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Come funziona la nuova tassa sugli extraprofitti delle banche

Redazione

Cambiano alcuni parametri rispetto alla bozza circolata nei giorni scorsi. L'imposta andrà versata nel corso del 2024 e le risorse saranno destinate a contrastare i danni dell'inflazione, spiega Palazzo Chigi 

Dopo l’annuncio del vicepremier Matteo Salvini circa l’istituzione di una nuova tassa sugli extraprofitti bancari, arrivano maggiori dettagli sul suo funzionamento.

“Il decreto istituisce, per l’anno 2023, una imposta straordinaria a carico degli intermediari finanziari, escluse le società di gestione dei fondi comuni d'investimento e le società di intermediazione mobiliare”, spiega Palazzo Chigi, che sottolinea come la decisione sia dettata “dell’andamento dei tassi di interesse e dell’impatto sociale derivante dall’aumento delle rate dei mutui”, come già dichiarato sia dal ministro Salvini sia dall’altro vicepremier Antonio Tajani. 

 

Rispetto alla bozza cambiano leggermente i parametri previsti per il calcolo. Il comunicato finale del Cdm spiega infatti che l’imposta straordinaria sarà determinata applicando un’aliquota del 40 per cento sul maggior valore tra: 

 

a) l’ammontare del margine d’interesse di cui alla voce 30 del conto economico, redatto secondo gli schemi approvati dalla Banca d’Italia, relativo all’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2023 che eccede per almeno il 5 per cento il medesimo margine nell’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2022;

 

b) l’ammontare del margine di interesse di cui alla voce 30 del conto economico, redatto secondo gli schemi approvati dalla Banca d’Italia, relativo all’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2024 che eccede per almeno il 10 per cento il medesimo margine nell’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2022.

Come affermato dal vicepremier Salvini in conferenza stampa, anche nel comunicato di Palazzo Chigi viene sottolineato che le risorse derivanti dalla misura “saranno destinate al finanziamento del fondo per i mutui sulla prima casa e per interventi volti alla riduzione della pressione fiscale di famiglie e imprese”. L’imposta straordinaria andrà versata nel corso del 2024 e non sarà deducibile ai fini delle imposte sui redditi e dell’imposta regionale sulle attività produttive.

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