Un'immagine della Conferenza sulla Sicurezza a Monaco di Baviera (Lapresse)

A Monaco di Baviera

Per Biden e l'Europa la guerra in Ucraina riguarda tutti. Ma sono stati ascoltati?

Sara Perria

Alla Conferenza sulla Sicurezza dello scorso weekend ogni stato ha ribadito la sua posizione. L'aria che si respira per le strade della diplomazia racconta di un equilibrio difficile fra America e Cina: in mezzo, il rapporto con la Russia

Monaco di Baviera - I “neutrali”, gli indifferenti alla guerra in Ucraina, sono stati convinti o no? La Conferenza sulla Sicurezza di Monaco è diventato un appuntamento così rilevante nell’agenda politica internazionale da far scomodare presidenti e segretari di stato, analisti e osservatori di tutto il mondo. Ma ancor di più lo è stato quest’anno, visto l’intento dell’asse europeo-americano di tessere un collante diplomatico sulla guerra in Ucraina che vada al di là dell’alleanza transatlantica. Durante lo scorso fine settimana, la capitale della Bavaria è divenuta un elegante contenitore di blindati e divise della polizia, auto con i vetri oscurati e zone della città interdette al pubblico non provvisto di tesserino di riconoscimento – in contrasto con il clima festoso di questi giorni del carnevale dei bavaresi. Una volta entrati dentro al Bayerischer Hof hotel, anche sul tesserino dei giornalisti campeggiava la inusuale scritta “escort needed”: ci sono le discussioni pubbliche sull’emergenza climatica, sulla cyber-sicurezza, la sicurezza alimentare. E poi, a margine, i bilaterali segretissimi.  

 

Sul palco ognuno ribadisce la posizione che aveva prima di partire per Monaco. Wang Yi, il più temuto diplomatico cinese, dal palco della Security Conference ha accusato gli Stati Uniti di “isteria” sulla questione del visibilissimo pallone-spia: “Il mondo è pieno di palloni, cosa facciamo, li abbattiamo tutti?”. E questo del resto è il pensiero dei molti “neutrali” sulla guerra in Ucraina, considerata una questione regionale. Wang ha invitato così l’Europa a “pensare con calma” a come far terminare la guerra, considerando il piano di pace cinese per l’anniversario della guerra. L’umore che si respira per le strade della diplomazia in azione a Monaco è che l’equilibrio tra America e Cina stia determinando la posizione di molti giocatori ancora attenti a non urtare del tutto i loro rapporti con la Russia, soprattutto in Africa e Asia. Il Sudafrica ha dichiarato la sua neutralità sulla questione Ucraina, ma in molti hanno rilevato preoccupazioni alla notizia di una esercitazione militare navale congiunta con Russia e Cina in concomitanza con la Munich Security Conference. Un peso forte come l’India ha mandato in Germania il ministro degli Esteri Subrahmanyam Jaishankar. E sono state molto commentate le sue parole su Soros “anziano” che cerca di plasmare la narrazione delle vicende globali, mentre resta non pervenuta una condanna della più grande democrazia del mondo contro la Russia sull’invasione ucraina. In precedenza Jaishankar aveva detto: “L’Europa deve uscire dalla mentalità che i problemi europei sono problemi del mondo ma i problemi del mondo non sono problemi dell’Europa”. L’America cerca di controbilanciare l’acquisto di petrolio russo da parte dell’India con l’offerta di armi, ma intanto il primo ministro indiano Narendra Modi non sembra essersi mosso dalla foto ricordo dell’incontro con Putin a Samarcanda, lo scorso settembre.

 

La preoccupazione dell’Africa è invece quella espressa dal presidente del Ghana Nana Addo Dankwa Akufo-Addo, in un panel con il capo del Fondo monetario internazionale, Kristalina Georgieva, e Bill Gates su come ridurre il gap fra paesi ricchi e paesi in via di sviluppo. Bisogna ripensare le istituzioni internazionali e considerare l’impatto che la guerra in Ucraina sta avendo sulla sicurezza alimentare dell’Africa, intervenendo per supportare il continente che invece, in questo momento, è “abbandonato a se stesso”, dice Akufo-Addo. A supporto della tesi, il presidente ghanese ribadisce il problema dei cambiamenti climatici, sempre più politicamente usato come arma retorica anti-occidentale. “Voglio essere chiaro: l’Italia è con l’Europa, gli Stati Uniti e la Nato”, ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nel suo intervento alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco. Unico rappresentante del governo italiano, Tajani è arrivato sul finale conferenza di domenica per ribadire l’adesione dell’Italia all’alleanza transatlantica che nessuno dei presenti europei, in fondo, mette in discussione.