il report

Ingiuste detenzioni: nel 2021 risarcimenti per 24,5 milioni di euro

Francesco Corbisiero

I dati contenuti nella "Relazione sulle misure cautelari e sulle sentenze di riparazione per ingiusta detenzione", presentata dal ministero della Giustizia

Altro che extrema ratio. Come ogni anno, il ministero della Giustizia ha presentato al Parlamento la propria "Relazione sulle misure cautelari e sulle sentenze di riparazione per ingiusta detenzione". L’argomento riguarda in via diretta uno dei cinque quesiti, promossi da Lega e Partito radicale e in procinto di essere sottoposti a valutazione popolare nel referendum sulla giustizia, previsto per il prossimo 12 giugno. Nello specifico, quello sul limite agli abusi nel ricorso alla custodia cautelare. Eppure dal risultato del monitoraggio emerge l’attinenza della materia con un altro quesito, quello sulla valutazione professionale dei magistrati.

 

Condotto da via Arenula con riferimento ai dodici mesi scorsi, il rapporto contiene alcuni particolari degni di nota. Durante il 2021, sono state emesse in tutto circa 81 mila misure limitative della libertà personale. La cifra è in calo rispetto alle statistiche risalenti ai quattro anni precedenti. Tuttavia, il suo peso va ponderato. Per due motivi. Primo: come accertato anche da statistiche del ministero dell’Interno, negli ultimi due anni le occasioni di reato si sono ridotte per via della minore libertà e possibilità di circolazione dovuta all’emergenza sanitaria. Secondo: anche la collaborazione degli uffici giudiziari interpellati si è rivelata minore del previsto, in continua diminuzione. Soltanto il 70 per cento dei tribunali ha risposto inviando al governo i dati necessari. Circostanza anomala, perché l’adempimento della pratica non ha natura discrezionale. Discende, invece, da un obbligo previsto per legge.

 

Per quanto riguarda la tipologia delle misure limitative della libertà personale, nell’ambito dei procedimenti penali si continua a fare larga applicazione delle misure più afflittive. La custodia in carcere o luogo di cura e gli arresti domiciliari incidono per oltre la metà dei casi, rispettivamente, per il 30 per cento e per il 25 per cento, con sensibili variazioni nella scelta a seconda del distretto giudiziario preso in considerazione. La relazione poi si concentra sull'esito dei procedimenti definiti nel 2021 in cui sono state emesse misure cautelari personali (circa 32 mila): circa il 9 per cento si sono conclusi a vario titolo con assoluzione definitiva, non definitiva o proscioglimento. Tutte sentenze che escludono la fondatezza dell’accusa oppure riconoscono la presenza di cause estintive.

 

Altro punto dolente verte sull’esborso complessivo dello stato a titolo di risarcimento per i 565 casi in cui è stato accertato l'abuso di ingiusta detenzione: un ammontare pari a 24,5 milioni di euro. A fronte di questi numeri, la relazione riporta soltanto il numero dei procedimenti disciplinari avviati nei riguardi dei magistrati per i casi di scarcerazione oltre i termini di legge. Su questo fronte, negli ultimi tre anni il ministero della Giustizia ha promosso 50 azioni, nessuna delle quali ha dato luogo a sanzione (9 si sono concluse con l'assoluzione, 14 con il non doversi a procedere e 27 sono ancora in corso).