Ilaria Cucchi con la foto del corpo del fratello Stefano davanti al Palazzo di Giustizia di Roma (LaPresse)

Salvini resta inchiodato alla vergogna delle sue parole su Cucchi

Massimo Bordin

Una frase del ministro degli Interni demolita dalle parole che un carabiniere ha rivolto ai magistrati

La sorella di Cucchi mi fa schifo, si dovrebbe vergognare per quanto mi riguarda. Difficile pensare che ci siano stati carabinieri che pestarono quello lì per il gusto di pestare.” Di questa dichiarazione del ministro degli Interni oggi resta in piedi un solo assunto: che per lui sia difficile pensare è più che credibile, dimostrato. Anche da quella frase che, come oggi sappiamo, viene demolita dalle parole che un carabiniere ha rivolto ai magistrati, dopo averci pensato superando una difficoltà di qualità diversa da quella che ha spinto il ministro a una dichiarazione violenta e ignobile. Il carabiniere, raccontando lo svolgimento dei fatti, restituisce, sia pure tardivamente, l’onore a se stesso e all’arma cui appartiene. Il ministro resta inchiodato alla vergogna delle sue parole che tra l’altro svelano il suo modo di “pensare”. “Quello lì” potrà almeno avere finalmente giustizia, sia pure da morto. Per i vivi sarebbe di consolazione vedere al Viminale un ministro meno indegno.

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