Ali Khamenei, Guida Suprema iraniana, si reca alle urne per l'elezione presidenziale del maggio 2017 (foto LaPresse)

Khamenei dice a Trump: pentiti

Redazione

La Guida Suprema iraniana esclude contatti diretti con l’America

Gli Stati Uniti devono “pentirsi”, ha detto la Guida suprema iraniana, Ali Khamenei, e ritornare all’accordo del 2015 sul programma nucleare: soltanto in questo caso, i canali di comunicazione tra la Repubblica islamica e l’America potranno riaprirsi, sempre all’interno dei tavoli negoziali previsti dall’accordo. Nessun incontro diretto quindi, “né a New York né in un altro luogo”, ha detto Khamenei, escludendo così la possibilità vagheggiata da Donald Trump di un meeting ai margini dell’Assemblea nazionale dell’Onu. La posizione di Trump su questi colloqui è, come accade ormai su qualsiasi dossier, altalenante: il presidente americano vorrebbe dimostrare che le iniziative dei suoi predecessori, in particolare di Barack Obama, sono state fallaci e che soltanto lui è in grado di portare avanti accordi storici e spettacolari. Ma questa sua velleità si scontra con i rifiuti iraniani da un lato e, soprattutto, dall’altro lato l’attacco alle raffinerie saudite di sabato scorso, che ha colpito il cuore della produzione di greggio del Regno saudita e quindi si scontra con tutto il mercato petrolifero globale. Il Pentagono sta mettendo insieme tutte le perizie e le analisi fatte in questi giorni per ricostruire la dinamica dell’attacco e soprattutto il punto di partenza dei droni. Secondo fonti di stampa, questo punto di partenza si troverebbe nel sud dell’Iran e non nello Yemen e anzi la vulnerabilità dei siti sauditi si è verificata proprio perché i sistemi di sicurezza erano rivolti verso sud e non verso l’Iran. Trump non ha ancora esplicitamente accusato l’Iran dell’attacco, dice che sta aspettando che ci siano tutte le prove e le verifiche esatte, ma secondo i commentatori sta cercando di stabilire la sua prossima mossa. Trump non vuole una guerra con l’Iran, come ha dimostrato quando ha fermato il blitz a luglio dopo l’abbattimento del drone da parte degli iraniani, ma non può nemmeno ignorare che per l’alleato saudita l’attacco è stato molto grave.

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