(foto di Ansa)

editoriali

La bolla dei referendum sulla giustizia

Redazione

Il 12 giungo si vota per un turno di amministrative e per i cinque quesiti referendari, ma nessuno, nemmeno la Lega che li ha proposti, ne sta parlando

Tra poco più di un mese, il 12 giugno si voterà per un turno parziale di elezioni amministrative e per i cinque referendum sulla giustizia, ma di quest’ultimo appuntamento, che riguarda tutto l’elettorato, non si parla affatto. Non ne parlano gli esponenti delle formazioni che non li hanno promossi o appoggiati, ma anche la Lega, che insieme ai Radicali ha formulato i quesiti, non ha dato l’impressione di tenerci più di tanto. Matteo Salvini, interrogato da Marco Cremonesi sul Corriere della Sera aveva risposto: “I primi cinque titoli dei tg sono sulla guerra, il sesto è sul Covid, il settimo sulle bollette. Parlare di separazione delle carriere dei magistrati è difficile: per questo preferisco parlare di casa, di risparmi e magari di flat tax”. Che sia difficile mettere al centro dell’attenzione la questione della giustizia probabilmente è vero, ma chi ha detto che bisogna affrontare solo i temi “facili”?

 

Per avere efficacia, cioè per abrogare gli articoli di legge citati nei cinque  quesiti, il referendum deve raggiungere il quorum della maggioranza degli elettori potenziali, il che è obiettivamente assai improbabile. Però avrà un peso anche la percentuale di elettori che parteciperà e che approverà i quesiti. Rassegnarsi alla sconfitta senza combattere, come anche, da parte di chi non è favorevole ai quesiti, aspettare in silenzio il risultato senza partecipare al dibattito, è un modo poco onorevole di interpretare il ruolo delle forze politiche in una democrazia. Anche l’informazione, che si è trasformata in mancanza d’informazione, ha le sue responsabilità: i temi in discussione sono oggettivamente rilevanti e non trarne la conclusione che meritano approfondimenti e confronti è una scelta, quasi scandalosa. Questa scelta sarà corretta almeno nelle settimane immediatamente precedenti il voto referendario? E’ lecito sperarlo, ma purtroppo assai improbabile

Di più su questi argomenti: