Una colonna di prigionieri sauditi controllata dalle forze houthi (foto Mohammed Huwais / AFP)

L'Arabia Saudita ha appena preso una botta pazzesca dagli yemeniti

Daniele Raineri

Il gruppo di Ansar Allah, sostenuto dall'Iran, entra nella regione saudita del Najran. Ma è solo l'ultima di una serie di sconfitte umilianti subite dall'alleato dagli Stati Uniti

Roma. L’Arabia Saudita in questi giorni ha subito una sconfitta militare pesantissima in casa propria. Il gruppo yemenita Ansar Allah, l’Esercito di Dio, quindi la forza armata aiutata dall’Iran che spesso viene indicata sui media come “ribelli houthi” anche se ormai controlla metà dello Yemen da quattro anni, ha superato il confine ed è entrata nella regione saudita del Najran e a partire dal 25 agosto ha aggredito le forze saudite con risultati disastrosi – per gli aggrediti. In questi giorni gli yemeniti hanno fatto uscire le immagini dell’operazione, chiamata inevitabilmente “La Vittoria che viene da Dio”, e in effetti si vedono centinaia di prigionieri sauditi marciare con le mani dietro la testa e decine di mezzi corazzati, alcuni dei quali acquistati dagli Stati Uniti, in fiamme. E’ probabile che il comunicato di Ansar Allah gonfi molto il successo sul campo e per esempio parla di duemila prigionieri e di tre brigate saudite che si sono arrese dopo essere state circondate. Ma il significato politico-militare è molto chiaro. Dopo quattro anni di raid aerei e di guerra a terra e a dispetto di un blocco navale, le forze che combattono contro Ansar Allah e che sono armate, sostenute e appoggiate dai sauditi e fino a poco tempo fa da un altro peso massimo del Golfo, gli Emirati Arabi Uniti, non riescono a prevalere e anzi sono costrette a incassare sconfitte umilianti. E’ il fallimento di quell’asse saldissimo che si è creato tra il principe Mohamed bin Salman nella capitale saudita Riad e il clan di Donald Trump a Washington. Bin Salman di questa guerra è l’ideatore e il grande sponsor, ma non riesce più a uscirne. Non soltanto non vince, ma da due anni Ansar Allah ha cominciato a lanciare missili balistici contro bersagli sauditi e compie anche incursioni terrestri che durano settimane, come questa che ha appena prodotto video e immagini così dure.

 

Il comunicato di Ansar Allah per rivendicare questa vittoria è molto dettagliato e molto diverso da quello usato per annunciare il bombardamento due settimane fa delle raffinerie saudite – in cui anche il numero dei droni era sbagliato, gli yemeniti dicevano “dieci” quando invece fu usato un misto di missili cruise e di droni carichi di esplosivo che provocò almeno diciassette punti di impatto contro i bersagli. In quel caso, è successo che Ansar Allah ha dato copertura diplomatica a un’operazione che in realtà è stata organizzata e lanciata dall’Iran. Se c’è un senso in questo ultimo mese di guerra, è che c’è una degenerazione progressiva e sempre più veloce della situazione in quel quadrante.

  • Daniele Raineri
  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)