Vito Crimi (foto LaPresse)

Immigrati (e governo) ostaggi di Crimi

Redazione

Il M5s fa saltare l’accordo sulla regolarizzazione per un regolamento di conti

Non c’è ancora l’accordo dentro alla maggioranza sulla regolarizzazione dei migranti. Il Movimento 5 stelle rimane contrario per timore di cedere terreno all’ex alleato Matteo Salvini, che sul tema continua a cannoneggiare. Neppure il compromesso su cui sembrava ci fosse una convergenza ha retto: per buona parte della giornata di lunedì si era ipotizzato un visto temporaneo per i lavoratori in nero dei settori dell’agricoltura e dell’assistenza domestica (colf e badanti). Un passo avanti importante ma parziale: non solo per la durata limitata – decorsi sei mesi, il problema si sarebbe ripresentato identico a se stesso – ma anche per l’estensione insufficiente. La sanatoria ha, infatti, una ragione anzitutto sanitaria: far emergere e potenzialmente controllare centinaia di migliaia di persone che si trovano sul territorio dello stato, che non possono essere rimpatriate e che rischiano di ammalarsi e trasmettere ad altri il coronavirus. Aver ridotto la discussione ai soli lavoratori in nero – cogliendone quindi la dimensione economica, ma non quelle umana e sanitaria – sarebbe una scelta politicamente comprensibile, ma comunque deludente.

 

 

Eppure, rappresenterebbe quanto meno la presa d’atto che la faccenda esiste e non può essere ignorata. Invece, l’impossibilità di raggiungere un’intesa dimostra quanto sia forte la politicizzazione di questo tema. Specie se si considera che una parte dei pentastellati è favorevole e che addirittura, secondo quanto detto dal sottosegretario Steni Di Piazza al Foglio, in privato lo sia pure il capo politico reggente Vito Crimi. Chissà cosa dirà il Quirinale quando riceverà dal governo un decreto – teoricamente possibile solo in caso di necessità e urgenza – tenuto in ostaggio per settimane dalle divisioni interne a un singolo partito. Non c’è tempo da perdere. Ci permettiamo quindi di suggerire una via d’uscita: perché il M5s, coerentemente col suo statuto, non interroga la piattaforma Rousseau per farsi dire da Davide Casaleggio che fare?

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