La denuncia di Stracke contro Giscard d'Estaing porta il # MeToo nel mondo di Hans Baldung Grien

Adriano Sofri

Guardando le foto di lei (37 anni) e quelle di lui (94 anni) viene in mente la "Morte e la fanciulla"

La denuncia presentata da Ann-Kathrin Stracke contro Valéry Giscard d’Estaing sarebbe stata, ancora poco tempo fa, oggetto di canzonature; più probabilmente, non sarebbe stata presentata. L’ha detto la stessa Stracke: è stato il movimento MeToo a persuaderla dell’importanza di non lasciar passare episodi come quello vissuto da lei nel dicembre del 2018. Stracke, giornalista della rete televisiva Wdr, racconta che, alla fine di un’intervista, aveva chiesto all’ex presidente francese una fotografia ricordo, ed era stata insistentemente palpeggiata da lui: l’aveva stretta per sentirne il seno, le aveva posato una mano sul sedere. Il racconto della giornalista è fin troppo verosimile, e confermato dal suo cameraman, che aveva messo fine a una situazione incresciosa con un espediente. Giscard, che ha un vasto e compiaciuto curriculum (il Daily Mail di ieri, ricordando il più famoso, l’eventuale storia con la principessa Diana, lo riassume con una frase di sapore etologico, non so, gli orsi polari si cibano di foche: “Come la maggior parte dei presidenti francesi, Giscard d’Estaing è noto per gli appassionati legami con molte belle donne”) non era stato finora mai denunciato per molestie. Forse la denuncia di Stracke aprirà la strada.

 

L’episodio mette un lettore maschio e non giovane in un certo imbarazzo. Un maschio di età avanzata, mediamente, ha nel suo passato comportamenti almeno altrettanto deplorevoli, e la cosa meno peggiore che possa fare, nel caso che gli vengano rinfacciati, è di ammetterli senz’altro, che se ne ricordi o no. Il portavoce di Giscard ha infatti detto che se fosse successo l’ex presidente se ne dispiacerebbe, ma non ne ha alcun ricordo. Le donne hanno senz’altro una ben diversa libertà di opinioni, e ricordate il manifesto promosso con cento altre da Catherine Deneuve che rivendicava “la libertà di importunare”, fra ironia materna – poveri maschietti, poveretti! – e attaccamento all’antico gioco amoroso. La questione riguarda in particolare gli uomini pubblici e potenti. La candidatura di Biden è oggi insidiata dall’accusa di una ex componente del suo staff, Tara Reade, per molestie che sarebbero avvenute 27 anni fa.

 

Benché un pregiudizio – una “discriminazione positiva” – in favore delle donne sia più che ragionevole, dopo qualche millennio di accanita discriminazione negativa, le accuse, a tanta distanza di tempo, hanno comunque bisogno di essere provate, e se non fosse così le donne se ne sentirebbero offese, credo. Nel caso di Giscard il dettaglio prevalente, soverchiante, sta nell’età: lei, Stracke, ha 37 anni, ne aveva 35, Giscard ne ha 94, ne aveva 92. Invocare un’indulgenza plenaria per ragioni di età equivarrebbe a interdire i molti che a quell’età arrivano restando interamente responsabili di sé. Ma anche il contrario, la fine, da decretare in tribunale, della divertita indulgenza di una giovane donna nei confronti del vegliardo che allunghi le mani – che fai, nonnetto, su, fa’ il bravo… – fa perdere qualcosa di umano, e non solo di maschile. Stracke l’ha presa diversamente, e non si può obiettarle ragioni che non sono le sue: oltretutto, non si è valsa del diritto di presentare la sua denuncia anonimamente. Ci ha messo la faccia, come si dice (troppo) oggi, ma in questo caso è proprio così. I giornali pubblicano accostate le fotografie della faccia di Stracke, sorridente, luminosa, più giovane della sua giovane età e scanzonata e colorita, e della faccia di Giscard, guardatela, non la descrivo. Con tutto il rispetto (Giscard politico è degno di ogni rispetto) viene in mente Hans Baldung Grien e la “Morte e la fanciulla”.