Un Foglio internazionale

Perché Macron dovrebbe convertire i francesi alle tradizioni liberali europee

Cinquant’anni di lassismo e demagogia hanno creato uno stato sociale unico al mondo, il cui inconveniente è che divora 800 miliardi all’anno, scrive il Point (18/4)

Con l’arrivo massiccio, una decina di anni fa, di una nuova generazione di insegnanti-ricercatori, Sciences Po Grenoble si è trasformata in un laboratorio sociale dove l’eccellenza è diventata una parolaccia, dove il contraddittorio è stato sostituito dall’intimidazione e dove ci si consacra alla diffusione di idee il cui comune denominatore è l’essere la causa dell’irriformabilità della Francia e, di conseguenza, del suo declino” scrive Klaus Kinzler, accademico a Sciences Po. 

“In un momento in cui il nostro governo sembra prendere coscienza dell’insostenibilità del debito francese, Sciences Po Grenoble dimostra che in certi ambienti finanziati dallo stato si continua a insegnare e a mettere in pratica il credo secondo cui le leggi dell’economia valgono per tutti i paesi tranne che per la Francia. Riassumiamo brevemente il ‘movimento sociale’ che si sta svolgendo all’interno dell’istituto dall’inizio dell’anno. Nel gennaio 2024, la direzione ha deciso di esternalizzare il servizio di pulizia della scuola, che stava dando risultati insoddisfacenti, a un’impresa privata. Questa misura riguardava tre contrattisti che in precedenza erano stati assunti a tempo determinato. Denunciando un ‘eccesso di zelo manageriale da parte della direzione’, i rappresentanti sindacali dell’istituto hanno chiesto alla direzione di ritirare il progetto. Al rifiuto della direzione, una trentina di studenti hanno bloccato gli ingressi della scuola lo scorso 21 febbraio. Da allora lo sciopero è proseguito a ritmo di uno o due blocchi a settimana, con gravi disagi per il funzionamento dell’istituto e l’organizzazione delle lezioni a rischio. L’ultima notizia è che un’assemblea generale degli studenti ha preso l’iniziativa di organizzare un referendum sulla questione, che si è svolto il 17 aprile davanti all’ingresso della scuola. Vediamo tre caratteristiche di questo mini-evento, che sarebbe ininteressante se non avesse tutti i sintomi dell’antiliberismo francese. 1) Le forze antiliberali disprezzano la democrazia liberale e le libertà che essa garantisce. 2) Le forze antiliberali danneggiano coloro che sostengono di difendere. 3) L’impunità sistematica per i facinorosi rafforza l’estrema destra. 

In Francia, cinquant’anni di lassismo e demagogia hanno creato uno stato sociale unico al mondo, il cui inconveniente è che divora ogni anno il 34 per cento del pil, ovvero 800 miliardi di euro. Campione europeo in termini di spesa pubblica (58,2 per cento del pil contro il 49,3 dell’Ue), lo stato ha oggi un debito pubblico del 110 per cento del pil (contro l’89,9 dell’Ue), il cui servizio consumerà ben 84 miliardi di euro nel 2027. Il deficit di bilancio (154 miliardi di euro nel 2023) sembra definitivamente fuori controllo, tanto che un numero crescente di economisti teme che, senza un radicale cambio di rotta, il debito della Francia non sarà più sostenibile. In queste condizioni, non solo la ricostruzione della Francia di oggi sembra finanziariamente fuori portata: lo sono la ricostruzione delle scuole, il finanziamento del sistema giudiziario, della polizia e della costruzione di nuove carceri, la lotta all’islamismo, il controllo dell’immigrazione, la lotta all’insicurezza e alla criminalità organizzata, la crisi degli ospedali e così via (…). 

L’attuale presidente, che non può presentarsi alle elezioni del 2027 e la cui mancanza di maggioranza rischia di condannarlo all’impotenza, ha la possibilità di dedicare i tre anni che gli restano a due compiti essenziali: a) scongiurare – ‘a qualunque costo’ – il pericolo di una crisi acuta delle finanze pubbliche, che temiamo possa portare al caos civile; b) sostituire l’abito di Giove con l’umile veste di pedagogo della nazione: in primo luogo, ricordando ai francesi le origini filosofiche, politiche ed economiche del mondo in cui hanno il grande privilegio di vivere; in secondo luogo, sviluppando con loro un grande progetto federatore per il futuro attorno a un corpus di valori diverso dai famosi ‘valori repubblicani’, una formula trita e ritrita in cui ognuno mette ciò che gli fa comodo. Questi valori, difficilmente in odore di santità in Francia, quando non vengono rifiutati in blocco, si ispirano alle tradizioni liberali europee: neoliberali, ordoliberali (il modello tedesco) o socialdemocratiche. Solo loro potranno guarire la Francia”.

(Traduzione di Mauro Zanon)

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