Guerra Russia Ucraina. Le notizie del giorno

Redazione

Secondo Kyiv aumenta l'offensiva russa nel Donbas. Guterres da Zelensky, che fa il conto della guerra: 600 miliardi. Nel pomeriggio parla Biden

Giorno 64 dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina. La giornata, in breve

  • Mosca avrebbe intensificato la sua offensiva sul Donbas, vicino all'area di Izyum, secondo quanto riporta sui suoi canali lo Stato maggiore ucraino. 
  • Il presidente ucraino Zolodymyr Zelensky ha detto che finora la guerra scatenata dalla Russia è costata a Kyiv 600 miliardi di dollari. "Più di 32mila metri quadri di spazio vivibile, più di 1500 strutture educative e 350 edifici sanitari sono stati distrutti o danneggiati", ha detto ieri durante un incontro con alcuni amministratori locali. Circa 11,5 milioni di ucraini hanno abbandonato il paese fino a questo momento.
  • Dopo aver fatto visita a Vladimir Putin, il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres è volato a Kyiv per incontrare Zelensky. "La guerra non finirà con gli incontri. La guerra finirà quando la federazione russa decide di finirla e quando c'è - dopo un coprifuoco - la possibilità di arrrivare a un accordo", ha detto Guterres in un'intervista alla Cnn. 
  • A Kherson dall'1 maggio si userà il rublo come valuta. Lo riferisce l'agenzia di stato russa Ria Novosti. Come abbiamo scritto qui, la città è diventata un altro simbolo peculiare della resistenza ucraina. 
  • Dopo aver accusato Putin di usare il gas come "strumento di ricatto", secondo le parole della presidente della commissione europea Ursula Von der Leyen, l'Ue sta valutando l'imposizione di un nuovo pacchetto di sanzioni che preveda anche un embargo completo sull'importazione di gas e petrolio russi. Una decisione verrà presa nel giro di due settimane.
  • Il presidente russo Vladimir Putin ieri ha detto che qualsiasi interferenza di paesi terzi sull'Ucraina avrà, da parte di Mosca, una "risposta fulminea". E ha minacciato l'uso di armi "mai viste prima".
  • Oggi pomeriggio il presidente americano Joe Biden tiene un altro discorso sulla guerra in Ucraina (alle 16 e 45 italiane).

     

Zelensky: pronti a negoziare per evacuare le persone rimaste ad Azovstal, Mariupol

L'Ucraina è pronta a negoziare l'evacuazione delle persone rimaste ad Azovstal: lo ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, nel corso della conferenza stampa congiunta  con il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres.

"Ho fiducia e credo, così come lo credono i familiari delle persone che sono bloccate nell'Azovstal, che il segretario generale e noi riusciremo ad avere un risultato positivo. Apprezziamo i vostri sforzi per ridurre l'escalation. Occorre cogliere ogni opportunità per raggiungere la pace. È importante che oggi il segretario generale abbia assistito personalmente ai crimini di guerra della Russia in Ucraina visitando la periferia di Kyiv".

 

Guterres: Consiglio di sicurezza Onu ha fallito
 

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha fallito "nell'impedire e porre fine" alla guerra della Russia contro l'Ucraina. Lo ha detto il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres in una conferenza stampa a Kyiv, insieme al presidente ucraino Volodymyr Zelensky. "Lasciatemi essere molto chiaro: il Consiglio di sicurezza non ha fatto tutto ciò che era in suo potere per prevenire e porre fine a questa guerra. E questo è fonte di grande delusione, frustrazione e rabbia"

"Il Consiglio di sicurezza non è l'Onu", ha aggiunto Guterres, ammettendo di non avere il potere "di riformare il Consiglio di sicurezza. Non mi faccio illusioni sulla possibilità di farlo immediatamente, ma farò tutto quello che è in mio potere per fare dell'Onu un'istituzione il piu' efficace possibile".

Due forti esplosioni a Kyiv

Due forti esplosioni si sono state avvertite a Kyiv, dove si è alzata una colonna di fumo. L'attacco sarebbe avvenuto proprio mentre era in corso la conferenza stampa del presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres.

Sul suo canale telegram, il sindaco della capitale ucraina ha confermato le esplosioni, attribuendone la responsabilità all'esercito russo: "Amici! In serata il nemico ha sparato su Kiyv. Due colpi nel ditretto di Shevchenkivskyj", il messaggio di Vitaliy Klychko, sul suo canale Telegram.

