Matteo Renzi (foto LaPresse)

I comitati Italia Viva con la doppia identità del Pd. Rosato: “Faremo pulizia”

David Allegranti

Scelti i responsabili delle delegazioni. Peccato che non sono iscritti al partito di Renzi ma risultano ancora aderenti al Partito democratico

Roma. Nell’elenco di Italia Viva senza mai avervi formalmente aderito. A loro insaputa, insomma? Il partito di Matteo Renzi ha pubblicato online i nomi dei responsabili dei comitati di Iv in giro per l’Italia. Alcuni di loro si sono iscritti sì ai comitati civici (nati in occasione della Leopolda 2018) ma non a Iv (nata ufficialmente alla Leopolda del 2019). Anzi non hanno proprio preso parte al nuovo partito renziano e sono rimasti nel Pd. Almeno per ora. Poi, certo, c’è qualcuno che sicuramente aspetta di capire come andranno le elezioni regionali – in Emilia-Romagna, in Calabria le più ravvicinate – per decidere cosa fare. Intanto però si trovano in un elenco pubblico con ruoli di responsabilità che in realtà non hanno.

 

“Per creare un comitato bisogna essere iscritti a Italia Viva”, c’è scritto sul sito di Iv alla voce “comitati”, che contiene una mappa dell’Italia con l’elenco dei coordinatori. Lo Spiffero ha individuato i nomi dei piemontesi con la “doppia identità”, ma scorrendo l’elenco si trovano casi analoghi, a quanto risulta al Foglio, in tutta Italia. L’ex sindaco di Moncalieri Roberta Meo risulta coordinatrice del comitato di Italia Viva Crescita Torino 3 ma in realtà non ha mai lasciato il Pd e anzi, di recente, è stata nominata responsabile del forum Attività produttive della Federazione di Torino. Oppure, sempre a Moncalieri, c’è Diego Quattrocchi, tesoriere del circolo cittadino, membro della direzione regionale del Pd ma anche capo del comitato Europa Moncalieri. Stesso discorso, annota il giornale online piemontese, per Angelo Catanzaro, consigliere del Pd nella circoscrizione Centro a Torino, o Antonello Ghisaura, ex assessore a Settimo Torinese, popoloso comune della cintura torinese. Gianluca Pescatori, avvocato, viene indicato da Italia Viva come responsabile del comitato Europa Torino 2, ma è in realtà entrato in Azione, il nuovo partito di Carlo Calenda, come testimonia anche il suo account Facebook con tanto di foto insieme all’ex ministro in occasione della sua visita a Torino. In giro per l’Italia spuntano altri casi. Come il sindaco di Tavarnelle Val Di Pesa, David Baroncelli, responsabile dell’omonimo comitato. Dall’ufficio stampa del Comune però confermano che il sindaco è tutt’ora nel Pd. Così come Venerando Monello, che sul sito di Iv figura come responsabile del comitato Giustizia di Iv a Roma. Ma non ha aderito a Iv, spiegano fonti del Pd.

 

In Calabria i casi sono più clamorosi. Antonino Castorina viene indicato come responsabile del comitato Italia Viva Europa a Reggio Calabria, ma è il capogruppo del Pd nel Comune reggino nonché il coordinatore regionale di Energia Democratica, la corrente del Pd fondata da Anna Ascani. Giuseppe Marino, indicato come responsabile del comitato Crescita di Reggio Calabria, è però il coordinatore regionale di Base Riformista. Il coordinatore crescita di Catanzaro è Antonio Viscomi, che però è deputato del Pd. I renziani dunque sembrano aver automaticamente iscritto a Italia Viva i coordinatori dei vecchi comitati di azione civile. Qualcuno di loro, sentito telefonicamente, è caduto dalle nuvole.

 

Ma che cosa è successo? Secondo l’organizzazione di Italia Viva una motivazione c’è. Dice al Foglio Ettore Rosato, che ha curato la strutturazione dei comitati: “Probabilmente chi ha aperto il comitato non ci ha mai comunicato di averlo chiuso. Alcuni sono del Pd e non si sono cancellati. Comunque, ha ragione, stiamo facendo pulizia”. In attesa di possibili ingressi dopo le elezioni regionali di Emilia-Romagna e Calabria. Resta però una domanda: i coordinatori dei comitati sono pubblici, gli iscritti no. Non è che adesso Italia Viva dovrà fare pulizia anche tra i semplici aderenti ai vecchi comitati di azione civile?

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  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.