Kim Jong Ung con il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov - foto Ansa

L'arsenale dei regimi

Russia, Cina e Iran proteggono la Corea del nord perché è la loro polveriera anti occidente

Giulia Pompili

L'allineamento con Pyongyang non è solo strategico, ma anche concreto: in nome della “resistenza contro l’imperialismo” le relazioni si sono intensificate dalla fine degli anni '80. E oggi Mosca sta mettendo per la prima volta missili nordcoreani in uno scenario di guerra reale

La Russia ha usato missili nordcoreani almeno cinquanta volte sin dall’inizio dell’invasione su larga scala dell’Ucraina. Il 2 gennaio scorso, secondo gli investigatori di Kharkiv, le Forze armate russe hanno sparato per la prima volta un missile balistico nordcoreano a corto raggio, lo Hwasong-11, e nell’attacco è rimasta uccisa una donna. Anche se Mosca e Pyongyang continuano a negarlo, la Corea del nord avrebbe fornito alla Russia più di due milioni di proiettili e un numero ancora non precisato di missili balistici. Questi ultimi sono prodotti nell’impianto che si chiama 11 Febbraio all’interno del  Ryongsong Machine Complex nella città di Hamhung, la seconda  città nordcoreana dopo la capitale Pyongyang. Secondo gli analisti quelli che sta usando la Russia in Ucraina, per ora, sono missili nordcoreani di bassa qualità, poco manovrabili, che spesso esplodono in volo, ma da un lato Mosca sta mettendo per la prima volta missili nordcoreani in uno scenario di guerra reale – un “regalo” per gli scienziati nordcoreani, ha detto il comandante dell’esercito americano nel Pacifico Charles Flynn l’altro ieri a Bloomberg – dall’altro l’impianto starebbe puntando più sulla quantità che sulla qualità per soddisfare il fabbisogno russo.
 

Il leader Kim Jong Un ha fatto visita alla fabbrica di armamenti nel novembre dello scorso anno, un mese dopo il suo viaggio in Russia e l’incontro con Putin che ha sancito la collaborazione fra i due paesi. Qualche giorno fa alla Bbc il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha detto che l’allineamento fra Russia, Cina, Iran e Corea del nord è sempre più forte, e non si tratta solo di un’alleanza strategica e ideologica, ma anche concreta. Del resto la Corea del nord è il paese più inaccessibile e per questo spaventoso per i paesi alleati dell’occidente e per l’America, e finora qualunque tipo di approccio con Pyongyang ha fallito.
 

Nel frattempo, la Corea del nord si è costruita il ruolo di arsenale dei regimi e di chiunque voglia combattere contro America e occidente. È sulla base di questa “resistenza contro l’imperialismo” che alla fine degli anni 80 si sono intensificate le relazioni fra Pyongyang e Teheran e  i suoi gruppi satelliti. “Pyongyang ha venduto parti di missili a Hezbollah sin dai primi anni Duemila”, ha scritto su Nk News l’accademico Benjamin R. Young, e avrebbe anche aiutato sia Hamas sia Hezbollah nella costruzione di tunnel e di strutture sotterranee: i nordcoreani hanno affinato la tecnica sin dagli anni 50, come dimostra la rete di tunnel fra Nord e Sud della penisola. Si menziona spesso la presenza di nordcoreani in Libano nel 2006, durante la guerra con Israele, e nel 2016 gli houthi yemeniti avrebbero preso contatti con  loro per ricevere armamenti. La Corea del nord è l’arsenale dei regimi, dotato anche di armi nucleari: ignorarne o minimizzarne la minaccia è un gioco pericoloso.

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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.