Europa Ore 7

Chi negozia a nome dell'Ue con Xi Jinping?

Bettel in condizioni serie ma stabili, la Commissione prepara una lettera di messa in mora all'Ungheria. La mappa degli amichetti sovranisti e il ritorno di Tusk in Polonia. Bertrand più efficace di Le Pen, pubblici i risultati di un Eurobarometro su clima e biodiversità. 37 milioni di posti di lavoro grazie alle esportazioni extra-Ue e 116,5 miliardi di surplus delle partite correnti nel primo trimestre del 2021

David Carretta

Ieri Angela Merkel ed Emmanuel Macron hanno avuto un vertice in teleconferenza con Xi Jinping per discutere delle relazioni sino-europee. Xi ha bypassato Michel e von der Leyen, rivolgendosi direttamente ai leader di Germania e Francia; ha lanciato un appello a Merkel e Macron per sfruttare quelle che ha definito le “opportunità” della Belt and Road Initiative, auspicando più “collaborazione” dall'Ue. Secondo i media cinesi, Merkel e Macron avrebbero dato il loro sostegno alla firma e alla ratifica dell'accordo sugli investimenti Ue-Cina

Chi negozia a nome dell'Unione europea con la Cina? L'interrogativo appare quantomai legittimo, dopo che Angela Merkel ed Emmanuel Macron ieri hanno avuto un vertice in teleconferenza a tre con Xi Jinping per discutere delle relazioni sino-europee. Tra una conferenza con i Balcani occidentali (nel caso di Merkel) e un incontro con Sergio Mattarella (nel caso di Macron), la cancelliera tedesca e il presidente francese hanno trovato il tempo per discutere per un'ora con il leader della Cina, pochi giorni dopo le cerimonie per il centenario del Partito comunista cinese e nel momento in cui prosegue la persecuzione degli uiguri e la repressione del campo pro-democrazia a Hong Kong. Xi ha auspicato più “collaborazione” dall'Ue “per condurre con successo i dialoghi ad alto livello nei settori dell'economia, del commercio, delle scienze umane, del digitale e del clima". La richiesta del presidente cinese all'Ue è di svolgere “un ruolo più attivo negli affari internazionali” affermando la propria "autonomia strategica" (dagli Stati Uniti di Joe Biden).

Nel momento in cui l'Ue esita di fronte alla richiesta di Joe Biden di un'alleanza delle democrazie per contenere la Cina, il formato scelto e il contenuto della discussione tra Xi, Merkel e Macron sono particolarmente significativi. Già il 30 dicembre, al momento della conclusione dell'accordo sugli investimenti tra Ue e Cina, era stato scelto un formato ridotto. Affianco a Charles Michel e Ursula von der Leyen, l'Ue era rappresentata anche da Merkel e Macron. Se la presenza della cancelliera era giustificata dal fatto che la Germania aveva la presidenza di turno dell'Ue, quella del presidente francese non aveva senso dal punto di vista protocollare. Questa volta il formato è ancor più ristretto. Xi ha bypassato Michel e von der Leyen, rivolgendosi direttamente ai leader di Germania e Francia. Merkel è stata (e rimane) la grande sponsor dell'accordo sugli investimenti. Macron promuove l'autonomia strategia anche in chiave anti-americana. La Commissione di von der Leyen, per contro, a giugno aveva pubblicato un documento inusualmente duro con Pechino, in cui invitava i leader dell'Ue a cogliere la mano tesa di Biden sulla Cina. Xi ha individuato due grossi anelli deboli dell'Ue sulla Cina e li sta sfruttando al meglio. L'ufficio della cancelliera ha ammesso di aver discusso delle relazioni Ue-Cina, di commercio internazionale, protezione del clima e biodiversità, oltre che di questioni internazionali e regionali.

Secondo i media cinesi, Merkel e Macron avrebbero dato il loro sostegno alla firma e alla ratifica dell'accordo sugli investimenti Ue-Cina. Il dossier è sostanzialmente bloccato, dopo che Pechino ha imposto sanzioni di rappresaglia contro diplomatici e deputati europei per le misure restrittive dell'Ue sulle persecuzioni degli uiguri. Il Parlamento europeo ha minacciato di non approvare l'accordo, se le sanzioni cinesi non saranno cancellate. La Commissione finora ha mantenuto una linea ambigua. Il vicepresidente, Valdis Dombrovskis, ha detto più volte che non ci sono le condizioni per la ratifica dell'accordo. Ma il lavoro tecnico per arrivare alla ratifica continua. E la scorsa settimana la Commissione ha ribadito di essere favorevole alla sua entrata in vigore perché conveniente per l'Ue.

