Sergei Lavrov (LaPresse)

Equilibri geopolitici

Russia e Cina vogliono fare dei Brics l'alleanza anti occidente

Maurizio Stefanini

Si parla di spostare in territorio cinese il vertice delle potenze in via di sviluppo previsto ad agosto, in modo da aggirare l’ipotesi di arresto di Putin in Sudafrica. Si confermerebbe così la creazione di un forum contrario alla Nato e al Fmi

Lavrov insiste che il vertice dei Brics in agenda dal 22 al 24 agosto si terrà a Johannesburg come programmato, ma un funzionario sudafricano ha detto a Reuters che “un’opzione che sta guadagnando terreno è quella di chiedere alla Cina, precedente presidente dei Brics, di ospitarlo”. E questo per via del mandato di cattura contro Putin emesso dalla Corte penale internazionale il 17 marzo scorso. Secondo il ministro degli Esteri sudafricano Naledi Pandora la decisione finale non è ancora stata presa, ma già la scorsa settimana era stato lo stesso ex presidente sudafricano Thabo Mbeki ad ammettere in un’intervista radiofonica che se il leader russo insiste a voler esserci di persona e non via Zoom non ci sarebbero alternative. “A causa dei nostri obblighi legali, dovremmo arrestare il presidente Putin”. Martedì scorso era stato riferito che il governo sudafricano avrebbe concesso l’immunità diplomatica ai partecipanti, ma successivamente le autorità hanno pubblicato una dichiarazione in cui riconoscevano che l’immunità non si applica alla situazione del mandato Icc. Poi, lo stesso giorno, c’era stata addirittura la dichiarazione alla Bbc del viceministro del governo cooperativo e degli affari tradizionali, Obed Bapela, secondo cui il governo stava progettando di approvare una legge che avrebbe consentito alle autorità sudafricane di decidere se arrestare i leader ricercati dalla corte senza uscire dallo Statuto di Roma.

 

Il Brics in Cina per evitare l’arresto di Putin accentuerebbe comunque l’evoluzione di quello che in origine era un semplice termine creato da un economista di Godman Sachs per indicare le massime potenze al di fuori del G7, che poi era diventato un forum tra leader, e che Russia e Cina stanno ora spingendo per trasformare in una specie di forum anti G7, anti Nato, perfino anti-Fmi, visto che i paesi membri si sono dotati di una banca cui è stato chiesto di sviluppare una nuova valuta proteggere i membri dall’impatto di sanzioni. Lula ha intanto ora invitato a aderire ai Brics il Venezuela di Maduro, Lavrov ha fatto lo stesso col Kenya, l’Argentina ha detto che è interessata alla Banca dei Brics dopo aver appena oltrepassato il cento per cento di inflazione, l’ambasciatore sudafricano Anil Sooklal ha dichiarato all’Ap che almeno venti paesi hanno chiesto di aderire “formalmente o informalmente”. Il fatto che nella lista ci siano Arabia Saudita, Iran ed Emirati Arabi Uniti chiarisce ulteriormente il profilo di una congrega unita non da valori ideologici comuni, da coordinate geografiche o da interessi geopolitici, ma dalla mera alternativa verso l’occidente, sulle ingerenze nei confronti di forme di governo, repressione, o temi come quelli dei diritti umani . Il problema del Sudafrica che però non ha il coraggio di rompere con un tipo di retorica sul diritto internazionale legato ai tempi della lotta anti apartheid è a sua volta indicativo di un tipo di contraddizioni per cui, per esempio, l’India fa parte dei Brics ma è anche nell’alleanza anti cinese Quad.

 

Il problema è che per la Nato non è un momento facile. Svezia e Finlandia hanno dichiarato la loro intenzione di aderire alla Nato poche settimane dopo l’attacco su larga scala della Russia all’Ucraina. La domanda della Finlandia è stata finalmente accettata ad aprile, ma l’adesione della Svezia è tuttora bloccata dal veto di Erdogğan. C’è la storia dei gruppi curdi, c’è l’estrema destra che ha bruciato copie del Corano davanti all’ambasciata turca, ma la sensazione è che si tratti di scuse: poco prima di essere rieletto Erdoğgan ha detto alla Cnn che lui e Putin condividono una “relazione speciale”, e comunque ha tenuto a esaltare la sua posizione strategica tra i contendenti: fornendo armi preziose all’Ucraina, ma al contempo aiutando la Russia a aggirare le sanzioni, e mediando l’accordo sul grano. La scadenza per far entrare a tutti gli effetti la Finlandia nella Nato è addirittura più ravvicinata: è l’11 luglio, cioè il vertice in agenda a Vilnius, in Lituania. Il timore è che una bocciatura o anche solo rinvio dell’adesione svedese porrebbe dare agli avversari dell’alleanza un messaggio pericoloso.

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