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Dopo 4 anni tornano a calare i contratti a tempo indeterminato

Mariarosaria Marchesano

L'Istat certifica che nel 2018 i lavoratori stabili sono diminuiti di 108 mila unità mentre sono aumentati i contratti a tempo. Piazza Affari appena risollevata dalla corsa della Juve

Milano. Ancora calma piatta a Piazza Affari in una giornata contrastata per le Borse europee dopo la bocciatura del Parlamento britannico della proposta di Theresa May sulla Brexit. La grande corsa del titolo della Juve (+26 per cento dopo la vittoria sull'Atletico Madrid) riesce a malapena sollevare un po' il listino milanese portandolo in parità rispetto ai cali che si registrano in apertura sulle altre piazze. L'attenzione si concentra sul nuovo dato dell'occupazione diffuso stamattina dall'Istat: dopo quattro anni consecutivi di crescita, calano i lavoratori a tempo indeterminato in Italia e aumentano quelli precari. Nel 2018, secondo l'istituto di statistico, il numero dei dipendenti stabili è diminuito di 108 mila unità (meno 0,7 per cento rispetto al 2017), mentre aumentano di 323 mila unità i contratti a tempo determinato (più 11,9 per cento). Il tasso di disoccupazione nel 2018 scende dall'11,2 per cento al 10,6 per cento. Nel complesso, il tasso di occupazione su base annua cresce (più 0,8 per cento), nonostante il deciso rallentamento registrato nel quarto trimestre dello scorso anno, ma grazie all'aumento della componente meno stabile di lavoro dipendente. Il dato sembra andare in direzione opposta rispetto agli obiettivi che si è posto il governo che punta a scoraggiare l'occupazione precaria. 

  

Come ricostruisce Michael Hewson, analista basato a Londra di Cmc Markets, sulla Brexit il governo britannico è stato nuovamente battuto, "sebbene con un margine più ristretto rispetto al primo voto, ma ancora con una distanza considerevole di 149 voti, dal momento che 75 parlamentari conservatori e 10 unionisti democratici hanno votato contro l'accordo di ritiro". Stasera, intanto, ci sarà una nuova votazione con la quale i deputati di Westminster dovranno decidere  se uscire dall'Unione europea senza un accordo. Se, invece, decidessero di scartare del tutto questa possibilità, allora il governo probabilmente cercherebbe di portare avanti una mozione per una richiesta di rinvio dell'uscita della Gran Bretagna che dovrebbe scattare il 29 marzo. "Anche se questo risultato è qualcosa che potrebbe essere facile da ottenere, non è affatto certo che l'Ue potrebbe sentirsi obbligata ad accettare", conclude Hewson.

  

Sul listino milanese, intanto, è in rosso l'intero comparto bancario, con lo spread Btp-Bund che è poco al di sotto dei 250 punti base. Le valutazioni degli investitori ruotano ancora intorno ai nuovi finanziamenti agevolati annunciati dalla Bce giovedì scorso. Secondo quanto riportato da Reuters, la Banca centrale europea "calibrerà termini e condizioni delle nuove operazioni Tltro in modo da ridurre la dipendenza delle singole banche" dalla liquidità immessa nel sistema dall'Eurotower. I nuovi prestiti a lungo termine potrebbero, dunque, essere emessi a condizioni meno vantaggiose rispetto al passato e questo crea un certo nervosismo tra le banche italiane che devono restituire 240 miliardi della vecchia tranche. Alcune fonti hanno spiegato a Reuters che, poiché l'economia versa in condizioni migliori rispetto a qualche anno fa, il sostegno sarà meno generoso rispetto alle operazioni precedenti. 

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