Giovani in piazza durante una manifestazione sull'ambiente (foto LaPresse)

Ragazzi non c'è ancora niente per voi

Redazione

Meglio usare l’istruzione che l’ambiente per avere il voto giovane

Per chi votano i giovani? Un ampio studio di Eurobarometro del luglio scorso sulle elezioni europee di marzo rivela che nei 28 paesi Ue la percentuale di ragazzi tra i 16/18 e 24 anni andati alle urne è cresciuta di 14 punti, il maggiore incremento tra tutte le fasce di età; dato confermato dall’identico primato registrato nelle categorie lavorative tra gli studenti. Guardando ai paesi e alle motivazioni, la partecipazione dei ragazzi italiani risulta decisiva per l’attenzione all’economia, all’ambiente e all’europeismo. In Italia secondo un’indagine di Ixè i 18-24enni hanno premiato +Europa con ben 9,6 punti oltre il 3,1 medio (dunque con il 12,7), la Sinistra (più 1,7), FdI (più 1,6), il Pd (più 0,9). E penalizzato Lega (meno 12,1), M5s (meno 4,4), Forza Italia (meno 3,7). I ragazzi hanno dunque occhi per vedere e cervello per capire. Lega e M5s, allora al governo, hanno agito contro i loro interessi, tra quota 100 (a beneficio dei pensionati) e reddito di cittadinanza (a detrimento dello studio, del merito e del lavoro). E con l’anti europeismo oggi in apparenza dismesso dai grillini.

 

Un sondaggio più recente, di settembre, di Quorum/YouTrend, attribuisce in caso di elezioni politiche il maggior consenso tra i giovani al Pd (28,5), seguito a distanza da Lega (20,3) e M5s (18,9). Ovviamente non si governa con i sondaggi – Matteo Salvini ne sa qualcosa – ma si può guardare al futuro. E se i populisti di un anno fa hanno fatto malissimo e seminato peggio, non si può però applaudire il Pd di oggi, dopo gli annunci ammiccanti ai giovani di svolte sostenibili e verdi, di misure per l’istruzione e alle coppie con bambini. Quelle due parole, sostenibile e verde, sono certo strumentalizzabili passepartout. Ma da qui al pochissimo contenuto nel quadro di finanza pubblica e nelle norme genericamente annunciate dal governo, ce ne passa. La scuola viene declinata come contratti per gli insegnanti, qualche incerta misura è prevista per la formazione digitale. L’intera manovra è poi a debito, con la scommessa del recupero dell’evasione. Serve un 76enne come Mario Monti per ricordare che questa operazione è poco sostenibile, anche in sede europea, perché danneggia ancora le nuove generazioni?

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