La sorella di Stefano Cucchi, Ilaria, e sullo sfondo il volto del fratello defunto (Foto LaPresse)

Il calvario di Stefano Cucchi non è solo un problema di carceri

Adriano Sofri

Fra la persona integra arrestata col suo gruzzolo di sostanze proibite e la persona brutalmente picchiata c’è stata solo una notte in caserma dai carabinieri

Tuttavia bisogna guardarsi dall’assegnare senz’altro il calvario di Stefano al capitolo carcerario. Fra la persona integra arrestata col suo piccolo gruzzolo di sostanze proibite e la persona cui vengono certificate nell’ambulatorio del tribunale “lesioni ecchimotiche in regione palpebrale inferiore bilateralmente”, e che lamenta “lesioni alla regione sacrale e agli arti inferiori” (i medici del carcere le preciseranno come “ecchimosi sacrale coccigea, tumefazione del volto bilaterale orbitaria, algia della deambulazione”, e quelli dell’ospedale come “frattura del corpo vertebrale L3 dell’emisoma sinistra e frattura della vertebra coccigea”), fra quelle due condizioni c’è stata solo una notte trascorsa in una caserma di carabinieri. (Da un mio articolo, 31 ottobre 2009).

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