Matteo Renzi (foto LaPresse)

Bentornato Renzi!

Redazione

Nessuna rivoluzione. Per riempire il Pd di idee, Zingaretti pesca nel renzismo

Come scritto dal Foglio, la prima versione del programma europeo del nuovo Pd è un adattamento quasi sovrapponibile al programma del M5s. Il Pd dice che è stato il M5s a copiare, ma questo alla fine non conta. Il risultato è lo stesso. Ma quando poi dagli argomenti generali il Pd di Zingaretti è passato alle proposte concrete la musica è cambiata. E’ nato “Un Piano per l’Italia”, con sottotitolo “un’alternativa credibile” con proposte su lavoro, ambiente e istruzione. E in effetti le proposte del Pd zingarettiano sono veramente alternative, anche perché in perfetta continuità con il renzismo.

 

 

Non è solo una questione visiva – alla presentazione, a fianco a Zingaretti, c’erano Padoan da un lato e Gentiloni dall’altro – ma anche di contenuti. La proposta “Uno stipendio in più per 20 milioni di italiani”, ovvero una riduzione da 15 miliardi delle tasse sul lavoro, non è altro che l’estensione del bonus 80 euro. Così come la “Scuola a costo zero” non è altro che l’estensione dell’esenzione su libri e rette universitarie dell’èra renziana. Un discorso analogo si può fare per la proposta sul “salario minimo”, entrata in concorrenza con quella del M5s, che in realtà è il completamento del Jobs Act (è uno dei pezzi mancanti, ma presente nell’idea iniziale).

 

Anche sul fronte della campagna elettorale, il frontman, l’unico che in questa battaglia ci sta mettendo davvero la faccia è Carlo Calenda, che non è un renziano doc, ma è stato ministro di quel governo e da sempre ne rivendica i meriti e le scelte di fondo. A parole Zingaretti ha annunciato un cambio di paradigma, l’archiviazione definitiva del renzismo, ma poi quando ha dovuto riempire il suo Pd di contenuti, si è guardato attorno ed è ripartito dalle idee (Bonus 80 euro, Jobs Act, salario minimo) e dalle persone (Gentiloni, Padoan, Calenda, Nannicini, Marattin) che hanno governato il Pd e l’Italia negli ultimi anni. Non si vede più in giro Matteo Renzi (anche se riapparirà lunedì sera a Milano con Calenda per dare una spinta nell’ultima settimana di campagna elettorale), ma il renzismo è vivo e vegeto. Per fortuna.