 

Ucraina, vicepremier Vereshchuk: scambiati 45 prigionieri
 

45 cittadini ucraini, di cui 33 militari e 12 civili, sono stati rilasciati dalle truppe russe, in un nuovo scambio di prigionieri. Lo ha dichiarato la vice prima ministra e ministra per la Reintegrazione dei territori temporaneamente occupati dell'Ucraina, Iryna Vereshchuk, sul proprio canale Telegram. 


 

Biden chiede al Congresso 33 miliardi di dollari per Kyiv

L'amministrazione Biden ha chiesto al Congresso di autorizzare spese per 33 miliardi da utilizzare per il supporto all'Ucraina.

Nello specifico, circa 20 miliardi saranno destinati, a vario titolo, al sostegno militare mentre il resto dovrebbe essere riservato alle necessità economiche e umanitarie del paese.


Fonti Ucraina: l'esercito russo ha bombardato un ospedale militare a Mariupol
 

L'esercito russo ha bombardato una sala operatoria di un ospedale militare da campo situato nel territorio dell'acciaieria Azovstal di Mariupol, vi sono morti e feriti. Lo ha dichiarato il reggimento Azov sul proprio canale Telegram. "A causa dell'attacco nemico, una parte dell'edificio è crollato, in particolare la sala operatoria, il che rende impossibile aiutare i nostri soldati feriti", si legge nella dichiarazione. Il reggimento Azov ha poi sottolineato che le truppe russe continuano a cercare di eliminare anche "quei difensori di Mariupol che non possono più impugnare armi"

 


La Cina attacca nuovamente la Nato
 

Ancora una volta la Cina attacca la Nato, "uno strumento di singoli paesi per cercare l'egemonia" non solo nel Nord Atlantico, ma anche nell'Asia-Pacifico, verso cui si è rivolta negli ultimi anni "per mostrare la sua potenza e fomentare conflitti". Sono le parole del portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin. 

"La Nato afferma di essere un'organizzazione difensiva, ma in realtà crea costantemente confronto e problemi, richiede agli altri paesi di attenersi alle norme di base delle relazioni internazionali, ma lancia incautamente guerre contro stati sovrani e li bombarda indiscriminatamente, provocando la morte e lo sfollamento di civili innocenti. La Nato ha già causato confusione in Europa, quindi rovinerà ancora l'Asia-Pacifico e il mondo intero?" 


Il Parlamento tedesco dice sì all'invio di armi pesanti

Il Parlamento tedesco ha dato il via libera alla consegna di armi pesanti all'Ucraina. La mozione congiunta presentata dal governo e dall'opposizione ha ottenuto al Bundestag 586 voti a favore, mentre in 100 hanno votato contro e sette si sono astenuti. Nel testo i deputati chiedono che "si continui e, nella misura del possibile, si acceleri la consegna degli equipaggiamenti necessari all'Ucraina, ampliando anche la consegna per includere armi pesanti e sistemi complessi".
 

Prima del voto tedesco, il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov aveva spiegato durante un briefing con la stampa che la tendenza ad inviare armi all'Ucraina e in altri Paesi è un'azione che minaccia la sicurezza del continente europeo, provocando instabilità. 


 

L'Ungheria ha aderito al pagamento del gas in rubli

L'Ungheria ha aderito ai termini di pagamento delle forniture di gas russo voluti da Mosca. Lo ha confermato il ministro degli Esteri ungherese in un'intervista all'emittente "Cnn". Secondo quanto ha spiegato il ministro, Budapest non ha alternative per garantire la propria sicurezza energetica  "La Russia rappresenta l'85 per cento delle nostre forniture di gas e il 65 per cento di quelle di petrolio e ciò è determinato dalle infrastrutture".


