I primi 10 anni di Italia a 5 Stelle (foto LaPresse)

Quanto è cambiato il M5s lo decideranno i suoi elettori

Giovanni Maddalena

Il dilemma di Beppe Grillo e della base pentastellata: è possibile trasformarsi del tutto e rimanere se stessi?

Curiosa e molto significativa l’affermazione di Beppe Grillo al festival napoletano per i dieci anni di vita del Movimento 5 stelle. Non siamo più gli stessi, dice il comico genovese, siamo cambiati e va bene così. Politicamente il tutto è già stato riassunto come l’avallo del padre nobile del movimento all’alleanza con il Pd e alla direzione politica di Di Maio, nonostante le insofferenze interne. Tuttavia, più interessanti sono le due giustificazioni incrociate che Grillo usa per il suo appoggio: la confusione globale in cui viviamo e il celebre esperimento mentale della nave di Teseo, la nave che man mano che viaggia cambia tutti i pezzi ma rimane una nave.

 

Fermiamoci qualche secondo a vedere come funzionano. La prima è la giustificazione classica di ogni ideologia e di ogni potere, quando deve superare i momenti di crisi, le contraddizioni interne ed esterne, le mancate promesse. Dopo una prima fase di negazione del cambiamento, si passa a una seconda fase in cui si ammette il cambiamento ma lo si giustifica in virtù di un movimento cosmico che rende impossibile la permanenza dell’identità originaria. Fate bene a essere depressi – ha gridato Grillo – perché il mondo intero è entrato in una grande depressione. E’ vero che è assurdo stare con il Pd, ma è il mondo che è diventato assurdo. Buttandola sul ridere, Grillo spiega che il grande cambiamento verso l’assurdo è dimostrato dal fatto che all’ultimo pranzo è stato Di Maio a tradurre in inglese le parole di un convitato straniero. La battuta fa ridere, ma il pensiero è purtroppo sempre quello della necessità hegeliana: non siamo noi a essere responsabili, è la storia che decide al posto nostro. Facciamo cose assurde perché il mondo è diventato assurdo. Purtroppo, nella storia, soprattutto nelle società di massa, questo tipo di ragionamento ha funzionato spesso: sì, faccio qualcosa che trovo sbagliato, ma come evitarlo, in un mondo in cui tutti fanno così?

 

Il secondo argomento è quello della nave di Teseo. L’eroe greco viaggia in continuazione e, man mano, sostituisce pezzi della propria nave. Quando i pezzi originari sono stati tutti sostituiti la nave è ancora la stessa? Sì, anche se non sembra, è la risposta di Beppe Grillo a un enigma che ha dato vita a molti scritti di logica ed epistemologia con le risposte più disparate. L’uso di questo argomento testimonia quanto sia profondo il cambiamento che occorre digerire. Essere cambiati dentro – secondo l’espressione usata da Grillo – è un tema radicale. Ma è vero che si può cambiare del tutto e rimanere se stessi? In fondo nella vita non cambiamo tutte le nostre cellule e rimaniamo noi stessi, o almeno così ci pare? Non cambiamo situazioni, anni, lavori, fedi eppure qualcosa di identico rimane? Un simpatico collega napoletano sostiene che invece la fidanzata, la moglie, la moglie con figli, la moglie separata con figli siano quattro creature ontologicamente e antropologicamente distinte, e ovviamente ci sono filosofi radicali che concordano. Senza farla lunga e senza ripetere l’antico discorso di Auerbach a proposito delle identità dei personaggi di Dante che devono collegare la propria identità in terra e in cielo, direi che si rimane se stessi se le azioni significative, i gesti, che si fanno non tradiscono lo scopo ultimo che aveva dato origine all’esperienza, in tal caso quella del M5s. Ciò che dà l’identità è il significato, lo scopo. La vera domanda per Grillo sarebbe: siete rimasti fedeli allo scopo originario? C’erano delle forme, delle tavole della barca, che erano essenziali allo scopo? Senza quelle forme, messe proprio in quel modo, si raggiunge lo stesso lo scopo? Il piccolo mal di pancia collettivo alle maglie verdi della Nazionale italiana di calcio, dovrebbe far capire quanto alle volte forma e scopo non siano così facilmente separabili. Tutti i grandi sommovimenti storici sono nati da piccole forme che sono state ritenute essenziali per lo scopo e per quelle ci si è battuti, per toglierle o per metterle.

 

I due argomenti funzionano insieme: il mondo è cambiato e quindi anche noi siamo cambiati perché non si poteva fare altrimenti, ma cambiando tutto siamo riusciti a rimanere noi stessi nello scopo, nella funzione, nel far andar avanti la barca. Quanto e come la barca vada avanti lo stesso, quanto l’argomento incrociato e filosofico di Grillo sia accettato e non ritenuto mera operazione di potere, quanto un’identità rimanga in un cambiamento radicale, stavolta non lo si discuterà in un’aula universitaria ma lo decideranno presto gli elettori dei 5 Stelle.

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