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I giovani non studiano più la storia

Così continueremo a ripetere gli errori del passato

"Qualunque cosa tu pensi degli eventi politici in Gran Bretagna, non puoi negare che siano storici”, scrive l’Economist. Il settimanale britannico spiega che lo studio della storia nelle università britanniche è in forte declino, e non ha più lo status che aveva in passato. Un tempo i corsi di laurea in Storia nelle grandi università formavano la classe dirigente britannica, e gli storici erano dei personaggi di spicco nel dibattito pubblico. L’Economist si lamenta del declino delle materie classiche, tra cui le lingue, che sono state a mano a mano sostituite dalle discipline pratiche, tra cui la medicina, l’economia e le scienze veterinarie.

 

Nel frattempo è cambiata anche la professione dello storico. Al giorno d’oggi i docenti trascorrono le proprie giornate a studiare nei minimi dettagli eventi o materie anonime. C’è sempre meno enfasi sugli affari di stato e sulle vicende politiche, e invece si tende a studiare sempre di più la vita dell’uomo qualunque. Gli storici sembrano gareggiare per scoprire la materia più marginalizzata, e questo ha fatto degenerare le nuove idee in vecchie ortodossie.

 

I primi a pagare il prezzo sono gli studenti, che spendono tanti soldi e imparano sempre meno. Un tempo gli allievi avevano un senso generale della storia del proprio paese, oggi invece nemmeno quello. Studiano un miscuglio di materie che hanno poco in comune, e che non collocano i vari avvenimenti storici in un contesto. La maggior parte dei docenti resta isolata nella propria bolla professionale, e trascorre più tempo ad aggiustare le note a piè di pagina che a divulgare le proprie conoscenze a un pubblico il più ampio possibile. Tutto questo è molto importante perché chi non conosce la storia è destinato a ripetere gli errori del passato. Molti dei problemi della nostra epoca sono figli di scelte avventate – come la fiducia smisurata verso l’ideologia neoliberista o la guerra per esportare la democrazia in medio oriente – che avremmo potuto evitare se solo avessimo riflettuto sugli eventi del passato. La storia è anche un’assicurazione contro le ideologie più estremiste – che siano l’isolazionismo trumpiano o il vecchio socialismo di Corbyn – o banalmente contro le gaffe umilianti. C’è qualche ragione per essere ottimisti: il calo nel numero degli studenti di Storia in Gran Bretagna è stato meno drastico che in America. Ci sono pochi docenti che ancora riescono a tenere viva la materia, anche se molti di loro non insegnano all’università o non vengono visti di buon occhio dai loro colleghi. Il grande pubblico ha dimostrato in questi anni un notevole interesse per la storia militare, che però viene raccontata soprattutto da alcuni non-accademici come Sir Max Hastings e Sir Antony Beevor. “Gli storici devono uscire dalla caverna intellettuale – conclude l’Economist – e prestare maggiore attenzione ai grandi argomenti come la storia della politica, il potere e gli stati-nazione. I tempi straordinari che stiamo vivendo lo richiedono”.