Europa Ore 7

L'inverno politico di Boris Johnson

Il lockdown dei Paesi Bassi; Macron non segue Draghi sui test ma sul Green pass rafforzato e la Germania segue la Francia sulle restrizioni Omicron per il Regno Unito. La Cdu rompe con Merkel ed elegge Merz. L'inaccettabile proposta di Putin alla Nato

David Carretta

Le dimissioni di David Frost sono al contempo un sollievo e un'incognita per l'Ue. L'ex ministro per la Brexit si è dimostrato il negoziatore più tosto con cui la Commissione abbia dovuto avere a che fare. Il premier britannico ieri ha nominato il suo ministro degli Esteri, Liz Truss, al posto di Frost

Variante Omicron, ribellione dentro il Partito conservatore contro le misure restrittive per frenare i contagi, sconfitta in un collegio storicamente detenuto dai Tory, popolarità ai minimi e dimissioni del suo ministro della Brexit, David Frost, che era anche la garanzia nei confronti dei Brexiters: la scorsa settimana Boris Johnson è entrato nel suo inverno politico e molti, tra Londra e Bruxelles, iniziano a interrogarsi sulla sua permanenza come premier britannico fino a primavera e le ripercussioni nelle relazioni tra il Regno Unito e l'Unione europea. L'accumulo di pessime notizie è impressionante. La peggiore è arrivata sabato notte, quando Lord Frost ha deciso di inviare la sua lettera di dimissioni contestando la direzione del governo su tasse, commercio e regolamentazione e le misure restrittive contro il Covid-19. Rispondendo alla lettera di Frost, Johnson ha spiegato di essere “molto dispiaciuto”.

 

L'uscita di scena di Frost è al contempo un sollievo e un'incognita per l'Ue. L'ex ministro per la Brexit si è dimostrato il negoziatore più tosto con cui la Commissione abbia dovuto avere a che fare. E' lui che aveva condotto la fase finale dei negoziati sull'accordo Brexit e su quello delle relazioni post Brexit, adottando un approccio che Bruxelles ha sempre considerato come ideologico. Ma Frost è riuscito a incassare diverse concessioni, anche nell'ultima trattativa sull'Irlanda del nord. Se ne va l'uomo che per primo ha usato l'articolo 16 del Protocollo irlandese dell'accordo Brexit come arma di negoziato. Non un'arma qualsiasi, ma quella nucleare che rischia di far saltare il delicato equilibrio per tenere aperta la frontiera tra la Repubblica d'Irlanda e Irlanda del nord e preservare gli accordi di pace del Venerdì Santo.

 

Venerdì il vicepresidente della Commissione, Maros Sefcovic, e lo stesso Frost avevano annunciato una tregua di Natale nei negoziati su come mettere in pratica il Protocollo. Le discussioni dovrebbero riprendere a gennaio. L'Ue pensava di essere sul punto di ottenere una concessione maggiore: la rinuncia da parte del governo Johnson di contestare il ruolo della Corte di giustizia dell'Ue in Irlanda del nord. Nel frattempo il Regno Unito ha ottenuto concessioni molto speciali sui medicinali, la riduzione delle procedure doganali e il taglio netto dei controlli fitosanitari sulle merci che dalla Gran Bretagna vanno in Irlanda del nord. Secondo Frost, i gesti di Bruxelles non erano sufficienti. Ma Johnson ha comunque preferito rinviare qualsiasi compromesso o resa dei conti.

 

Dall'altra parte della Manica le dimissioni di Frost sono state accolte con un certo compiacimento. “E' il quarto ministro per la Brexit che se ne va. A dimostrazione che la Brexit è un'illusione”, ci ha detto una fonte dell'Ue. In un'intervista al Financial Times, Sefcovic ha chiesto a Johnson di “ristabilire il clima di fiducia” per risolvere “questioni politiche sensibili”. La Commissione spera in una rapida soluzione sul contenzioso legato all'Irlanda del nord. “E' tempo per il governo britannico di ricostruire un clima di fiducia con la Francia e l'Ue nell'interesse di tutti”, ha avvertito il ministro francese per gli Affari europei, Clément Beaune. La Francia ha un conflitto ancora aperto con il Regno Unito sulle licenze di pesca. Il governo di Emmanuel Macron dovrebbe chiedere nei prossimi giorni alla Commissione di avviare le procedure di risoluzione dei conflitti con il Regno Unito previste dall'accordo post Brexit perché mancano ancora all'appello 73 licenze per i suoi pescherecci.

