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Le mosse di Martina

Il segretario del Pd non vuole essere a tempo. Zingarettiani e renziani osservano sospettosi

Maurizio Martina non ha nessuna intenzione di passare per il “segretario travicello” del Partito democratico. E’ vero che il suo sembrerebbe un incarico a tempo, ma Martina, appena eletto, si è dato subito un gran da fare. Ieri, per esempio, era in Spagna per incontrare il premier socialista Sánchez. E c’è chi giura che il nuovo segretario abbia in animo di non mollare la presa tanto facilmente e intenda candidarsi alla guida del partito al prossimo congresso del Pd.

 

E a questo proposito c’è da notare che l’insolito attivismo di Maurizio Martina ha ingenerato qualche sospetto tra i sostenitori di Nicola Zingaretti. Non a caso il presidente della regione Lazio l’altro ieri ha invocato a gran voce il Congresso in tempi brevi. Il sospetto, in casa zingarettiana, è infatti che con una scusa o con l’altra si voglia rinviare le assise per cercare di mettere i bastoni tra le ruote al governatore del Lazio.

 

Come si diceva Martina ieri ha incontrato Sanchez. L’obiettivo è quello di dare vita a un grande rassemblement progressista europeo per fermare l’ondata populista alle elezioni di maggio. Il progetto però si scontra con quello che i renziani (con l’ex sottosegretario Sandro Gozi in prima linea) stanno portando avanti con En Marche! e Ciudadanos. I renziani infatti vorrebbero scavalcare le vecchie formule del socialismo europeo, ma Martina non ci pensa affatto. “E’ un passo indietro anche questo”, commentano i sostenitori dell’ex segretario che già mesi fa avevano criticato con le stesse parole la nuova segreteria messa in piedi da Martina.

 

Chi sembra scaldare i motori vista del Congresso, oltre a Zingaretti, è anche Stefano Bonaccini. Il presidente dell’Emilia Romagna lascia capire alle persone a lui più vicine di essere pronto al grande passo. Alcuni sostengono anche abbia anche l’appoggio dei renziani. Ma così non è. Quanto meno non ha l’appoggio dell’ex segretario. Il quale è ancora convinto di riuscire a strappare un sì alla candidatura al capogruppo alla Camera Graziano Delrio. “Alla fine non si potrà esimere”, continuano a dire speranzosi gli uomini dell’ex segretario.

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