LaPresse / Roberto Monaldo

La sinistra di "Potere al Popolo" sa essere meno sconclusionata del M5s

Massimo Bordin

La novità di questa lista sta nel suo programma sulla giustizia che contiene tre punti significativi. Difficile definirlo un voto utile, ma qualcosa di buono c'è 

E’ difficile dire quanto potrà pesare la lista “Potere al popolo” nelle prossime elezioni, probabilmente nulla se non riuscirà a raccogliere le firme necessarie alla presentazione. Bisogna però considerare che fra le componenti della lista c’è anche Rifondazione comunista, che certo è ridotta ai minimi termini rispetto ai fasti dell’epoca di Fausto Bertinotti ma un po’ di consiglieri comunali, qualche sindaco e perfino una deputata europea sono rimasti nel partito che mantiene una piccola struttura che ora potrebbe rivelarsi utile. Se la lista riuscisse ad arrivare ai nastri di partenza la sua corsa sarebbe tutta puntata su Liberi e uguali e il M5s. Non è detto che i voti sarebbero irrilevanti. Viola Carofalo, ricercatrice precaria, come portavoce ci sa fare e pur rappresentando il centro sociale “Je so’ pazz’” non dice follie ma declina un estremismo di sinistra che in altri paesi europei ha saputo conquistare quote di elettorato minoritario ma significativo. Soprattutto però la novità di questa lista sta nel suo programma sulla giustizia che contiene tre punti significativi: riforma del 41 bis, abolizione dell’ergastolo, amnistia. Difficile definirlo un voto utile, considerato il resto del programma, comunque meno sconclusionato di quello dei Cinque stelle e meno politicista dei Liberi e uguali. La partecipazione di una lista simile alla campagna elettorale sarebbe però forse una buona cosa per riportare a sinistra una politica sulla giustizia umanitaria e libertaria dopo i disastri della sudditanza culturale alle procure e alla commissione antimafia.

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