 

Il premier britannico ieri ha nominato il suo ministro degli Esteri, Liz Truss, al posto di Frost. Sefcovic ha "preso nota" dell'annuncio. Il problema con Johnson è la sua assoluta imprevedibilità. Tanto più in un momento di grave difficoltà interna. Dal suo arrivo a Downing Street, spesso BoJo ha usato i negoziati con l'Ue sulla Brexit come la variabile di aggiustamento della politica interna. La speranza della Commissione di risolvere tutti i problemi con Londra potrebbe andare delusa. Johnson potrebbe usare l'articolo 16 e sospendere unilateralmente il Protocollo irlandese semplicemente per calmare la ribellione interna ai Tory o distrarre i Tabloid dalle restrizioni contro Omicron. Frost ha rivelato che se ne sarebbe dovuto andare a gennaio, probabilmente dopo un'intesa con la Commissione sull'Irlanda del nord, ma di aver scelto di dimettersi prima perché la notizia della sua partenza era stata resa pubblica. Alla fine, senza Frost, gennaio potrebbe rivelarsi un mese molto più incerto per l'Ue.

 


Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di lunedì 20 dicembre, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.


 

I Paesi Bassi tornano in lockdown - Dopo l'Austria, è il turno dei Paesi Bassi di tornare in lockdown per affrontare l'emergenza Covid-19. Se il governo di Vienna aveva chiuso per far fronte alla variante Delta (e ora ha riaperto ai vaccinati), quello dell'Aia lo ha fatto per l'allarme Omicron. Sabato il premier Mark Rutte ha annunciato la chiusura di tutte le attività non essenziali, la chiusura delle scuole e limiti ai contatti sociali prima, durante e dopo le feste (non più di 2 ospiti in casa, salvo nei giorni di festa quando potranno essere 4). Il confinamento durerà fino al 14 gennaio. I corsi nelle scuole dovrebbero riprendere il 10 gennaio, ma non è ancora chiaro in quale forma.

 

La Francia non segue Draghi sui test, ma sul Green pass rafforzato - Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha deciso di non seguire l'Italia sull'obbligo di test per i viaggiatori completamente vaccinati in provenienza dall'Ue. “Di fronte alle varianti del virus, dobbiamo continuare a agire da europei”, ha scritto Macron in un tweet dopo il Consiglio europeo della scorsa settimana, durante il quale diversi leader hanno espresso dubbi sulla decisione italiana. Le persone vaccinate non dovranno realizzare test per viaggiare tra i paesi membri dell'Ue”, ha spiegato Macron. Ma la Francia segue la via di Draghi sul Green pass rafforzato. Il primo ministro, Jean Castex, ha annunciato la trasformazione del “pass sanitario” in “pass vaccinale”. Tradotto: saranno escluse dal pass le persone non vaccinate, che finora avevano potuto usarlo grazie ai test. Il governo francese sta anche valutando l'estensione del pass vaccinale per tutti i tipi di lavoro (finora era limitato ai lavoratori con contatti con il pubblico). Esattamente come in Italia.

 

La Germania segue la Francia sulle restrizioni Omicron per il Regno Unito - La Germania ha classificato il Regno Unito come area di varianti di preoccupazione a causa di Omicron. Da oggi cambiano le regole di viaggio per chi arriva da oltre Manica: oltre a un test prima della partenza, l'obbligo di quarantena si applicherà anche a vaccinati e guariti. La Francia aveva annunciato una decisione analoga giovedì scorso.

