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Abbiamo troppi pregiudizi

Le nostre idee ci influenzano più di quanto crediamo

Pensate di essere open-minded?”, si domanda David Epstein sul Washington Post prima di citare uno studio del 2017 “in cui alcuni scienziati hanno chiesto a 2.400 adulti di cultura medio-alta di considerare una serie di temi controversi – come il matrimonio tra persone dello stesso sesso, il controllo delle armi, la legalizzazione della marijuana – e contrari alle loro idee. Sia i liberal che i conservatori hanno evitato le tesi contrapposte. Per quanto riguarda il matrimonio tra persone dello stesso sesso, alcuni partecipanti hanno addirittura rifiutato dei soldi se, in cambio, avessero solo dato un’occhiata alle opinioni in cui non credono. La lezione è chiara: le persone, per la maggior parte, sono meno open-minded di quello che credono. Questa è una sfortuna, ma possiamo rimediare. Gli studi hanno rilevato che le persone in grado di fare le migliori previsioni su come andrà il mondo, possiedono “l’active open mindedness”. Questo tratto significa che riescono a pensare alle loro opinioni come se fossero delle ipotesi ancora da confermare.

 

Questo non è un comportamento istintivo, anzi. Uno studio prima del referendum sulla Brexit ha rilevato che la maggior parte dei brexiteers e dei remainers era in grado di interpretare delle statistiche false sull’efficacia di una crema lenitiva. Ma quando gli stessi elettori hanno dovuto interpretare alcune statistiche sul tasso di criminalità tra gli immigrati, sono stati poco accurati perché influenzati dai loro pregiudizi. Un altro studio dell’Università della Pennsylvania ha scoperto che gli esperti non sono in grado di fare delle previsioni giuste. Più cose sai, più possibilità hai di sbagliarti. Più sei immerso in una certa visione del mondo, più sei incline a trovare alcune informazioni per sostenere le tue tesi. Gli studiosi hanno però trovato una caratteristica incoraggiante: la curiosità scientifica. Coloro che possiedono questa virtù sono sempre alla ricerca di nuovi fatti, anche se non in linea con i loro pregiudizi. Queste persone tendono a essere politicamente meno polarizzate, e in grado di riconoscere le informazione false. Gli studiosi hanno anche individuato un gruppo di esperti che sono andati meglio nei test: coloro che non sono specializzati in una disciplina di nicchia.

 

“La conclusione – spiega il Washington Post – è che la curiosità e una conoscenza ampia potrebbero essere una sorta di superpotere. Gli esperti di nicchia sanno più del dovuto su una certa materia, e sono in grado di trovare delle informazioni anonime per sostenere la loro tesi di partenza. Le loro conoscenze si rivelano dannose. Le persone che fanno le previsioni più accurate invece tendono a prendere le distanze dal problema originario e a considerare una serie di variabili non collegate ma con delle caratteristiche in comune. E’ l’ampiezza, e non la profondità, che spiega la loro bravura”.