Foto GettyImages

Risultati

I numeri record di Intesa costringono Meloni a fare una scelta

Mariarosa Marchesano

Le previsioni del primo trimestre dell'anno fanno della banca guidata da Carlo Messina un leader europeo per redditività. Ora il governo deve decidere se confermare o meno la tassa sugli extraprofitti

I risultati del primo trimestre 2024 delle banche sono particolarmente attesi perché rappresentano un test sulla “tenuta” dei ricchi profitti registrati nel 2023 grazie a un contesto di mercato favorevole creato dagli elevati tassi d’interesse, che ancora persistono. Ebbene, da quanto annunciato dal gruppo Intesa Sanpaolo, guidato da Carlo Messina, il 2024 e il 2025 non avranno nulla da invidiare all’anno passato, anzi. Intesa Sp stima di registrare utili superiori a 8 miliardi in entrambi gli esercizi a fronte di 7,7 miliardi totalizzati nel 2023. Si tratta di una previsione che si basa sui conti dei primi tre mesi che hanno prodotto utili per 2,3 miliardi, in crescita di oltre il 17 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Intesa Sanpaolo è così leader europeo per redditività, ci ha tenuto a rivendicare Messina, che ha anche annunciato che Francesco Profumo, il quale ha di recente lasciato la guida dell’Acri, sarà presidente di Isibank, la banca digitale del gruppo.

Il 6 maggio toccherà a Mps comunicare i risultati mentre il 7 sarà il turno di Unicredit, Banco Bpm e Credem, 8 e 10 maggio di Mediobanca. Ovviamente, ogni banca ha la sua storia e la sua efficienza gestionale, ma le attese del mercato sono molto positive nei confronti del settore. Anche se la Bce dovesse cominciare a tagliare i tassi a partire da giugno, viene ritenuto probabile un allentamento molto graduale di politica monetaria. Dunque, il contesto di mercato favorevole potrebbe continuare parallelamente alla capacità degli istituti di essere particolarmente redditizi e premiare gli azionisti (a proposito, solo gli utili del primo trimestre permetteranno a Intesa di distribuire a fine anno nuovi dividendi per 1,6 miliardi, per non parlare dei programmi di buyback per ripartire il capitale in eccesso). Di fronte a un piatto che si annuncia molto ricco, sarà interessante vedere se il governo Meloni confermerà o meno la “non” tassa sugli extra profitti, misura che, dopo le polemiche e la bocciatura della Bce, si è trasformata in un sostanziale accantonamento di riserve di capitale per le banche. 

Di più su questi argomenti: