
(foto LaPresse)
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Londra. Gli ospedali inglesi si preparano al peggio nella lotta contro il coronavirus, e prendono misure drastiche per gestire l’aumento dei contagi. “L’Nhs (il sistema sanitario britannico, ndr) è sul piede di guerra”, ripetono molti commentatori che paragonano gli infermieri ai soldati in trincea. La scorsa settimana gli operatori sanitari hanno ricevuto una mail che diceva loro che si trovavano di fronte a “un incidente di grandi dimensioni”, che avrebbe fatto scattare il protocollo di emergenza. Il medico Max Pemberton racconta sullo Spectator che molti suoi colleghi sono rimasti svegli la notte per sviluppare un piano anticrisi. La mattina seguente i dirigenti ospedalieri hanno presentato una serie di misure straordinarie, tra cui la chiusura di alcuni reparti e il rilascio di pazienti affetti da patologie lievi. Il sistema sanitario inglese si sta attrezzando per sopravvivere al picco dei contagi previsto per metà aprile. “Il numero di pazienti negli ultimi giorni è rimasto piuttosto stabile”, spiega al Foglio Luigi Guidi, un medico di un ospedale londinese: “L’Nhs è consapevole che le cifre dei contagi aumenteranno nelle prossime settimane, e sta prendendo delle precauzioni per evitare di finire sotto pressione come gli ospedali in Lombardia”. Migliaia di infermieri provenienti da tutto il paese sono stati trasferiti a Londra, l’epicentro dell’epidemia, e gli è stato detto di essere pronti a passare la notte in ospedale per un periodo di almeno sei settimane. Alcune compagnie aeree, tra cui EasyJet e Virgin Airlines, hanno chiesto ai loro assistenti di volo di offrirsi come volontari al Nightingale Hospital, allestito in un grande centro conferenze a Londra per curare i casi di coronavirus. Anche alcuni parlamentari con un passato da medici hanno deciso di tornare in prima linea.
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