Avvenire scende in campo. Contro il suicidio assistito? No, si tinge di verde per il clima

Matteo Matzuzzi

Il giornale dei vescovi italiani lancia la nuova homepage del sito: svolta green per la salvaguardia del creato, con tanto di hashtag #FridayForFuture. Tutto prevedibile, dopo il funerale celebrato dall'Osservatore Romano al ghiacciaio islandese

Roma. A poco più di ventiquattrore ore dalla sentenza storica con cui la Corte costituzionale ha aperto al suicidio assistito in Italia, il giornale della Conferenza episcopale italiana, Avvenire – distribuito in ogni parrocchia prima durante e dopo le messe – ha scelto di scendere in campo per la sua battaglia. Data voce allo "sconcerto" dei vertici della Cei – un po' tardivo, dopo il silenzio quasi tombale registrato nell'ultimo anno – ecco che annuncia la svolta: niente campagne pubbliche né manifestazioni di piazza per salvare il salvabile (e cioè fare in modo che la futura legge richiesta dalla Consulta al Parlamento sia, per quanto possibile, a tutela della vita e non dei fautori del "dovere di morire"), ma un grido in difesa del Creato. Con toni orgogliosi, e un po' commossi, ecco che sui canali social del giornale viene annunciato che Avvenire "si tinge di verde", con tanto di hashtag FridayForFuture. La homepage del sito è d'impatto, con il suo verde brillante.

  

Un po' la svolta era immaginabile, vuoi per l'incessante campagna ambientalista che da tempo vari settori della chiesa stanno portando avanti, con la segnalazione sull'Osservatore Romano delle esequie per un ghiacciaio islandese scioltosi con tanto di accuse all'umanità, visto che – scriveva l'organo ufficiale della Santa Sede lo scorso luglio – "è morto e tutti ne siamo responsabili" – vuoi per gli appelli papali contro il surriscaldamento climatico. Proprio pochi giorni fa è stata anticipata la prefazione scritta dal Pontefice al libro della vaticanista del Messaggero Franca Giansoldati, L’alfabeto verde di Papa Francesco. Salvare la Terra e vivere felici (San Paolo) . Nel suo testo, Francesco osserva che "è difficile non accorgersi che l’incremento delle temperature dei mari, lo scioglimento dei ghiacci, l’accumulo di vapore acqueo nell’atmosfera, gli uragani o le alluvioni causano a loro volta altre tragedie collaterali, spingendo intere popolazioni – milioni e milioni di persone – a cercare una via di fuga alternativa per vivere. Come si fa a negare che un elemento non sia collegato all’altro? A questo quadro si aggiunge una considerazione importante che riguarda il futuro delle nuove generazioni, le quali ormai hanno compreso che erediteranno un mondo piuttosto rovinato. E’ giusto – si domanda il Pontefice – che siano loro a dover pagare il costo dell’irresponsabilità della generazione di chi li ha preceduti?".

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  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.