Il presidente della Germania Frank-Walter Steinmeier (foto LaPresse)

Tappeti rossi a Berlino per l'Iran

Il presidente della Germania Frank-Walter Steinmeier nuovamente accusato di appeasement su Teheran

Il presidente della Germania Frank-Walter Steinmeier ha affrontato una nuova serie di critiche per aver omaggiato il regime iraniano in una cerimonia venerdì (16 agosto ndr) a Berlino in cui ha dato il benvenuto al nuovo ambasciatore della Repubblica islamica dell’Iran. “Grande onore per un regime barbaro”, recita il titolo di Bild, il quotidiano più venduto in Germania, sull’accoglienza di Mahmoud Farazandeh. Steinmeier era già stato coinvolto in uno scandalo a febbraio quando aveva inviato un telegramma ai governanti iraniani congratulandosi con il regime per il 40esimo anniversario della loro rivoluzione islamica.

 

Gli Stati Uniti classificano il regime clericale dell’Iran come principale sponsor internazionale del terrorismo. Il governo tedesco ha presenziato a una cerimonia di innalzamento della bandiera del regime iraniano, presso la residenza del presidente al Palazzo Bellevue a Berlino. Bild chiede: “L’ambasciatore di un regime omicida dovrebbe davvero ricevere un tale benvenuto come ogni altro ambasciatore?”. Ulrike Becker, portavoce della ong Stop the Bomb, ha detto alla Bild: “E’ deprimente con quale perseveranza il governo federale e la presidenza federale ignorano la catastrofica situazione dei diritti umani in Iran e le politiche terroristiche e antisemite del regime iraniano”. Ha detto che il governo tedesco finge che ci possa essere una “normalità diplomatica” con il regime iraniano. Becker ha aggiunto che il governo tedesco dovrebbe rifiutare di fare affari come di consueto con un regime “che giustizia gli omosessuali e le minoranze religiose, che costringe le donne sotto il velo e il cui obiettivo è distruggere Israele”. Julian Reichelt, caporedattore di Bild, ha twittato contro “un regime terroristico antisemita che vuole spazzare via Israele, opprime le donne e impicca gli omosessuali”.

 

La politica estera pro iraniana della Germania ha affrontato critiche quotidiane da parte di gruppi per i diritti umani, giornalisti e politici. Il decano del Centro Simon Wiesenthal, il rabbino Abraham Cooper, ha detto al Jerusalem Post che “con tutto il rispetto, è tempo che il ministro degli Esteri tedesco abbandoni la sua affermazione che sono state le lezioni di Auschwitz a spingerlo alla vita pubblica. Chiaramente non ha imparato nessuna lezione dalla situazione attuale. Invece di indebolire il regime tirannico e genocida di Teheran, sta facendo di tutto per rafforzare l’Iran. Le sue istruzioni all’ambasciatore tedesco delle Nazioni Unite non sono quelle di un amico di uno stato ebraico”. Il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas, socialdemocratico, aveva annunciato l’anno scorso di essere entrato in politica “a causa di Auschwitz”. Cooper ha dichiarato: “Prima di invocare nuovamente Auschwitz, dovrebbe tornare a rileggere la storia. Ci aspettavamo molto di più dal ministro degli Esteri Maas. Sfortunatamente, lo troviamo dalla parte sbagliata dei binari sulle minacce esistenziali che Israele deve affrontare ogni giorno”.

 

*Questo articolo è stato pubblicato sul Jerusalem Post il 18 agosto 2019

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