Il fatto che il vertice a tre sia in chiave anti-Biden emerge anche da altri resoconti della discussione. Secondo i media cinesi, Xi ha lanciato un appello a Merkel e Macron per sfruttare quelle che ha definito le “opportunità” della Belt and Road Initiative (le Nuove Vie della Seta). Appena due settimane fa, la cancelliera tedesca e il presidente francese avevano dato il loro accordo al vertice del G7 per lanciare un'alternativa democratica alle Nuove Vie della Seta di Xi Jinping con l'iniziativa "Build Back Better World”. La teleconferenza di ieri solleva una marea di interrogativi: come reagiranno Michel e von der Leyen dopo essere stati esautorati? Cosa diranno gli altri stati membri, piccoli e grandi, nel momento in cui la coppia franco-tedesca negozia direttamente con Xi la politica dell'Ue? Il Parlamento europeo cederà alle pressioni di Germania e Francia per far passare l'accordo sugli investimenti?

A proposito della conferenza sui Balcani occidentale, invece, Merkel ieri ha detto che "è nell'interesse stesso dell'Ue di portare avanti il processo" di allargamento. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha fatto eco alla cancelliera. "La nostra prima priorità è accelerare l'agenda dell'allargamento in tutta la regione e sostenere i nostri partner dei Balcani occidentali nel loro lavoro per realizzare le riforme necessarie per avanzare sul loro percorso europeo", ha detto von Der Leyen. A proposito dell'incontro tra Macron e Mattarella, sul Foglio Jean-Pierre Darnis spiega le due visioni e ambizioni di Italia e Francia sul trattato dell'Eliseo: Roma preferisce un rapporto basato su progetti e iniziative settoriali, mentre i francesi vorrebbero meccanismi che possano creare un quadro stabile di governabilità.


Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di martedì 6 luglio, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.


Il lussemburghese Bettel in condizioni serie ma stabili - Il primo ministro del Lussemburgo, Xavier Bettel, resterà in ospedale per la persistenza dei sintomi del coronavirus dopo il suo ricovero domenica, ha annunciato il governo in un comunicato. Le condizioni di Bettel sono “ considerate serie ma stabili. Pertanto, il personale medico ha deciso che il ricovero resta necessario per poter continuare l'osservazione, per un periodo stimato tra i due e i quattro giorni", ha detto il governo. Il premier del Gran Ducato soffre di difficoltà respiratorie “ma non è intubato”. Il ministro delle Finanze, Pierre Gramegna, ha ricevuto la delega per “la continuità operativa del governo”.

Michel in Lituania contro l'arma migranti di Lukashenka - “Condanniamo tutti i tentativi di strumentalizzare la migrazione illegale per tentare di fare pressione sugli stati membri dell'Ue”, ha detto ieri il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, al suo arrivo in Lituania per portare la solidarietà europea al presidente Gitanas Nauseda. “Le autorità della Bielorussia strumentalizzano la questione migratorio per fare pressione sull'Ue e in particolare sulla Lituania”, ha spiegato Michel. Ma la solidarietà europea ha i suoi limiti. E' stata mobilitata Frontex, l'agenzia dei guardia-frontiera. Michel ha promesso di discutere con l'Iraq dei rimpatri degli iracheni arrivati nelle ultime settimane. Ma “la questione della ripartizione dei migranti è molto più difficile sul piano europeo”, ha detto Michel: “Dobbiamo prima attivare le diverse leve per prevenire questi movimenti irregolari e facilitare i rimpatri per quelli che non sono in condizione di essere accolti come rifugiati”.

La Commissione prepara una messa in mora contro Orbán sulla legge anti-Lgbt - La Commissione potrebbe inviare una lettera di messa in mora all'Ungheria, primo passo della procedura di infrazione per contestare la legge anti-Lgbt adottata dal Parlamento di Budapest. "Non resteremo a lungo senza agire verso paesi che non rispettano l'uguaglianza, i principi della Carta (dei diritti fondamentali), i valori del Trattato e le leggi europee", ha spiegato la portavoce della Commissione. Ci vuole tempo, ma "una lettera di messa in mora si sta preparando", ha detto la portavoce della Commissione.


