(foto LaPresse)

Anche nella porcilaia del verro Vasco splende la magnificenza di Maurizio Milani

Mariarosa Mancuso

Il nuovo libro dell'Innamorato fisso. Da Greta alle zucchine

Recensione molto completa di uno scrittore che dedica il suo nuovo libro a Peppa Pig (dopo una valanga di lettere d’amore a tutte le belle del mondo, attrici o cassiere che siano). Quasi obbligatoria – la dedica alla maialina, non la recensione – perché l’opera è ambientata in una porcilaia. Lì risiede un verro gigante di razza Duroc, sette quintali di peso. Quindi capace di spaccar fuori tutto, se gli va. Per furia propria, per conto terzi, o perché spaventato da una rana toro (non si direbbe a vederlo, ma Vasco – così si chiama – è sensibile d’animo fino al pianto).

 

La razza Duroc, ovvio, esiste. Come esiste il mitico Albero dei Boeri che faceva da sfondo a certe prime storie di Maurizio Milani: dove a spaccar fuori tutto – i cessi della Stazione Centrale, per dire – erano Armani e altre celebrità. Prima del fatale citofono, Matteo Salvini si era fatto un selfie, e dietro (incredibile, li credevamo estinti) spuntava l’alberello con appesi i boeri, cioccolatini con un cuore di ciliegia sotto spirito. La porcilaia, Vasco e molto altro movimentano Il verro ruffiano (Baldini + Castoldi).

 

Non c’è bisogno di spiegare ai lettori del Foglio la magnificenza dell’Innamorato Fisso, collocabile nella letteratura italiana tra Alberto Arbasino e Franca Valeri (figlio illegittimo, abbiamo pensato quando ancora si concedeva alla tv). Fuori dall’isola felice, va fatto notare – per esempio ai curatori della collana i Meridiani, nel caso siamo pronti per prefazione e curatela, il sogno di una vita – che Maurizio Milani vanta un mondo e una lingua. L’uno e l’altra più ricchi e coerenti di tanti narratori di ombelichi, propri e altrui. Anni di autofiction hanno ristretto l’orizzonte narrativo, speriamo non per sempre.

 

Dalla natia Codogno, il mondo di Milani si estende fino a Greta Thunberg, contrarissima a questo “primo libro completo sul bestiame”. Sapevamo del lavare e del pesare i tori, Sapevamo anche dell’airone che “viene sull’argine e ti inziga perché sa di essere protetto dal Wwf”. Oltre al “verro ruffiano” – ha a che fare con la fecondazione dei suini, non chiedete queste cose a una signora – troviamo orsi (da circo), cavalli (rubati a Buffalo Bill), insetti (sarebbero il cibo del futuro, ma Vasco il verro “è già avanti, quando passa una mosca la mangia”), un uccello che depone un uovo da mezzo chilo, trichechi, pinguini, pesci siluro e pesci stanga.

 

La faticosa vita tra i maiali consente all’io porcilante ruberie sul posto di lavoro e audaci esperimenti. “Per allungare il collo ai suini si è iniziato a mettergli il mangime più in alto. Certo ci vorrà un milione di anni prima che la specie si evolva, ma qualcuno doveva pur iniziare”. Stenta un po' a fidanzarsi, ma per questo c’è l’agenzia matrimoniale. Del resto, sapevamo già – da un Maurizio Milani d’annata – che fidanzarsi non conviene: bisogna pagare per il fiori e la cena, e poi “trovare un alberghetto romantico per la monta”.

 

In tanti anni trascorsi a convincere il prossimo nostro della genialità milaniana, con citazioni e frammenti recitati a memoria, questa è la battuta sicura, che trascina anche i tiepidi. Un minuto dopo corrono in libreria a comprarsi l’opera completa, e al bottino vorrebbero aggiungere l’introvabile Animale da fosso, anno 1994. Sarebbe utilissimo per “cantare il repertorio verdiano con i gas digestivi, far ululare la propria sposa, impregnarsi di selvatico”.

 

Il consiglio all’Africa è “Bon, o mettete giù quattro pomodori, o non si può sempre chiamare in soccorso la Fao”. Siccome in occidente bisogna differenziare, via alle start up che prendono in giro gli anziani milanesi, fingendosi nipoti che a Londra studiano al conservatorio e hanno bisogno della pensione per arrotondare. Quanto all’ecologia, ragiona Maurizio Milani, puoi anche coltivare l’orto biologico dietro la casetta. Ma se “sotto hai una falda collegata con la la casa di una donna anziana che usa fisso il Vernel, ti viene su uno zucchino che sembra un pistone di ruspa”. Come pistone si fonde subito, conviene invitare gli amici e banchettare.