Roger Scruton (foto LaPresse)

“Io, processato per le mie idee: la nostra società odia il dissenso”. Parla Scruton

“Quello che ho subìto è il segno di un paese malato”, racconta il filosofo conservatore riammesso al suo incarico dopo una campagna diffamatoria

Il filosofo Roger Scruton è comprensibilmente ‘molto nervoso’ di rilasciare un’intervista”, scrive il Times. Scruton è stato licenziato dalla presidenza della commissione Building Better, Building Beautiful – il cui ruolo è quello di proporre delle soluzione alla crisi abitativa in Gran Bretagna – a causa dei suoi presunti commenti razzisti e antisemiti in un’intervista con George Eaton del New Statesman. Tuttavia, è stato scoperto che i suoi commenti erano stati modificati e decontestualizzati dal giornalista. Dopo tre mesi il ministro delle Politiche abitative che aveva licenziato Scruton, James Brokenshire, ha scritto una lettera allo Spectator in cui si è scusato e ha rinominato il filosofo a capo dell’agenzia governativa. “Sarei lieto se tu accettassi di essere rinominato come copresidente della commissione Building Better, Building Beautiful a fianco di Nicholas Boys Smith – ha scritto Brokenshire –. Non c’è dubbio che Nicholas abbia fatto un lavoro incredibile come presidente della commissione nelle ultime settimane per ottenere un accordo con i commissari sulle raccomandazioni a interim da inoltrare al governo. Hai ancora molto da dare e spero che questo possa aiutare a sistemare le cose dopo gli avvenimenti spiacevoli degli ultimi mesi”.

 

 

Scruton ha risposto così al ministro: “Penso che questa sia un’ottima idea e, dato che lavoriamo bene insieme, possiamo portare a compimento il lavoro. Sono anche contento che tutto sia stato risolto in modo amichevole e che possiamo tornare a occuparci della questione che ci compete, che è molto importante”. Il filosofo racconta al Times di avere “ricevuto molto sostegno dagli amici e dai lettori, che sono stati fantastici” e crede che il giornalista Eaton abbia cercato deliberatamente di infangare la sua reputazione. Uno dei suoi sostenitori è stato Boris Johnson, il nuovo premier britannico, di cui Scruton è un ammiratore. “Siamo contro un muro di cemento e abbiamo bisogno di qualcuno che lo sfondi. Penso che Boris sia l’uomo giusto per farlo, a prescindere dalle sue virtù e dai suoi vizi”. Scruton è profondamente deluso dall’atteggiamento di molti conservatori che hanno chiesto le sue dimissioni. “Quello che mi deprime è che i Tory danno l’impressione di agire in modo da non crearsi nemici a sinistra, mentre dovrebbero fare esattamente l’opposto”. Paradossalmente, Scruton usa dei toni più concilianti quando parla di John McDonnell, il ministro ombradell’Economia e braccio destro di Corbyn. “Lo rispetto per quello che dice perché ha studiato e sa cosa è il marxismo. Ci sono delle idee molto serie nel marxismo, che hanno acquisito un nuovo significato con la globalizzazione e che meritano di essere discusse”. Scruton è sempre stato un intellettuale divisivo, ma rivendica a distanza di anni che molte delle sue teorie si sono rivelate veritiere (“quello che un tempo veniva considerato razzista oggi è accettato da tutti”). “Mi ha sempre sorpreso che le mie parole abbiano offeso molte persone – dice Scruton – Se sostieni una tesi su cui hai ragionato, allora le altre persone dovrebbero essere aperte ai tuoi argomenti”. Invece, la “cultura della caccia alle streghe non guarda alla sostanza delle tue tesi, ma cerca una parola sbagliata. Quando vieni accusato di un ‘crimine del pensiero’ non c’è alcuna difesa possibile perché non esiste una definizione del crimine”. Questo è un pericolo enorme perché ci sono molti argomenti scomodi – come l’omosessualità, l’islam – che vengono evitati da tutti, ma di cui invece bisognerebbe discutere. “Quando la gente sente parlare di certi argomenti pensa: ‘E’ meglio stare zitti’. Questo non è sano”.

 

 

La priorità di Scruton è quella di preservare l’ordine sociale. “Il sistema educativo non potrebbe dare precedenza all’uguaglianza – sostiene il filosofo – L’istruzione non è un’opera di ingegneria sociale, ma serve a preservare e a tramandare le conoscenze”. Quando ha vissuto in prima persona le proteste studentesche a Parigi nel 1968, Scruton ha capito che voleva “conservare le cose anziché buttarle giù”. La capitale francese secondo il filosofo è un esempio virtuoso per chi si occupa di politiche abitative. “E’ la seconda città con la più alta densità della popolazione in Europa, eppure non ci sono grattacieli e tutti la amano, mentre la City di Londra è un autentico disastro”. Per Scruton “l’estetica è più importante delle esigenze demografiche”, ed essere circondati da luoghi piacevoli è essenziale se vogliamo smettere di litigare e insultarci a vicenda. “Viviamo in un mondo post religioso dove le persone hanno voglia del trascendene. Anche se non sanno come descriverlo, sentono un bisogno profondo”. E come riempiono questo vuoto? “Tende a essere colmato con l’isteria – risponde Scruton – e con una caccia alle streghe collettiva”.

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