Gli amichetti sovranisti della Carta delle destre nazionaliste - Dopo la pubblicazione della Carta dei valori che dovrebbe costituire la base per un'alleanza delle destre populiste e nazionaliste in Europa, Il Foglio ha realizzato la mappa degli amichetti sovranisti: chi sono, cosa vogliono e quanto pesano nell'Ue i partiti che hanno firmato con la Lega e Fratelli d'Italia il documento contro la sottomissione all’ideologia di Bruxelle. Sempre sul Foglio spieghiamo che tanto quanto i presenti contano anche gli assenti: l'elenco delle firme mancate sulla Carta dei valori dimostra che costruire l'internazionale dei nazionalisti in Europa è un'impresa difficile.

 

Il ritorno di Tusk in Polonia ha un sapore europeo - Donald Tusk sabato ha annunciato il suo ritorno in Polonia per guidare Piattaforma Civica in una battaglia esistenziale con il partito nazionalista Legge e Giustizia al governo a Varsavia. Sul Foglio Micol Flammini spiega che il ritorno di Tusk ha un sapore europeo: Il leader polacco è caratterizzato dal guizzo e dal graffio. Ma le sfide che ha di fronte Tusk sono molto difficili. Non sarà facile trasferire nel suo paese le battaglie per la democrazia e i valori dell'Ue che da sette anni porta avanti a Bruxelles.


In Francia Bertrand più efficace di Le Pen al ballottaggio contro Macron - Un sondaggio di Ifop potrebbe cambiare i calcoli delle presidenziali della primavera del 2022 in Francia. Emmanuel Macron rischia di essere sconfitto 52 per cento a 48 per cento al ballottaggio da Xavier Bertrand, presidente della regione Hauts-de-France e tra i pretendenti alla candidatura del partito gollista dei Républicains. Con Le Pen al secondo turno, il vantaggio sarebbe ancora più netto per Bertrand: 61 per cento a 39 per cento. Un ballottaggio tra Macron e Le Pen vedrebbe l'attuale presidente uscire vincitore con il 57 per cento contro il 43 per cento della candidata del Rassemblement National. Il problema per Bertrand è arrivare al secondo turno. Lo stesso sondaggio dà al primo turno Macron tra il 26 e il 28 per cento e Le Pen tra il 26 e il 27 per cento, a seconda del candidato del Partito socialista. In nessun caso Bertrand supererebbe il 20 per cento.


L'Eurobarometro per prepararsi alla stangata del Green deal - La Commissione ieri ha reso pubblici i risultati di un Eurobarometro su clima e biodiversità che serve a preparare al terreno al maxi pacchetto "Fit for 55", che includerà le proposte legislative più importanti per realizzare il Green deal. L'adozione è prevista nella riunione del 14 luglio del collegio dei commissari. I diversi provvedimenti si annunciano come una stangata per privati e imprese, con una serie di incentivi fiscali e regolamentari per correre verso il taglio delle emissioni. Aerei e navi perderanno le esenzioni del meccanismo di scambio di emissioni ETS. Il settore dell'auto avrà obiettivi vincolanti per azzerare le emissioni (passando all'elettrico in mancanza di altre innovazioni tecnologiche). La Commissione proporrà il meccanismo di aggiustamento carbonio alla frontiera, che formalmente sarà una forma alternativa di ETS, ma nei fatti costituirà una tassa climatica sulle importazioni. L'Eurobarometro di ieri serve a dire che i cittadini europei sono dietro il Green deal. Il 90 per cento degli europei si dice d'accordo che le emissioni di gas a effetto serro debbano essere ridotte per rendere l'Ue neutrale sul clima entro il 2050. L'81 per cento ritiene che occorra usare più fondi pubblici per sostenere la transizione energetica. Il 74 per cento concorda che i costi del cambiamento climatico sono più alti dei costi degli investimenti necessari per la transizione verde. Ma dell'Eurobarometro manca una domanda chiave: quando sono disposti a pagare i cittadini per realizzare i giusti obiettivi del Green deal?


Per la Corte dei conti chi inquina non paga (e in Italia pagano i contribuenti) - Il principio “chi inquina paga” prevede che l’inquinatore debba sostenere i costi dell'inquinamento causato ed è parte della legislazione dell'Ue. Ma, secondo una relazione pubblicata ieri dalla Corte dei conti europea, nell'Ue non è sempre così. Anche se tale principio è generalmente recepito nelle politiche ambientali dell'Ue, è applicato in misura diversa nei vari settori e nei diversi stati membri. La sua copertura resta incompleta. Risultato: secondo i giudici contabili, gli interventi di bonifica sono talvolta pagati con fondi pubblici anziché da chi ha provocato l'inquinamento. Un caso esemplare sono l'Italia e le discariche illegali per cui è stata più volte condannata dalla Corte di giustizia dell'Ue. Per la Corte dei Conti, in Italia le azioni di risanamento sono state finanziate con i soldi pubblici, invece che da chi ha inquinato.

