersi in circa 40 minuti. Il voto sulla fiducia a Palazzo Madama costituisce anche il voto finale sul provvedimento.

 

Lega: "Basta con i tira e molla, meglio le elezioni" (12.40)

“Siamo stupiti e preoccupati. Dopo un anno e mezzo di sostegno leale della Lega al governo in una fase di emergenza, siamo costretti a perdere tempo in Parlamento coi No dei 5Stelle e una sinistra che si occupa di droga libera e cittadinanza agli immigrati. Non si può andare avanti così per mesi, con milioni di italiani che hanno problemi con stipendi, pensioni e bollette. Attendiamo le prossime ore, la Lega lavorerà per una scelta unitaria del Centrodestra per il bene del Paese. Piuttosto che perdere mesi preziosi con inutili e logoranti tira e molla, sarebbe più saggio dare la parola agli italiani”. È questa la posizone del Carroccio, dopo che questa mattina il segretario Matteo Salvini ha ascoltato gli interventi di tutti i dirigenti, critici con 5Stelle e PD

 

I senatori si affidano a Mattarella: "Deve convincere Draghi a restare" (12.30)

Ci si veste così solo in due occasioni: o per giurare o per dimettersi. I senatori, come era accaduto durante al Quirinale, si affidano a Mattarella. “Deve convincere Draghi a restare”. A Palazzo Chigi c’è chi comincia a parlare del lavoro precedente. Per l’evento - il voto di fiducia - è arrivato oggi, in Senato, pure il vicesegretario del Pd, Giuseppe Provenzano. I dem fanno sapere di avere un margine del 28 per cento in caso di elezioni. Si sta facendo riscaldamento.

L’attesa è per stasera. Si parla di telefonate di Biden, di Cancellieri. Molte si inventano. Un senatore: “Draghi ce la farà pagare”. La verità , se c’è, è molto più spicciola. È stato rovinata ancora una volta l’estate agli italiani. L’antico Luigi Zanda dice che in ogni caso “l’Italia sta per subire la lesione”. Una lesione. Mattarella è chiamato ancora a fare da chirurgo. L’Italia è ancora ospedale da campo (non più largo).

 

Di Maio: "M5s pianificava da mesi apertura crisi" (ore 11.45)

"I dirigenti M5S stavano pianificando da mesi l'apertura di una crisi per mettere fine al governo draghi.  Sperano in 9 mesi di campagna elettorale per risalire nei sondaggi, ma così condannano solo il Paese al baratro economico e sociale". Lo ha detto quest'oggi il ministro Luigi Di Maio. "Non potevamo essere complici di questo piano cinico e opportunista, che trascina il paese al voto anticipato e al collasso economico e sociale", ha aggiunto il leader di Insieme per il futuro.

 

Draghi si impunta: la fiducia si voti oggi (ore 11.15)

Il Ministro D'Incà ha avuto un confronto con il presidente Draghi il quale ha indicato come unica via percorribile la richiesta di fiducia al Senato sul Dl aiuti. La fiducia sarà posta al termine della discussione generale.

 

Il ministro D'Inca sta cercando di evitare il voto di fiducia (ore 10.25)

Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà ha sondato i Capigruppo del Senato questa mattina per verificare se ci sono le condizioni per evitare il ricorso alla fiducia e procedere con la votazione degli articoli del decreto legge Aiuti. Lo si apprende da fonti di Governo. Ora è in corso una interlocuzione con Palazzo Chigi sul punto. Sarebbe un modo, spiegano fonti parlamentari, per non "contarsi". E soprattutto per evitare l'incidente parlamentare che potrebbe portare alle dimissioni del premier Draghi. La proposta è stata avallata anche dal gruppo del Pd.

 

Il dibattito in Aula

Dopo le tensioni di questi giorni e la decisione di Giuseppe Conte che porterà il Movimento 5 stelle a non votare oggi la fiducia al governo Draghi, la politica torna in aula. Al Senato questa mattina si tiene la discussione generale sul decreto Aiuti, che precede la votazione. 

Il testo del provvedimento prevede tra le altre cose interventi in materia energetica, sostegno alla classi sociali più in difficoltà, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti.

Alla Camera, qualche giorno fa, il decreto è stato approvato con 266 voti favorevoli e 47 contrari. In quell'occasone il M5s non ha partecipato al voto, anticipando la scelta che oggi sarà ripetuta in Senato. In particolare i grillini considerano un "forzatura" il passaggio che autorizza la realizzazione del termovalorizzatore a Roma. 

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