Maurizio Martina (foto LaPresse)

Con Maurizio Martina contro la droga

Andrea Marcenaro

Rendiamo omaggio al segretario del Pd che ha deciso di ripartire da Tor Bella Monaca a Roma e dallo Zen di Palermo. Dove i cinque stelle trionfano e lo spaccio impera

Perfino questa stupida rubrichina ha il dovere di saper distinguere una situazione dall’altra. Capitano, come tre giorni or sono, occasioni in cui si commette un torto grave nei confronti del segretario Martina; il giorno appresso gli si chiede scusa, com’è giusto, sballottolandolo magari ancora un poco. Ed ecco che arriva, arriva sempre, l’occasione per la quale, anche a Martina, bisogna rendere omaggio. Lo facciamo volentieri adesso, dopo aver saputo che il segretario intende restituire respiro al Pd partendo non tanto dal territorio, come ormai usa la più scontata delle nenie, quanto da due contesti urbani tra i più difficili in assoluto: Tor Bella Monaca, a Roma, lo Zen a Palermo. Dove il disastro sociale lo respiri, l’abbruttimento indotto da un capitalismo spietato ti penetra dentro fin dai pori, dove i cinque stelle trionfano e lo spaccio impera. Eppure. Eppure tutto questo disastro, la sua immanenza sulla stanza scelta da Martina per ripartire, può regalare ricchezza al dibattito del segretario rendendolo più pieno. Ricostruire il tessuto sociale, ascoltare di nuovo i bisogni dei veri dimenticati, intaccare in profondità lo smercio diffusissimo delle droghe, della cocaina, del crack, dell’eroina sopra tutto. Ma adesso basta. Da domani, due bustine di socialismo. Grazie. Prego.

Di più su questi argomenti:
  • Andrea Marcenaro
  • E' nato a Genova il 18 luglio 1947. E’ giornalista di Panorama, collabora con Il Foglio. Suo papà era di sinistra, sua mamma di sinistra, suo fratello è di sinistra, sua moglie è di sinistra, suo figlio è di sinistra, sua nuora è di sinistra, i suoi consuoceri sono di sinistra, i cognati tutti di sinistra, di sinistra anche la ex cognata. Qualcosa doveva pur fare. Punta sulla nipotina, per ora in casa gli ripetono di continuo che ha torto. Aggiungono, ogni tanto, che è pure prepotente. Il prepotente desiderava tanto un cane. Ha avuto due gatti.