Gran Bretagna sigillata e impacchettata, che guaio
Gli inglesi hanno sempre avuto la sensazione di poter vivere senza di noi, ma ora tra Brexit e quarantena estiva negano tutto il mondo a Londra e Londra a tutto il mondo
-
Road map globale
-
Occhio agli autocrati, ma questa è la pandemia del risveglio democratico
-
Il ritorno dei tipi da establishment
-
Nel focolaio di Londra
-
Cummings, sempre lui
-
Quelli dell'appeasement
-
La maratona inglese
-
Il segreto di Trieste
-
Je ne regrette rien
-
La Brexit peserà di più sul futuro della geopolitica che dell'economia
Tra Brexit e quarantena estiva ci tocca un mondo senza l’Inghilterra e senza gli inglesi. Strano. Anzi inaudito. Triste. Chi è stanco di Londra è stanco della vita, diceva il dottor Johnson. Ma non è un problema turistico. Ora Londra è stanca di sé stessa, della sua proiezione in Europa, della sua accoglienza multicontinentale, ripiega verso la deriva marittima in una specie di Dunkirk globale in cui al patriottismo subentra l’isolazionismo, ingigantito dai pericoli della pandemia che ha colpito duro un paese pronto a tutto e preparato a niente, in questo caso. Gli inglesi hanno sempre avuto la sensazione di poter vivere senza di noi, il Commonwealth era il sostituto naturale delle vicinanze ostili, un braccio largo di influenza e ricchezza attraverso le acque oceaniche, eludendo gli ingombri della terra. Nebbia sulla Manica, il continente è isolato, scherzavano. Ora è proprio così, ma gli ultimi provvedimenti restrittivi negano tutto il mondo a Londra e Londra a tutto il mondo, che guaio.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitaleLe inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioniOPPURE
- Giuliano Ferrara Fondatore
"Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.