Luigi Di Maio sul palco di Italia 5 stelle a Napoli (foto LaPresse)

Così il Pd si grillizza, proprio mentre il M5s prova a farsi partito

Samuele Maccolini

Il “team del futuro” annunciato da Di Maio non è altro che una segreteria, mentre la nuova app del Pd si ispira a Rousseau. Il costituzionalista Giovanni Guzzetta spiega la metamorfosi dei due maggiori partiti di governo

“La rivoluzione all’interno del M5s si spiega ragionando sul contesto politico che stiamo vivendo. Quella di oggi è una fast food politics dove la fidelizzazione dei sostenitori diventa fondamentale", dice al Foglio Giovanni Guzzetta, professore ordinario di Diritto pubblico a Tor Vergata. "Nel caso in cui diversi soggetti politici presidino aree di mercato contigue, come M5s e Pd, lo sforzo competitivo è notevole, e ne segue una convergenza in primo luogo programmatica. In secondo luogo organizzativa”. In sintesi: non solo i due partiti più importanti che sostengono il governo Conte bis sono costretti a contendersi fette di elettorato sempre più simili, ma tendono pure anche a copiarsi a vicenda dal punto di vista organizzativo.

 

Il cambiamento più evidente, almeno nella compagine del M5s, lo ha sancito Di Maio annunciando dal palco di Italia 5 stelle, la festa nazionale grillina che nello scorso fine settimana si è tenuta a Napoli, la futura istituzione del cosiddetto “team del futuro”, ossia una segreteria – seppure descritta col solito lessico vacuo tipico del grillismo – formata da dodici “facilitatori” nazionali, responsabili di differenti aree tematiche, i quali fungeranno da anello di congiunzione tra i parlamentari e l’esecutivo. Oltre ha questo il capo politico del M5s ha annunciato la creazione di sessanta referenti regionali con lo scopo di presidiare i territori. Una scelta obbligata e naturale, almeno secondo Guzzetta: perché per ogni movimento che vuole governare arriva il momento di istituzionalizzarsi. “Nella storia dei partiti, in Italia come all’estero, i partiti nascono come soggetti estranei allo stato, fino a quando diventano soggetti pubblici integrati nell’organizzazione statale”, dice il professore. “Nel M5s è venuta meno la spinta propulsiva della proposta di rottura che legittimava un’identità e una leadership profetica (Grillo prima, Di Battista e Di Maio poi, ndr). Stare a metà del guado, fare il partito di lotta e di governo contemporaneamente, funziona entro certi limiti. Nel momento in cui si passa al governo, bisogna istituzionalizzarsi per non estinguersi”. 

  

Se il M5s si dà un'organizzazione istituzionale più consona a quella di un partito di governo, per quella “convergenza organizzativa” rilevata da Guzzetta, ecco che il Pd ammicca alle istanze movimentiste dell'elettorato e annuncia una nuova app che introduce la democrazia diretta nel partito. La sezione “Consultazioni” della nuova applicazione del Partito Democratico, infatti, sarà dedicata a sondaggi e referendum, “in cui si offrirà la possibilità di dire la propria sui principali temi sociali e politici”. Mentre nella sezione “Contributo”, “l'utente tesserato avrà la possibilità di visionare le proposte di legge e avrà gli strumenti per apportare modifiche e aggiunte”. “Anche i dem – spiega Guzzetta – hanno dovuto assumere alcune caratteristiche dei loro competitors. In questo modo cercano di conquistare fette di elettorato che non sono affezionati a un modello organizzativo più strutturato, vicino a quello dei ‘vecchi’ partiti”.

   

Il Pd s'ispira ai Cinque stelle. I grillini fanno altrettanto attingendo al modello organizzativo dem. Ma qual è la struttura vincente? “L’organizzazione dipende molto dal campo di gioco. La verità sta nel mezzo. In futuro dobbiamo aspettarci modelli sempre più sincretistici. La struttura del partito vecchia scuola rimane centrale, ma la digitalizzazione diventa oramai imprescindibile”, sottolinea Guzzetta. “Se nella scorsa legislatura c’è stato un vincitore dei consensi, la Lega, nel Conte bis sarà un testa a testa. I due maggiori partiti di governo lo sanno e cercano di rendersi più appetibili all’elettorato rubando le parti migliori l’uno dall’altro. Come Android e Apple, combattono per aggiudicarsi la fetta più ampia di mercato”.

Di più su questi argomenti: