Airbnb, millennial e sogni americani, a lezione di ottimismo da Chris Lehane

Micol Flammini

L'ex consigliere di Bill Clinton è ora volto politico della piattaforma online di affitti a breve termine

Roma. Che il vero cambiamento non sia tanto un vento o una rivoluzione, quanto un prodotto dell’ottimismo, ce lo dice Chris Lehane. A Piazza sant’Ignazio, a pochi passi dal Parlamento, non lontano dalle piazze e piazzette romane in cui mondanità e politica si confondono. Ce lo dice sorridendo, ce lo dice entusiasta. Entusiasta di Roma, entusiasta del branzino con le patate (senza spine), entusiasta dei mille progetti di Airbnb di cui lui, ex consigliere di Bill Clinton, è ora il volto politico. La piattaforma online di affitti a breve termine ha da poco stretto una partnership con il Comitato olimpico internazionale e fornirà alloggi per tutti i giochi fino al 2028. Tokyo, Pechino, Parigi, Milano, Los Angeles, per delle Olimpiadi sostenibili, “possiamo aiutare a creare alloggi senza doverne costruire di nuovi”. Quindi è iniziata la mobilitazione di tutta la comunità, che fornirà affitti anche a chi i giochi non li farà, ma li guarderà: “Le persone potranno anche fare esperienze con gli atleti, potranno guardarli mentre si allenano, quando mangiano, potranno incontrarli. Abbiamo anche un accordo per aiutare gli atleti rifugiati. La forza – dice Lehane illuminandosi – sta nei valori sociali che tengono uniti Airbnb e le Olimpiadi”. Milano, Pechino, Tokyo hanno risposto bene all’iniziativa, Parigi meno. Il sindaco della città, Anne Hidalgo ha proposto un referendum su Airbnb dopo le lamentele degli albergatori in vista delle Olimpiadi del 2022. Un referendum su Airbnb! “Lascio che siano i parigini a parlare, ma credo che l’accordo, per come è costruito, ruoti attorno alla sostenibilità, ai rifugiati, alla possibilità di rendere il turismo e le città più accessibili. I giochi devono essere aperti, per tutti, questo è anche il cuore dello spirito olimpico”. Chris Lehane è il volto politico, l’ambasciatore di Airbnb, e più ne parla più sembra che abbia trasferito sulla piattaforma una fede incrollabile nella società aperta. “Questo è il viaggio, è così, viaggiando, che è iniziata la società aperta”. Consigliere di Clinton, poi di Al Gore nel 2000, dal 2015 Lehane guarda dalla Silicon Valley come tutto si sta trasformando: gli Stati Uniti, la Casa Bianca e il Partito democratico. In vista delle elezioni presidenziali del 2020 ad animare i dibattiti dei democratici ci sono diciassette candidati, forse diciotto con l’arrivo di Michael Bloomberg, e a Lehane, che guarda con ottimismo anche al cannibalismo tra correnti, il numero non sembra eccessivo, anzi, “è salutare”. “Ogni candidato ha dei temi da tirare fuori, e il fatto che se ne parli non può che far bene e può portare soltanto al progresso del Partito democratico”. Se il partito debba spostarsi più a sinistra o ritrovare il centro è secondario, i moderati di oggi erano i progressisti di ieri, “è la politica che segue la gente, intercetta gli elettori, i problemi e cerca le soluzioni, è per questo che credo che tanto dibattito, tante idee all’interno dello stesso gruppo facciano bene e poi è chiaro, vincerà chi prendere più voti in Iowa, l’ho detto anche al New York Times qualche settimana fa”. Vedere la terza via clintoniana fatta a brandelli non deve quindi suscitare nessuno strano effetto, altrimenti si rimane immobili e non c’è nulla che possa fare più male dell’immobilità. “Sia i moderati sia i progressisti cercano di dare delle risposte economiche contro le disuguaglianze”.

 

In queste elezioni però c’è qualcosa di diverso, c’è una scommessa in più secondo Chris Lehane ed è una battaglia di cui forse qui, nella nostra Europa, non avevamo percepito l’importanza. È il sogno americano! L’american dream è l’ethos della società americana, è l’idea che se lavori bene puoi avere accesso a una vita felice, e che i tuoi figli ne avranno una migliore della tua. Ma questo principio ha iniziato a essere messo in discussione da almeno due decenni, queste elezioni saranno importanti perché serviranno a dare delle risposte”. Riprende Lehane: “Il liberalismo è servito a promuovere l’idea di felicità e usava capitalismo come motore per permettere la crescita e fare in modo che tutti potessero migliorare la propria vita, i diciassette candidati parlano anche di questo”. Tutta la battaglia in seno al Partito democratico è quindi un tentativo di ritrovare la strada che porta al sogno americano, e anche se non lo si nomina, è tutto un parlare di lui. “Elizabeth Warren forse è il candidato che lo fa in modo più eloquente, sta mettendo davanti agli occhi questioni importanti, bisogna parlare di diseguaglianze”. Proprio Elizabeth Warren, forse la più testarda e accanita dei candidati contro la Silicon Valley, sembra strano sentirlo dire da Chris Lehane. Con la tecnologia, ci dice, bisognerà fare i conti al più presto, anche con le aziende tech, “hanno responsabilità enormi”, anche di lavoro e automazione bisogna parlare. A proposito di Silicon Valley, mentre le altre aziende della cosiddetta sharing economy, da Uber a Lyft, vedono anni faticosi, fino al disastro di WeWork, Airbnb l’anno prossimo si quoterà in Borsa, e tutti tengono il fiato sospeso. “The last scrutiny – dice Lehane con un sorriso – la verità è che il nostro modello di business è profondamente diverso. È capital light, non abbiamo bisogno della stessa quantità di capitale delle altre e poi noi siamo davvero globali, presenti in 191 paesi, è un’altra dimensione”.

 

L’èra di Trump non ha scalfito Airbnb, che pure ha spesso criticato il presidente repubblicano. “Questa Amministrazione non è stata un problema per le aziende, abbiamo avuto un presidente non convenzionale, ma cambiamenti economici non ce ne sono stati”. Lo scontro è stato più sul fronte dei valori. “Io credo nella società aperta, ed è questo il valore che anche Airbnb vuole promuovere. Se vogliamo che le condizioni umane migliorino, se vogliamo andare avanti, abbiamo bisogno di una società aperta”. A questo punto Chris Lehane ci sorprende, più di prima. Perché il segreto di questa società aperta, di questo mondo che vuole andare avanti e smettere di guardarsi indietro, lo spirito che non ha il tempo per il passatismo viene dai millennial. “Voi ragazzi siete parte di tutto questo!”, ci dice il consigliere di Bill Clinton, ispiratore, dicono, di Doug Stamper di “House of Cards”, se sia vero o meno non ci interessa, ma di certo non riusciamo a scorgere la perfidia del personaggio dietro al volto numero uno della politica di Airbnb, sarà l’entusiasmo. “Millennial e generazione Z hanno per natura quella politica di apertura, hanno un’altra definizione della parola confine, queste generazioni non conoscono muri o bolle o clan. Per costituzione credono nelle virtù della società aperta, non si definiscono in base al posto in cui sono nati”. Se c’è da essere ottimisti, bisogna guardare ai millennial, ricomincerà tutto da qui. “Tra dieci anni le istituzioni si riempiranno di millennial, quindi il cambiamento arriverà sicuramente”.

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