 

La Commissione prova ad accelerare le forniture di Pfizer-BioNTech - La Commissione ieri ha annunciato che Pfizer-BioNTech consegnerà 20 milioni di dosi addizionali nel primo trimestre del 2022, oltre ai 195 milioni di dosi già previste tra gennaio e marzo del prossimo anno. "Questo si dimostrerà di particolare aiuto per gli stati membri con necessità di breve periodo di dosi di vaccino addizionali", ha spiegato la Commissione. Nel momento dell'emergenza Omicron, alcuni stati membri - in particolare la Germania - si sono ritrovate a corto di stock per andare avanti con la campagna di vaccinazione e con i richiami. La Commissione ha anche annunciato di aver attivato una prima opzione per ordinare altre 200 milioni di dosi adattate alla variante Omicron da Pfizer-BioNTech nel secondo trimestre del 2022. Complessivamente il prossimo anno le dosi Pfizer-BioNTech dovrebbero essere 650 milioni.

 

Sarà la settimana di nucleare e gas nella tassonomia? - Questa settimana la Commissione dovrebbe presentare il suo atto delegato sulla tassonomia decidendo se inserire (o meno) gas e nucleare tra le fonti considerate come sostenibili per la classificazione ai fini degli investimenti. Ma il condizionale è d'obbligo. Ursula von der Leyen potrebbe decidere di rinviare di un'altra settimana per tenere conto delle posizioni del nuovo governo in Germania e delle discussioni avvenute al Consiglio europeo la scorsa settimana, quando i capi di stato e di governo si sono spaccati sul tema dell'energia al punto di rinunciare ad adottare conclusioni.

 

L'inaccettabile proposta di Putin alla Nato - Venerdì il presidente russo, Vladimir Putin, ha fatto rendere pubbliche le sue richieste alla Nato e agli Stati Uniti per allentare la tensione militare al confine con l'Ucraina. Sul Foglio Micol Flammini spiega che le proposte della Russia hanno un obiettivo: cancellare 30 anni di storia. In teoria l'Occidente dovrebbe dire “no” alla richiesta di ritirare le forze Nato dai paesi dell'est che ne sono membri e di garantire per iscritto che l'Ucraina non entrerà mai nell'Alleanza atlantica. Ma sia negli Stati Uniti sia nell'Ue c'è chi è tentato dal negoziato con Putin per evitare ulteriori complicazioni, compreso il costo delle sanzioni per gli europei. Il presidente russo ha un'arma particolarmente efficace in mano. Oggi i prezzi di gas ed elettricità nell'Ue dovrebbero raggiungere un nuovo record.

 

La Cdu rompe con Merkel ed elegge Merz - In Germania la Cdu venerdì ha scelto di svoltare a destra, eleggendo come loro nuovo leader uno dei rivali storici di Angela Merkel, Friedrich Merz. Il 62 per cento degli iscritti della Cdu ha votato per Merz, malgrado la presenza di due candidati moderati, l'esperto di politica estera, Norbert Röttgen, l'ex consigliere di Merkel, Helger Braun. A gennaio il Congresso ufficializzerà la nomina, ma è una formalità. In un editoriale il Foglio spiega che la Cdu rompe con Merkel, scegliendo la discontinuità e l'ala più a destra del partito.

 


Il calendario della settimana in Europa

Lunedì 20 dicembre

– Consiglio ambiente

– Eurostat: dati sul Pil del 2020

 

Martedì 21 dicembre

– Commissione: il vicepresidente Timmermans incontra in videoconferenza il ministro per le Infrastrutture, Enrico Giovannini

– Consiglio: riunione del Coreper

– Consiglio: riunione del Comitato Politico e di Sicurezza

– Corte di giustizia dell'Ue: sentenza sui diritti dei passeggeri; sentenza sulle sanzioni contro la Bank Melli Iran; sentenza nella causa Randstad Italia sull'esclusione da un appalto pubblico per la fornitura temporanea di personale; sentenza sullo Stato di diritto in Romania; sentenza sulla pubblicazione su internet di contenuti denigratori

– Eurostat: dati sull'efficienza energetica nel 2020

 

Mercoledì 22 dicembre

– Commissione: riunione settimanale del collegio dei commissari

– Consiglio: riunione del Coreper

– Eurostat: prezzi agricoli nel 2021; dati sulla biodiversità nel 2020; dati sull'asilo fino a settembre 2021

 

Giovedì 23 dicembre

– Eurostat: dati sul personale nella Ricerca e sviluppo nel 2020