Mario Draghi e Federico D'Incà (LaPresse)

il tentativo

7 minuti per evitare la crisi di governo. La telefonata a vuoto di D'incà a Draghi

Simone Canettieri

Il grillino, ministro per i rapporti con il Parlamento, prova la mediazione con il premier per evitare il voto di fiducia. Ma l'ex banchiere è irremovibile: "Non voglio creare un precedente del genere"

Un tentativo durato sette minuti. Federico D'Incà ha provato fino all'ultimo a convincere Mario Draghi a non percorrere la strada della fiducia. La telefonata però non ha sortito gli effetti desiderati dal ministro grillino per i rapporti con il Parlamento. L'ex banchiere è stato irremovibile. "Non voglio creare un precedente del genere", è la sintesi del ragionamento esposto dal premier a D'Incà. Tecnicamente non votare la fiducia avrebbe portato il Senato a esprimersi su tutti i 40 articoli del decreto Aiuti, per non parlare dei 120 emendamenti collegati. La salita al Colle di Draghi è attesa nel pomeriggio. Tutto può succedere

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.