Carlo Cracco con lo chef Antonino Cannavacciuolo, da questa edizione quarto giudice di MasterChef Italia

Il chic nic con i "60 milanesi" in stile colpevoli sopravvissuti di Leftovers anima la 5 puntata di MasterChef

Mahatma
Dall'inquietante chic nic ad Abbiategrasso in stile Leftovers all'osceno Pressure test con la maionese impazzita fatta nella planetaria. Concorrenti troppo gasati e convinti di essere Gualtiero Marchesi. Ma giovedì prossimo arriverà Iginio Massari. E saranno dolori.

“Ah ah, la maionese la faccio tutti i Natali!”, sghignazza Alice guardando il povero Maradona che ha dimenticato le patate per l’Insalata russa. Alice se la tira, va in dispensa ed esce con la planetaria, tra gli uhhh delle serpi in terrazzo e gli sguardi increduli degli chef. Ma lei la fa tutti i Natali, la maionese. Naturalmente non le viene, tant’è che deve raccogliere quella brodaglia gialla con la schiumarola. E perde la sfida. Poi arriva la frittura all’italiana. Lei convinta ancora di essere la più brava, visto che a Sylvie ha pure suggerito di usare l’acqua frizzante per fare la pastella (l’altra nega, giurando su Dio perché “sono molto credente”). Morale della favola, cuoce le triglie intere, senza neppure togliere le viscere. E dimentica la verdura, che la francese invece frigge bene, anche se “In due dita d’olio”. Chiaro e giusto che a casa sia andata Alice, che si limita a un “arrivederci” diretto ai giudici mentre si toglie il nero grembiule.

 

Volevano far fuori Marzia la farmacista, e invece lei ha sfoderato un tiramisù mappazzone che Barbieri si è mangiato di gusto. Il resto della trasmissione è stato come al solito godibile, con il sempre meno sopportabile Giovanni (il filosofo amico di Nietzsche) che ha presentato un piatto dal nome che si commenta da solo: “Schopenhauer incontra Lucio Fontana”. Però è piaciuto, e alla fine è quel che conta. Ergo, chapeau. Alida, che fa la sensibile e “piange per un’ora” (copyright Cracco) quando vuole sa come sfoderare la lingua biforcuta, e lo si è ben visto mentre i suoi amici/nemici si sfidavano al Pressure: ci fosse stata da parte sua una carineria lo evidenzieremmo con piacere. Invece niente, solo concetti del tipo mors tua vita mea. Però ci ha fatto sapere che quando cucina “pensa alla musica francese”, che è più o meno come quelli che dicono di tenere Kant sul comodino.

 

[**Video_box_2**]La prova in esterna era roba da Ancien Régime, con il chic nic in un ex convento di Abbiategrasso e i “sessanta milanesi” chiamati ad assaggiare le pietanze che arrivano in bicicletta. Tutti vestiti di bianco: parevano i colpevoli sopravvissuti di The Leftovers. Assai inquietante. Peccato non ci sia stata votazione sui due cestini, sarebbe stato interessante sapere chi l’avrebbe spuntata tra le proposte di Cannavacciuolo, che quanto a pesantezza ricordavano il menù natalizio di Gambarotta declamato sulla Stampa la Vigilia di Natale, e la raffinatezza di Barbieri. Finora, a giudizio nostro, i quattro arbitri non hanno sbagliato un colpo: a casa hanno mandato sempre i più scarsi. Intanto, dal promo delle puntate di giovedì prossimo, sappiamo già che le lacrime scorreranno senza sosta: arriva Iginio Massari, il pasticcere capace di umiliarti per un pan di spagna non soffice. Saremo qui a raccontare il viaggio negli inferi. L'anticipazione promette bene: "Se lei lavorasse con me, le indicherei la porta", dirà Iginio a un ancora ignoto concorrente.

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  • E' nato al nord (non serve dire dove né quando, anche perché sono informazioni buone per necrologi e che poco interessano il lettore più o meno interessato). Si considera maturo quanto a età, meno a dotazione intellettuale. Non se ne cruccia, sapendo che la capacità d'elaborazione mentale in codesto mondo non deve essere per forza alta (d'altronde Hegel e Kafka non sono più bestseller da qualche decennio). Segue lo sport in generale a eccezione delle bocce, del sumo e del golf, che considera una delle più grandi sciagure capitate all'umanità, quasi quanto lo sport trasmesso sulle reti Rai. (ne parla sovente su questo giornale) Appassionato di cucina televisiva, ama le pentole che si vedono a MasterChef (delle cui puntate cura periodicamente le recensioni sempre su questo giornale) e soprattutto la relativa dispensa. Ricorda con rimpianto la tv del cane di Paolo Limiti, Floradora.