Matteo Salvini (foto LaPresse)

Il Mes e i media complici di Salvini

Redazione

Il leader della Lega continua a ripetere falsità e quasi nessuno glielo fa notare

La campagna propagandistica contro il Meccanismo europeo di stabilità (Mes) deve davvero fare riflettere sulla qualità della nostra informazione, delle nostre istituzioni e della nostra democrazia. La cosa preoccupante non è tanto che l’offensiva della Lega, di Fratelli d’Italia e a ricasco di tanti altri sia basata su un’enorme quantità di falsità, mistificazioni e manipolazioni. Questi sono d’altronde gli strumenti classici della propaganda politica più cruda. Ciò che deve preoccupare è il travolgente impatto politico che questa campagna di disinformazione ha ottenuto senza che il sistema dell’informazione abbia saputo opporre alcuna resistenza. Anzi, a parte alcune lodevoli eccezioni, si è reso complice della propaganda sovranista. 

 

 

E’ inconcepibile che da giorni Matteo Salvini continui a dire, senza che nessuno gli faccia notare che è una colossale falsità, che il Mes è “un organismo privato che ha la possibilità di decidere a chi dare e a chi togliere i soldi”. Il Mes è un’istituzione pubblica, fondata da un trattato internazionale, diretta nei suoi organi decisionali fondamentali dai ministri delle Finanze, in un board in cui siede anche l’Italia, con un potere superiore a tantissimi altri paesi proprio a causa del nostro peso economico. Non è poi vero, come ripetono la propaganda leghista e autorevoli opinionisti, che se l’Italia ha bisogno di prestiti non può ottenerli perché non rispetta i requisiti; come non è vero che per chiedere assistenza l’Italia, dopo la riforma, sarebbe costretta a ristrutturare il debito. La storia del Mes dice il contrario: tutti i paesi che hanno chiesto e ottenuto assistenza non rispettavano i parametri del Patto di stabilità; tra i cinque paesi che hanno ottenuto i fondi quattro (Spagna, Portogallo, Irlanda e Cipro) non hanno ristrutturato il debito e uno (la Grecia) sì. Quindi la possibilità di una ristrutturazione già esiste – come esisterebbe senza il Mes – e non diventa automatica con la riforma. Quando la propaganda riesce a ribaltare la realtà, facendo apparire vero il falso, vuol dire che l’informazione ha fallito, il dibattito è avvelenato e neppure la democrazia sta tanto bene.