 

Metsola: "Embargo immediato. L'Unione europea non ha paura della Russia"

"L'Unione europea non ha paura della Russia. È il momento di decidere l'embargo immediato di tutte le forniture energetiche controllate dal Cremlino", dice Roberta Metsola in un'intervista al Messaggero in cui fa il punto della situazione dopo la decisione della Russia di sospendere le forniture di gas a Polonia e Bulgaria. "Non possiamo lasciarci dividere da Vladimir Putin", ha aggiunto, spiegando che "l'energia è sempre stata un'arma politica per la Russia, uno strumento usato per esercitare la propria influenza. Ma Mosca non può essere contemporaneamente un membro della comunità internazionale e un aggressore che commette crimini di guerra. Come Parlamento europeo vogliamo un embargo immediato di tutte le forniture energetiche controllate dal Cremlino"

"Questo - ha detto ancora Metsola - è anzitutto il momento di mobilitarci tutti insieme e di sostenere Polonia e Bulgaria e qualsiasi altro stato membro che Putin dovesse decidere di mettere nel mirino. L'Ue non può essere ricattata." 

Una prospettiva, questa, che ha messo in allerta anche il governo Draghi che valuta in queste ore se e in che misura le minacce di Mosca - considerate per ora "non imminenti" - possano trovare uno sbocco concreto nei confronti dell'Italia, studiando eventuali alternative.

Sul fronte parlamentare invece è stata Irene Tinagli, vicesegretario del Pd, a rilanciare l'ipotesi di un stop totale alle forniture russe: “Putin vuole imporre una pace dittatoriale. Questa non può essere la soluzione", ha detto l'esponte dem, secondo cui “l’embargo potrebbe essere l’unica arma per indebolirlo e costringerlo a negoziare".
 


Uk, ministero della Difesa: la Russia può ancora colpire dal Mar Nero
 

"Nonostante le perdite, la flotta russa sul Mar Nero mantiene la capacità di colpire obiettivi in Ucraina e sulla costa". Lo afferma il ministero della Difesa britannico nell'ultimo aggiornamento dell'intelligence.

Attualmente nel nella zona operativa del Mar Nero, evidenzia l'intelligence britannica, ci sono circa 20 imbarcazioni della Marina russa, compresi sottomarini. Lo Stretto del Bosforo, aggiunge, resta tuttavia chiuso a tutte le navi da guerra non turche, rendendo alla Russia impossibile rimpiazzare la perdita dell'incrociatore Moskva nel Mar Nero

 

 


 

 

Stoltenberg (Nato): "Auspico processo di adesione veloce per Svezia e Finlandia"

In una conferenza stampa da Bruxelles a cui ha preso parte anche il presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha detto di auspicarsi "un processo di adesione veloce per Svezia e Finlandia" all'interno dell'Alleanza Atlantica. 

"Naturalmente spetta alla Finlandia e alla Svezia decidere se vogliono chiedere l'adesione alla Nato o no. Ma se decidono di candidarsi, Finlandia e Svezia saranno accolte a braccia aperte nella Nato", ha detto Stoltenberg.  "Sappiamo che le loro forze armate soddisfano gli standard della Nato, sono interoperabili con le forze della Nato, ci addestriamo insieme, ci esercitiamo insieme, e abbiamo anche lavorato con Finlandia e Svezia in molte missioni e operazioni diverse. Quindi, se fanno domanda saranno i benvenuti e mi aspetto anche che il processo sia rapido".


 

Guterres (Onu) a Bucha e Borodyanka. "Questa distruzione è inaccettabile nel XXI secolo"

Nella sua visita in Ucraina, il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres è andato a Borodyanka, tra i più crudi teatri di guerra emersi nell'arco di questo conflitto. "Questa distruzione è inaccettabile nel XXI secolo", ha detto Guterres, visitando le fosse comuni dove sono morte centinaia di persone.

Guterres è stato poi a Bucha, dichiarando di appoggiare pienamente le indagini della Corte penale internazionale (Cpi) sulla guerra in Ucraina e facendo appello alla Russia affinché accetti di collaborare. 


 

Continuano le forniture di Gazprom ai paesi europei

Secondo i dati di Gazprom, il fornitore di gas russo ha continuato ad alimentare i flussi di materia prima verso i paesi dell'Ue (eccetto Polonia e Bulgaria). Non ci sono state per ore, quindi, interruzioni o restrizioni. 


 

Secondo gli ucraini sarebbero stati commessi più di 8500 crimini di guerra

L'ufficio del procuratore dell'Ucraina ha pubblicato una tabella in cui fa il conto di quanti crimini di guerra sarebbero stati commessi dai russi nel paese: sono più di 8500, con 217 bambini uccisi dall'inizio del conflitto.

 

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