Grazie alle esportazioni extra-Ue 37 milioni di posti di lavoro - Nel 2019 le esportazioni extra-Ue hanno sostenuto 37 milioni di posti di lavoro, poco più di uno su sei, secondo i dati pubblicati ieri da Eurostat. In termini relativi, si tratta del 17,9 per cento del totale dei posti di lavoro dell'Ue. Tra gli stati membri le differenze sono significative. Rispetto al totale degli occupati, il 29,4 per cento dei posti di lavoro in Irlanda e il 29,1 per cento in Lussemburgo sono sostenuti dalle esportazioni verso paesi extra-Ue. Il livello più basso è stato registrato in Grecia (12,2 per cento) e Portogallo (12,5 per cento). Per l'Italia il dato è stato del 17,3 per cento, appena sotto la media dell'Ue.

Nel primo trimestre 116,5 miliardi di surplus delle partite correnti - Nel primo trimestre del 2021, la bilancia dei pagamenti delle partite correnti dell'Unione europea ha registrato un surplus di 116,5 miliardi di euro, in calo rispetto ai 127,3 miliardi del quarto trimestre del 2020, ma in netto rialzo rispetto ai 69,8 miliardi dei primi tre mesi del 2020, secondo le stime pubblicate ieri da Eurostat. I principali avanzi delle partite correnti sono stati registrati con il Regno Unito (-53,3 miliardi), gli Stati Uniti (+29,4 miliardi) e la Svizzera (+21,7 miliardi). Per contro l'Ue ha registrato un disavanzo con la Cina (-26,7 miliardi), la Russia (-4,3 miliardi) e il Giappone (-3,4 miliardi). Tra gli stati membri, i surplus più alti sono stati osservati in Germania (+66,5 miliardi), Paesi Bassi (+22,6 miliardi), Svezia (+7,7 miliardi) e Italia (+7,1 miliardi), mentre i deficit sono stati registrati in Francia (-11,0 miliardi), Romania (-3,0 miliardi), Grecia (-2,7 miliardi) e Spagna (-2,1 miliardi).

Il tasso di risparmio delle famiglie riparte verso l'alto - Nel primo trimestre del 2021, con l'introduzione di nuove restrizioni per far fronte alla terza ondata della pandemia, il tasso di risparmio nell'area euro è salito al 21,5 per cento, il secondo livello massimo da quando Eurostat ha iniziato a raccogliere i dati sui conti settoriali nel 1999. Il record assoluto è stato registrato nel secondo trimestre del 2020 con il 25 per cento. Il tasso di risparmio delle famiglie nel quarto trimestre del 2020 si era attestato al 19,5 per cento. Il tasso di investimento delle famiglie nell'area euro non è cresciuto altrettanto, passando  dal 9,1 per cento del quarto trimestre del 2020 al 9,2 per cento del primo trimestre del 2021. I dati di Eurostat rafforzano la speranza che i consumi possano accelerare la ripresa. Nel primo trimestre i consumi sono calati dell'1,2 per cento, mentre il reddito lordo disponibile è aumentato dell'1,4 per cento.


Accade oggi in Europa

-Parlamento europeo: sessione plenaria (dibattiti sul semestre di presidenza della Slovenia, Connecting Europe, la repressione dell'Opposizione in Turchia, le Interferenze straniere nei processi democratici, la situazione in Etiopia e Tigrai, la Convenzione di Ginevra)

-Parlamento europeo: conferenza stampa del premier sloveno Jansa con Sassoli e von der Leyen

-Parlamento europeo: conferenza stampa sull'impatto degli impianti eolici off shore sulla vita marina e la pesca

-Commissione: riunione settimanale del collegio dei commissari (a Strasburgo)

-Commissione: discorso della presidente von der Leyen a un evento sul Nuovo Bauhaus europeo alla settimana della moda di Francoforte

-Commissione: il commissario Schmit partecipa a un incontro di un intergruppo del Senato italiano sulla longevità e le prospettive socio-economiche

-Banca centrale europea: audizione di Andrea Enria alla commissione Finanze del Senato italiano

-Eurostat: dati sul commercio al dettaglio in maggio; prezzi delle importazioni industriali ni maggio; differenze tra più anziani e più giovani nel mercato nel lavoro nel 2020

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