Roma: Cicerone denuncia Catilina, affresco di Cesare Maccari a Palazzo Madama (via Wikipedia)

Perché Quirinale ed eletti non riescono a trovare il giusto equilibrio tra i poteri

Roberto Maroni

Ciò che sta accadendo nei palazzi romani mostra che la storia non è più maestra di vita

La crisi politica che ha investito il nostro paese disegna uno scenario inedito nei rapporti istituzionali. Indebita ingerenza straniera? Libero convincimento di Mattarella? La frittata ormai è fatta, e in autunno (come peraltro avevo già previsto da tempo) si tornerà al voto. Ma al di là di colpe e responsabilità, ciò che sta accadendo nei palazzi romani mostra una evidente novità: la storia non è più magistra vitae. Proprio Roma è stata la maestra nella gestione dei conflitti. No, non parlo della Roma odierna, quella che ci umilia agli occhi del mondo con le buche che fermano il Giro d’Italia. Parlo della Roma caput mundi, di quella Repubblica Romana che dominò il mondo per oltre cinque secoli riuscendo sempre a trovare il giusto equilibrio tra i poteri. Come ci riuscì?

  

Il segreto del successo è semplice e geniale: SPQR. SENATUS e POPULUS, nobili e plebei, eletti ed elettori. Si confrontavano, litigavano anche, ma alla fina trovavano l’intesa necessaria a governare l’urbe e il suo immenso impero. Ecco, SENATUS oggi è il Quirinale, POPULUS sono Lega e M5s, espressione genuina dei cittadini elettori. Entrambi rivendicano il loro diritto-dovere di decidere cosa è giusto, entrambi hanno solidi argomenti a sostegno delle proprie tesi. Ma l’incapacità (o la non volontà?) di trovare la sintesi delle rispettive posizioni è il segno che l’insegnamento della storia (la nostra storia) dovrebbe essere ripreso con vigore nelle aule scolastiche. E anche in quelle dei palazzi romani. Stay tuned.

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