Matteo Salvini a Perugia (foto LaPresse)

La strategia del Carroccio

Come si diventa leghisti (anche in Umbria). Ecco le scelte di Salvini

David Allegranti

Nomi e numeri. Il travaso da Forza Italia e dal Pd. Il ministro dell’Interno lancia la candidatura di Donatella Tesei

Roma. I leghisti forse non avevano neanche bisogno delle dimissioni di Catiuscia Marini da governatrice dell’Umbria per provare a vincere in una ex regione rossa in cui sono passati dai tremila voti delle elezioni Politiche del 2013 ai 102 mila del 2018. L’aumento esponenziale era già iniziato alle regionali del 2015, quando di voti ne presero circa 50 mila. Insomma, la storia è lunga e gli umbri non diventeranno improvvisamente leghisti alla prossima tornata elettorale, che si potrebbe tenere dopo l’estate, ma già lo sono da tempo.

 

Negli ultimi cinque anni il centrosinistra ha perso molte città, da Perugia (dove si vota a maggio di quest’anno) a Terni. C’è un dato del 2018 che rende meglio di altri il contesto politico in cui si giocherà la partita fra la Lega e i suoi avversari: il centrodestra leghista ha vinto in cinque collegi uninominali su cinque. Insomma, difficilmente il centrosinistra riuscirà a mantenere la regione dopo le dimissioni della sua governatrice, costretta a lasciare dopo l’inchiesta sulla Sanità che coinvolge lei e i vertici regionali del Pd. Matteo Salvini ieri si è precipitato a Perugia per passare all’incasso: “Penso che i cittadini umbri meritino un diverso governo regionale non per le inchieste, ma perché è una regione governata male a detta degli umbri da troppo tempo. Le dimissioni sono utili e positive se serviranno a permettere agli umbri di cambiare”, ha detto a Radio 1 il ministro dell’Interno, che ieri ha lanciato la candidatura della senatrice Donatella Tesei (foto sotto), sindaco di Montefalco, un tempo indipendente di centrodestra. I leghisti in questi anni hanno potuto contare sul passaggio di consensi dal Pd e da Forza Italia.

 

 

 

I voti della Lega di questi anni provengono infatti dal Pd e da Forza Italia, che ha anche regalato personale politico al partito di Salvini, che in ogni regione pesca quello che trova. Se è infatti possibile trovare in Toscana sindacalisti della Cgil iscritti e candidati con la Lega, vedere facilmente ex appartenenti alla tradizione post missina con ruoli di governo e di partito nel Lazio, in Umbria è facile trovare ex italo-forzuti diventati leghisti. D’altronde Forza Italia già nel 2015 aveva preso la metà dei voti del partito di Matteo Salvini e alle Politiche ha preso l’11,22 per cento, pari a circa 57 mila voti, anche in questo caso la metà della Lega. Luca Briziarelli, ex assistente in regione di Fiammetta Modena, già candidata contro Marini nel 2010 e oggi senatrice di Forza Italia, era nell’esecutivo di Forza Italia giovani quando la coordinatrice era Beatrice Lorenzin. E’ stato lui peraltro, Briziarelli, a scoprire politicamente Andrea Romizi, attuale sindaco di centrodestra di Perugia, che a maggio cercherà il bis contro Giuliano Giubilei, giornalista di Rai3 sostenuto dal centrosinistra. E ancora: Enrico Melasecche, assessore a Terni, all’inizio della sua carriera era in Forza Italia. Non mancano corrispondenze d’amorosi sensi fra la Lega e CasaPound, come ai vecchi tempi della Legapound. Il rapporto non è durato a lungo ma ha lasciato qualche eredità. Nella maggioranza del Comune di Todi, la città di Catiuscia Marini, che ha governato per dieci anni, in mano al centrodestra dal 2017, c’è anche l’ex candidato sindaco Andrea Nulli dei “fascisti del terzo millennio”, che è consigliere e ha la delega alle Frazioni.

 

E i Cinque stelle? Zeru tituli. In tutta la regione non hanno neanche un sindaco, peggio che in Toscana, che già in questi anni è stata avara di soddisfazioni per il partito di Luigi Di Maio. Alle scorse elezioni Politiche hanno preso in totale 140 mila voti, meno di tutto il centrodestra, arrivato a 188 mila. Anche questo però è un segnale ben preciso; gli umbri, se devono cambiare, preferiscono rivolgersi alla coalizione salviniana piuttosto che alla contestazione sterile dei Cinque stelle. Il segretario della Lega, almeno stando alle dichiarazioni di ieri, ripete lo schema già visto altrove: parte dalla sicurezza, per poi allargarsi: “Per l’Umbria abbiamo erogato circa 274 mila euro per nuovi impianti di videosorveglianza (115.745 per la provincia di Perugia e 158.187 per quella di Terni), e 82 comuni sotto i 20 mila abitanti hanno ricevuto 4,44 milioni. Sul fronte rinforzi, sono arrivati venti nuovi agenti di polizia nel piano di riorganizzazione concluso a febbraio, e nei prossimi mesi ci potranno essere nuovi rinforzi grazie al piano nazionale di assunzioni. Negli ultimi mesi sono arrivati anche 23 carabinieri di rinforzo. Questi sono i fatti e continueremo a lavorare sempre di più”. Finché le elezioni non saranno terminate, di sicuro.

  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.