La demolizione delle ville abusive dei Casamonica (foto LaPresse)

Sgomberi e demolizioni in diretta. Ecco il nuovo format tv del governo gialloverde

David Allegranti

Dalle ruspe di Matteo Salvini a quelle di Chiara Appendino e Virginia Raggi. Che si tratti di rom o Casamonica poco importa, ciò che conta è che il tutto avvenga live sui social

Roma. Non bastava Danilo Toninelli che in tv su RaiTre gattona davanti a una classe di marmocchi nel tentativo di mimare il titolo di un film. Men che meno bastava Giorgia Meloni, che ha un problema enorme di identità politica, visto che al governo c’è uno - Matteo Salvini - che fa meglio le cose che vorrebbe realizzare lei, ed è costretta a pubblicare foto con le forme di formaggio e la scritta “O parmigiano, portami via”.

 

  

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O Parmigiano, portami via

Un post condiviso da Giorgia Meloni (@giorgiameloni) in data:

 

Il trash dell’Internet offre adesso un nuovo genere: le dirette Facebook degli abbattimenti dei campi rom. Evidentemente, la distruzione delle case abusive riporta alla mente epoche in cui - fanciullina - la gente si divertiva con il Meccano o con il Lego a fare e disfare. Finora l’abbattimento dei campi rom era appannaggio della Lega, con Matteo Salvini pronto a vestire l’elmetto giallo per mostrare ai follower come viene bene giù una casa (versione aggiornata di certe gare da spogliatoio), come quando ha orgogliosamente mostrato “le ruspe in azione nel campo Rom di Ospedaletto”, a Pisa, a settembre: “Per ora smantellati solo i capannoni vuoti, ma si sta già lavorando per far sgomberare completamente l’accampamento entro pochi mesi”.

 

  

Adesso è il turno anche di Chiara Appendino, la sindaca di Torino che viene costantemente soverchiata dalla sua maggioranza su qualsiasi argomento ed è finita sotto tutela dei No Tav del M5s torinese, a partire dal suo vicesindaco, Guido Montanari. Oggi ha annunciato l’“abbattimento delle baracche abusive nel campo Rom di via Germagnano. Tra pochi minuti in diretta”.

 

 

Dopo gli sgomberi a Roma del centro Baobab e delle case abusive dei Casamonica - due vicende e storie diverse che possono tenersi insieme solo nell’immaginario felpastellato - poteva essere da meno la sindaca di Torino, costretta a specificare che in diretta non sarebbero andati operai con petti nudi e campi di grano alle spalle ma solo una conferenza stampa? Resta, comunque sia, il duello fra leghisti e Cinque stelle su chi è più bravo a demolire. Un tema, come si vede, trasversale. Lo annota anche il capogruppo della Lega in Comune a Torino Fabrizio Ricca: “‘Ruspa’ non è più un modo di dire ma una realtà dei fatti contro gli abusivi. Prima di avere Matteo Salvini come ministro dell’Interno nulla si muoveva sotto il sole”. Ora la ruspa piace anche ai Cinque stelle, in quest’eterna rincorsa della politica italiana all’agenda Salvini. 

 

 

A Pisa, da mesi, i leghisti pubblicano foto e video di abbattimenti, tutto molto scenografico perché serve a far presa sull’elettorato che così non può distrarsi troppo con inezie come lo spread che vola. “Primi interventi di demolizione alle baracche dei rom al campo nomadi di Oratoio (Pisa). La pacchia è finita!”, ha scritto su Facebook Edoardo Ziello, deputato della Lega, pubblicando la foto di una ruspa in azione contro le mura di cartone di una casa appena abbattuta.

 

  

A Cascina idem, l’amministrazione leghista guidata da Susanna Ceccardi ha preparato lo sgombero del campo rom del Nugolaio. Il problema, spiega l’associazione Articolo 34, che fra le altre cose si occupa di facilitare l’accesso all’istruzione scolastica dei bambini rom, è che il campo “esiste da circa 30 anni ed era autorizzato come ‘Area attrezzata per la residenza per Rom e Sinti’. Attualmente ci vivono 27 adulti e 25 bambini, a cui non vengono date soluzioni alternative. Si tratterebbe pertanto di uno sgombero forzato, che lascia per strada persone in uno stato di precarietà peggiore di quello in cui si trovano e risulterebbe illegale”. L’importante insomma è abbattere, lasciare la gente per strada, per avere una nuova emergenza e potersene comodamente lamentare. 

 

 

  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.