Antonio Ingroia (foto LaPresse)

La Settimana enigmistica di Ingroia

Massimo Bordin

Si isola un episodio che coincide ma per legarlo ad altri bisogna interpretarlo

Nel presentare a Roma il suo nuovo libro, il dottore Antonio Ingroia, con la sobrietà che lo ha sempre distinto, ha definito epocali la sentenza, appena depositata, del quarto processo sulla strage di via D’Amelio e quella sulla trattativa, il cui deposito è atteso alla fine di questo mese. Se la Corte di assise di Palermo rispetterà i termini di presentazione delle motivazioni, che sono ordinatori e non perentori, quest’estate i cultori potranno cimentarsi nel giochino proposto ieri da Marco Travaglio. Si tratta di isolare le vicende comuni alle due sentenze epocali e, se combaciano, unirle una all’altra con dei puntini. A quel punto, come nei giochi della Settimana enigmistica, apparirà l’ordito della trama delle stragi di mafia. Il gioco è di alta difficoltà perché il suo oggetto è ambiguo. Si isola un episodio che coincide ma per legarlo ad altri bisogna interpretarlo.

     

Ci saranno sicuramente nelle due sentenze fatti coincidenti ma la loro interpretazione sarà problematica perché la sentenza già depositata non tiene in gran conto, anzi a essere sinceri quasi in nessun conto, l’ipotesi della trattativa che è invece la stella polare della attesa altra sentenza epocale. Dallo stesso fatto i puntini prenderanno direzioni diverse ed è difficile che finiscano poi per riunirsi in qualcosa di intellegibile. Più probabilmente ne verrà fuori un arabesco, un labirinto senza uscita. Sarebbe la forma grafica della domanda, un po’ insistente, che poneva Nicola Mancino nelle famose telefonate. Ma perché le procure di Palermo e Caltanissetta non si coordinano? Le telefonate erano forse inopportune, nulla di più, ma il quesito resta tutt’ora pertinente.

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