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Sulla regolarizzazione dei migranti Crimi bluffa. Parola di grillino

Valerio Valentini

Il sottosegretario al Lavoro Di Piazza: “È l'unico modo per fare emergere il lavoro nero ed evitare il rischio di una bomba epidemiologica. Vito è contrario solo in pubblico. Ma nelle chat interne...”

Steni Di Piazza non ha dubbi. “E certo che bisogna regolarizzare i 600.000 stranieri. La regolarizzazione - dice il sottosegretario al Lavoro, esponente siciliano del M5s - è l'unica misura che concretamente può fare emergere il nero e permettere di combattere il caporalato”. E dunque lei è d'accordo con la ministra Teresa Bellanova? “Certo. Ma non solo io. Anche la mia ministra Nunzia Catalfo. Del resto, se ci riferiamo nello specifico ai lavori nel settore agricolo, dobbiamo anche ammettere che alternativa alla regolarizzazione non c'è: perché difficilmente i nostri ragazzi accetterebbero di svegliarsi alle quattro del mattino per andare a raccogliere i pomodori nei campi”.

  

Al che viene un po' da strabuzzare gli occhi. Non per le affermazioni di Di Piazza in sé, ché la sua sensibilità su questi temi è ben nota, nel Movimento e fuori. Ma il punto è che le affermazioni del sottosegretario grillino contrastano frontalmente con quelle del capo del M5s, il reggente per caso Vito Crimi. Cogliamo fior da fiore, dall'intervista che stamane il “gerarca minore” ha rilasciato a Radio24: “Se si tratta di una regolarizzazione, come una sanatoria sul modello di quella fatta da Maroni, noi non ci stiamo”; “La concessione di permessi di soggiorno temporanei agli immigrati irregolari non aiuta l'emersione del lavoro nero, tutt'altro”; “Se concediamo la regolarizzazione a chi è in Italia illegalmente, consentiamo a queste persone di continuare a svolgere lavoro nero”; “Con la crisi del Covid, anche gli italiani potranno cambiare l'approccio verso il lavoro nei campi”, e dunque tornare a praticarlo.

 

Insomma, Di Piazza, come la mettiamo. “Be', ma Crimi queste cose le dice nelle dichiarazioni pubbliche”, sorride il sottosegretario. “Nelle chat interne, invece, Vito ci spiega che prende queste posizioni nette solo perché passi bene il messaggio che noi non stiamo facendo nessuna sanatoria”. In che senso, scusi? “Nel senso che la sanatoria fa subito pensare al condono, come se si trattasse di una veranda abusiva, e noi del M5s non possiamo permetterci che passi questo messaggio perché facciamo della legalità una nostra bandiera”, dice Di Piazza, forse dimenticandosi di quella certa faccenda di Ischia , ma vabbè. “Solo che qui - riprende, stentoreo - non stiamo parlando di verande, ma di persone. Di persone che, secondo i decreti sicurezza voluti da Matteo Salvini ... - (e votati anche dal M5s, aggiungiamo noi) - ... andrebbero cacciati dall'Italia. Ma i rimpatri, che già in tempi normali sono assai difficili da fare, in tempo di Covid, con le frontiere chiuse, sono proprio impossibili. E quindi che facciamo? Lasciamo questi migliaia di ragazzi a girare come fantasmi nelle baraccopoli del Salento o di Cassibile, facendo finta di niente? Così non possiamo tracciarli, visitarli. Rischiamo di trasformarli in vere e proprio bombe epidemiologiche, che possono innescare l'ondata di ritorno dei contagi. E anche a chi grida 'Prima gli italiani', voglio ricordare che non ci occupiamo di loro, queste persone rischiano di diventare un problema sanitario anche per gli italiani, appunto”. 

 

E dunque? Regolarizzazione a tempo o strutturale? “Possiamo anche pensare a un intervento temporaneo, ma poi comunque diventerebbe a tempo indeterminato”, spiega Di Piazza. “Perché intanto questi ragazzi troverebbero un lavoro, e a quel punto dovremmo regolarizzarli comunque. Altrimenti sarebbe tutto ridicolo”. 

 

Dunque è d'accordo con la Bellanova. “Non è questione di bandierine, qui. Noi dobbiamo impegnarci a mettere centinaia di migliaia di persone nelle condizioni di essere, semplicemente, persone. E al tempo stesso concediamo ai percettori di Reddito di cittadinanza e di Naspi di poter andare a lavorare nei campi senza perdere diritto al sussidio, se non nel periodo in cui guadagnano nella raccolta di frutta e verdura. Questo, a mio avviso, significa essere una forza di governo: codificare le paure della popolazione, non cavalcarle come invece fa qualche populista dell'opposizione”. Ce l'ha con Salvini? “E certo”. E però le segnalo che Carlo Sibilia, altro esponente di spicco del M5s e sottosegretario all'Interno come Crimi, ha detto proprio questo: che regolarizzare gli immigrati sarebbe un favore a Salvini. E Crimi s'è detto d'accordo con lui. “Eh, lo so. Ma dobbiamo far capire ai nostri elettori che non si tratta di un condono. Questo è il punto, ora”. 

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