Di Maio (LaPresse)

Che cosa dovrebbe dire il governo sull'Iran

Andrea Marcenaro

Aspettando un serio comunicato scritto col linguaggio chiaro e semplice della Nazione

Sempre quell’aria mogia sui conflitti, metà di qua e metà di là, sempre a cagarsi in mano senza un colpo di reni che sia uno. Ma che cazzo di governo abbiamo? Ma lo conoscono o no, il paese che pretendono di dirigere? E i valori della loro Europa, almeno finché sta in piedi? Vis à vis con le pretese dei mullah? Valori antichi nel mondo, preziosi, insuperati, i quali meritano scelte dalla schiena dritta, altro che cincischiamenti. Facciano un comunicato serio, perdio. Parlino infine col linguaggio chiaro e semplice della Nazione, brucino nel camino le lingue di legno e poi, nero su bianco, mettano la vera verità davanti al mondo: “Ohi, ragazzi, se quelli ci tengono così tanto a cancellare Israele, che la cancellino, su, e basta con ‘sta menata. Se ne gioverebbero due tranquillità: della martoriata regione e quella nostra. Quanto agli amici quelli grossi, sparino di meno, studino di più, imparino da Obama e la piantino con quell’arietta tutta droni e tutta cruise, tutte stelle e tutte strisce. Ci varino un altro piano Marshall piuttosto. E di corsa, che abbiamo di nuovo in ballo l’articolo 18!”. Nobile, chiaro, condiviso e bon, abbastanza europeo.

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  • Andrea Marcenaro
  • E' nato a Genova il 18 luglio 1947. E’ giornalista di Panorama, collabora con Il Foglio. Suo papà era di sinistra, sua mamma di sinistra, suo fratello è di sinistra, sua moglie è di sinistra, suo figlio è di sinistra, sua nuora è di sinistra, i suoi consuoceri sono di sinistra, i cognati tutti di sinistra, di sinistra anche la ex cognata. Qualcosa doveva pur fare. Punta sulla nipotina, per ora in casa gli ripetono di continuo che ha torto. Aggiungono, ogni tanto, che è pure prepotente. Il prepotente desiderava tanto un cane. Ha avuto due gatti.