(foto LaPresse)

In Francia si è arrivati alla banalizzazione della violenza anticristiana

Bandiere arabe issate sui tetti delle chiese. La vigliaccheria delle élite e il silenzio dei media hanno tacitato un fenomeno impressionante, scrive il Figaro (13/2)

Domenica 9 febbraio, alcuni individui hanno issato delle bandiere maghrebine sul tetto di una chiesa ad Albi, comune situato nel sud-ovest della Francia, nel dipartoimento del Tarn. Per Maya Khadra, giornalista e direttrice del dipartimento di Cultura generale e studi umanistici presso l’Ipag Business School di Parigi, questa provocazione testimonia la frequenza degli atti anticristiani in Francia, questione che i media, tuttavia, evocano raramente.

 

La chiesa cattolica di Saint Jean-Baptiste, situata nel quartiere Rayssac, ad Albi, è stata il bersaglio di un atto insensato, allo stesso tempo banale e altamente provocatorio. Sul tetto della chiesta sono state issate, per un attimo, delle bandiere maghrebine. Aveva l’aria di una farsa, tutto sommato abbastanza ridicola. Tuttavia, l’immagine trasmessa trabocca di simboli contraddittori e inquietanti: nell’animo di coloro che hanno assistito alla scena, è come se il Maghreb avesse preso possesso di una chiesa… Per esteso, questi giovani hanno in realtà scimmiottato lo scontro tra il mondo musulmano e la Francia cattolica. La verità è che la Francia sta subendo una guerra di simboli spietata da ormai molti anni. Il quadro è surrealista: la mezzaluna islamica della bandiera algerina, che contende il posto alla croce che si staglia sul tetto di una chiesa, si aggiunge alla lista già lunga degli atti anticristiani, di cui il cattolicesimo francese è vittima, attaccato a destra e a manca con un’aggressività spesso gratuita. In Francia, i cristiani subiscono una vera e propria “crisi sacrificale”, nel senso che René Girard dà a questo termine. Una folla violenta che, spinta da un anticlericalismo d’altri tempi (come quegli individui incappucciati che hanno attaccato, il 19 gennaio, un autobus di pellegrini a Caen) o da un islamismo oscurantista che nutre un’avversione revanscista nei confronti della Francia, si getta sul corpo sacrificale della vittima, del capro espiatorio che è la Francia cattolica. La violenza, negli atti e nei simboli, è il motore infaticabile di questo allarmante fenomeno di civiltà. Nell’atto di issare degli emblemi maghrebini sul tetto di una chiesa, c’è anche l’eco delle persecuzioni di un tempo, di un passato rivoluzionario che già all’epoca aveva dichiarato guerra ai simboli cristiani in Francia. La violenza anticristiana in Francia trasuda dalle pagine dei libri di storia e le sue stimmate sono ancora visibili: statue degradate durante la rivoluzione, chiese trasformate in caserme o atelier di tintoria – come la chiesa parrocchiale di Saint-Landry, costruita nell’Ottavo secolo a Parigi… La Tour Saint-Jacques, fiera e silenziosa, è l’ultima vestigia che ancora testimonia la sorte patita dalla chiesa di Saint-Jacques-la-Boucherie, smontata durante la rivoluzione per il commercio delle sue pietre. Un mimetismo si insedia irreversibilmente tra l’antica violenza e quella attuale. In Francia, i cristiani sono ancora e sempre la prima comunità religiosa per numero di attacchi e profanazioni. Nel 2018, sono stati recensiti più di un migliaio di atti anticristiani – un numero dieci volte superiore agli atti antimusulmani. Come se questa violenza fosse indissolubilmente legata alla storia di Francia. E a peggiorare le cose, i cristiani soffrono inoltre della vigliaccheria di alcune delle nostre élite, che hanno scelto di cancellarli dall’immaginario collettivo francese. Il cristiano è oggi il simbolo perfetto di un nuovo assalto identitario, condotto questa volta da alcune comunità islamiste. Si dimentica però che la violenza unanime, quella del “tutti contro uno”, porta, nel pensiero di Girard, all’autodistruzione delle folle inferocite e all’ergere il capro espiatorio, la vittima, a simbolo trionfante. Le continue azioni anticristiane, come l’immagine di queste bandiere maghrebine sul tetto della chiesa, accoppiate a un linciaggio mediatico anticattolico, portano nel tempo a una perdita di credibilità totale di tutti gli avversari della Francia storica e delle sue radici cristiani. La caratteristica del capro espiatorio è quella di trionfare sui propri carnefici.

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