Il godimento di Lucia per la bocciatura della paella valenciana di Erica, sua compagna di squadra (foto Sky)

Le coppie si rompono anche a MasterChef, tra un muschio brasato e una paella con l'ananas

Mahatma
Arriva Gianfranco Vissani e porta ingredienti improbabili che non si trovano neanche a Eataly, Alida cucina in un barattolo usato e Lucia gode per le coppie scoppiate. Sorprese tra i fuochi valenciani e una vendetta che si preannuncia gustosissima.

Diciamolo francamente: che Sylvie sia ancora dentro la cucina di MasterChef quando ormai mancano poche puntate alla finale, è una cosa che sfida ogni legge scientificamente dimostrabile. Sarà perché canta l’Alleluia in latino (capirai...), sarà perché quando si rischia di uscire ci sono sempre le lumache o i frutti di mare da sbattere in padella (le sue specialità), ma qui ormai si sono organizzati i gruppi d'ascolto che si ritrovano per attendere la sua cacciata, vette che non si raggiungevano neppure ai tempi di Rachida. Sembra un’agonia. Per carità, non è che sia antipatica, Sylvie “la francese”, come fu bollata con greve disprezzo da Marzia la farmacista. E’ che è insipida come la paella valenciana della squadra blu di Dario (che, da gran cuor di leone, interrogato sulla possibilità di salvare un elemento della propria brigata, ha scelto se stesso salendo sul primo aereo utile per Milano): è lì, come una candela che arde lentamente senza destare l'interesse dell'umanità lì presente.

 

Detto ciò, la doppia puntata di ieri è stata tosta. Lucia è ormai sempre più la copia vivente di Ursula, la piovra della Sirenetta che rubò la voce ad Ariel. Autostima che neanche Donald Trump, convinzione di cucinare sempre come Cracco e Barbieri messi assieme, è detestata da tutte le primedonne che verosimilmente andranno fino in fondo al programma (Erica, Rubina, Alida) mentre va d’accordo solo con l’altro miracolato dell’anno, Maradona. Alida, prima di sciogliersi nel consueto bagno di lacrime, aveva presentato una “polenta di amaranto” in lattina, scatenando la perfidia di Lucia (“Sempre zuppette e minestre con il barattolo, la prossima volta metto la minestra dentro una scarpa vecchia”), scontentando però Gianfranco Vissani, evidentemente convinto che tutti i concorrenti sapessero mettere insieme il muschio brasato con la julienne di pastinaca (solo dopo abbiamo scoperto essere la carota bianca) e il pepe del Nepal, che come è noto “è un pepe limonato”. Cose che neanche a Eataly si trovano, figurarsi al supermercato sottocasa che forse manco accetta i buoni pasto elettronici.

 

[**Video_box_2**]Alla fine, l’unico fatto fuori è il filosofo, che stavolta ha abbandonato Kant (Hegel lo ha citato, ça va sans dire) si è buttato sull’epica e ha disegnato  – usando le palle del toro (palline, per dirla alla Sylvie) – un piatto che avrebbe dovuto ricordare l’Odissea di Ulisse. “Ci hai fatto pensare”, gli ha detto Bastianich salutandolo per l’ultima volta, nel corale silenzio dei concorrenti e le lacrime di Erica, a quanto pare infatuata del pensatore nostrano (Lucia godeva davanti alle telecamere per la coppia scoppiata). Per sapere l’altro eliminato bisognerà aspettare sette giorni: Mattia o Lorenzo. Tanto simpatici, ma forse per ambire al titolo di quinto MasterChef italiano bisognerebbe almeno sapere cos’è una Ceasar Salad o una tortilla. Prepariamoci alla grande vendetta di Rubina&co. contro Darione: la scelta di salvare se stesso ha trasformato in Erinni le madame della cucina.

Di più su questi argomenti:
  • Mahatma
  • E' nato al nord (non serve dire dove né quando, anche perché sono informazioni buone per necrologi e che poco interessano il lettore più o meno interessato). Si considera maturo quanto a età, meno a dotazione intellettuale. Non se ne cruccia, sapendo che la capacità d'elaborazione mentale in codesto mondo non deve essere per forza alta (d'altronde Hegel e Kafka non sono più bestseller da qualche decennio). Segue lo sport in generale a eccezione delle bocce, del sumo e del golf, che considera una delle più grandi sciagure capitate all'umanità, quasi quanto lo sport trasmesso sulle reti Rai. (ne parla sovente su questo giornale) Appassionato di cucina televisiva, ama le pentole che si vedono a MasterChef (delle cui puntate cura periodicamente le recensioni sempre su questo giornale) e soprattutto la relativa dispensa. Ricorda con rimpianto la tv del cane di Paolo Limiti, Floradora.