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Nordio valuta ancora modifiche sui test psicoattitudinali ai magistrati

Ermes Antonucci

Il testo del decreto legislativo approvato martedì sarebbe ancora aperto ad aggiustamenti. Lo scopo è evitare lo scontro frontale con le toghe. Carbone (Csm): "Svolgere i test prima del concorso"

Come era prevedibile, la decisione del governo di introdurre i test psicoattitudinali per l’ingresso in magistratura ha scatenato la dura reazione del mondo togato. L’Anm ha parlato di “ingerenza del governo” e ha paventato uno sciopero. Fonti vicine a Via Arenula, però, fanno sapere che il testo del decreto legislativo è ancora aperto ad aggiustamenti. Lo scopo sarebbe evitare lo scontro frontale con le toghe. In questo contesto si inserisce la proposta che Ernesto Carbone, membro laico del Csm, avanza al Foglio: “Sottoporre i magistrati ai test psicoattitudinali già previsti per le forze dell’ordine, ma prima dell’esame scritto e orale, quindi prima del concorso, così da rispettare la Costituzione”.

 

Facciamo un passo indietro. La prima bozza del decreto legislativo predisposta dal Guardasigilli Carlo Nordio prevedeva che, terminate le prove orali per l’accesso in magistratura, sarebbero stati “designati degli esperti qualificati per la verifica dell’idoneità psicoattitudinale allo svolgimento delle funzioni giudiziarie”. Le procedure di verifica sarebbero state determinate dal Consiglio superiore della magistratura d’intesa con il ministro della Giustizia. Il provvedimento, immediatamente criticato dall’Associazione nazionale magistrati, tanto da essere definito “incostituzionale”, è stato poi cambiato nei giorni successivi, fino ad arrivare al testo approvato mercoledì sera in Consiglio dei ministri. 

 

Il decreto legislativo, stando a quanto dichiarato in conferenza stampa da Nordio, ora prevede che la valutazione psicoattitudinale avvenga in forma di colloquio, da svolgersi prima dell’orale sulla base di test scritti che non è ancora ben chiaro dove e quando verrebbero effettuati dai candidati. Il colloquio orale sarà comunque diretto dal presidente della commissione esaminatrice (quindi da un magistrato), e non da uno psicologo, che sarà presente solo come ausilio. Infine la commissione esaminatrice, che valuta collegialmente, formulerà il giudizio conclusivo sulla totalità delle prove. Nonostante la vaghezza delle disposizioni, anche stavolta la misura ha scatenato l’indignazione dell’Anm, che ha avanzato l’ipotesi di uno sciopero (si deciderà fra dieci giorni).

 

In questo contesto nasce la proposta di Ernesto Carbone, membro laico del Csm: “Propongo di effettuare i test psicoattitudinali prima dell’esame scritto e orale. Il test, in altre parole, servirebbe per accedere al concorso. In questo modo verrebbe rispettata la disposizione costituzionale secondo cui le nomine dei magistrati hanno luogo per concorso”, spiega Carbone al Foglio. “Questa modalità potrebbe rappresentare una giusta mediazione fra le posizioni del governo e quelle dell’Anm”, aggiunge Carbone. “Dopodiché magari si potrebbe cominciare a parlare dei veri problemi della giustizia, che sono altri, come i tempi eccessivamente lunghi, le quasi 130 mila prescrizioni all’anno, i 27 mila innocenti finiti in carcere dal 1992 al 2018 (più di mille all’anno, tre al giorno)”, conclude Carbone. 

 

Intanto ieri, sempre al Csm, i consiglieri laici di centrodestra Enrico Aimi, Isabella Bertolini, Daniela Bianchini, Claudia Eccher, Felice Giuffrè e Rosanna Natoli hanno chiesto che il Consiglio superiore promuova uno studio comparato “per analizzare l’eventuale utilizzo e le modalità attuative dei test psicoattitudinali per l’accesso alla magistratura dei principali paesi europei ed extraeuropei”. 

 

Ritengo ingiustificato tutto questo clamore attorno a una misura che è fatta anche a tutela della magistratura, perché ci sono magistrati che danno un’immagine della categoria inaccettabile e dimostrano di non essere adatti a giudicare a tempo indeterminato i cittadini”, dichiara al Foglio Gaetano Pecorella, giurista ed ex parlamentare di Forza Italia. “Ho sempre detto che se un pilota d’aereo, come è accaduto, può uccidere duecento persone perché preso da un momento di follia, un magistrato nel corso della sua vita può fare di peggio se non ha equilibrio e ha deviazioni psicologiche”, aggiunge, ricordando come i test psicoattitudinali per le toghe vennero introdotti per la prima volta con la riforma dell’ordinamento giudiziario del 2005, salvo poi essere subito rimossi dal successivo governo di centrosinistra: “I test psicoattitudinali sono già stati legge dello stato, seppur per pochissimo tempo. Inoltre si prevedeva che questi test venissero svolti periodicamente, essendo quello del magistrato un lavoro estremamente rilevante, visto che si passa la vita a giudicare gli altri”. 

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  • Ermes Antonucci
  • Classe 1991, abruzzese d’origine e romano d’adozione. E’ giornalista di cronaca giudiziaria e studioso della magistratura. Ha scritto "I dannati della gogna" (Liberilibri, 2021) e "La repubblica giudiziaria" (Marsilio, 2023). Su Twitter è @ErmesAntonucci. Per segnalazioni: [email protected]