Il leader del M5s, Luigi Di Maio, e il candidato di punta dei popolari alle europee Manfred Weber

“Ma quale Ppe? Noi guardiamo ai progressisti”

Valerio Valentini

Parla Battelli (M5s): “Salvini sbaglia alleati, ma il governo reggerà”. Strategia incerta

Roma. Dei presunti ammiccamenti al Ppe, si rifiuta di parlare. “Quelle sono invenzioni di voi giornalisti”, se la ride Sergio Battelli, presidente grillino della commissioni Affari Ue della Camera. “Noi puntiamo a formare un gruppo autonomo”, spiega il deputato ligure, tesoriere del gruppo e uno tra i consiglieri più vicini a Luigi Di Maio in tema di alleanze, che ci tiene però a esprimere una sua “preoccupazione”. Prego. “Mi preoccupa Salvini”. Non ripeta pure lei la storia dell’ultradestra e dei negazionisti: a sedere nello stesso gruppo dell’Afd, al momento, siete voi e non la Lega. “La mia preoccupazione è un’altra”. Cioè? “Salvini si allea coi partiti che, sul tema a lui caro della redistribuzione dei migranti, sono quelli che puntualmente ci voltano le spalle. Stesso discorso sulle questioni finanziarie: come puoi invocare più flessibilità di Bilancio e poi fare un gruppo coi rigoristi del nord? Dubito che così il ministro dell’Interno faccia gli interessi dell’Italia”.

 

Ma è pur vero che almeno Salvini ha una strategia chiara: aggregare intorno a sé il polo sovranista e spingere a destra il Ppe. “Anche noi abbiamo una strategia: un gruppo autonomo”. Servono 25 deputati in rappresentanza di sette paesi: complicato. “Nulla è scontato, ma ce la faremo”. Ce la farete insieme agli estremisti di destra polacchi e greci, i filoputiniani antieuropeisti croati? Sembra una pesca a strascico. “Non è così. Tutti i nostri alleati saranno tenuti a votare compatti sui punti indicati nel nostro manifesto programmatico, che stiamo pubblicando a puntate sul Blog delle Stelle”. E sugli altri temi? “Libertà di voto e di coscienza”.

 

E se qualcuno dovesse esprimersi in dissenso sui punti vincolanti? “Un passo per volta, vedremo”. Non chiederete anche a lor la penale di 100 mila euro? “Ma no. Chiederemo coerenza su alcuni punti fondamentali: lotta al dumping fiscale e salariale, ambiente, diritti, e la modifica del mandato della Bce, che dovrà diventare prestatore di ultima istanza”. Ma servirebbe cambiarne lo statuto, ed è di fatto impossibile senza il consenso unanime di tutti gli stati membri. “Non è detto che, intorno alle nostre proposte, non si crei un’ampia convergenza”. Da parte di chi? “Se devo azzardare, guarderei all’area progressista. I verdi, ad esempio”. Hanno già rigettato l’offerta, mesi fa. “Le cose, dopo il voto del 26 maggio, cambieranno. E noi comunque parleremo con tutti, tranne che con l’ultradestra”. La stessa con cui però governate in Italia. “Lega e M5s non sono fratello e sorella. Il governo si regge sul contratto. Le divergenze in Europa non si rifletteranno sulla stabilità dell’esecutivo”. Qual è la soglia minima, per il M5s? “Faremo un grande risultato”. Sotto il 25 per cento sarebbe una disfatta? O basta stare sopra il 20? “Faremo un grande risultato”. Dovrete almeno eleggere lo stesso numero di eurodeputati del 2015, cioè 17. “Faremo un grande risultato”.

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